Mariella Piscitelli

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Roccascalegna, Abruzzo

2019-11-14 10:59:26

Roccascalegna è un comune della provincia di Chieti in Abruzzo. È uno degli undici comuni membri della Comunità montana Aventino-Medio Sangro.

Origine del Nome

Sono diverse le ipotesi sull'origine del nome del paese.

Alcuni studiosi rifacendosi al "Catalogus Baronum" del 1379 che indicava il paese come "Rocca-scarengia" ed a studi della lingua francese antica hanno sostenuto che "scalegna" deriverebbe da "scarengia o scarenna" cioè dirupo, scarpata o burrone, indicante il fianco dello sperone sul quale è posta la rocca;

Altri la fanno risalire al longobardo "Aschari, Rocc-aschar" che mutando la r in l per rotazione consonantica è diventata poi "Roccascalegna".

La tesi più accreditata sostiene invece che l'attuale nome derivi da "Rocca con la scala di legno", scala a pioli in legno che dal paese conduceva direttamente alla torre del castello (scala raffigurata anche nello stemma comunale).

Storia

Come riferito dal "Catalogus Baronum", l'origine del paese è del XII secolo, più precisamente nel 1160, forse su di un insediamento preesistente. La chiesa attuale risale al 1205 come ricostruzione della preesistente chiesa.

Originariamente il borgo è sorto come avamposto longobardo per il controllo della Valle del Rio Secco per difendere la zona contro i Bizantini. I Longobardi eressero, dove ora è il castello di Roccascalegna, una torre d'avvistamento.

Si susseguirono dapprima i Franchi, poi i Normanni. Il vero e proprio castello, tuttavia, è, verosimilmente, di epoca normanna.

Nel 1320 Roccascalegna viene nominata nel periodo angioino "cum castellione", quindi, il castello già esisteva.

Nel XV secolo, durante l'ascesa degli Aragonesi al trono del Regno di Napoli, un soldato sotto il comando di Giacomo Caldora, Raimondo d'Annecchino, è feudatario del paese; la sua famiglia rimase feudataria del borgo fino al 1525 quando Giovanni Maria d'Annecchino fece ricostruire il castello.

Orazio Carafa oppresse i paesani fino a che, il 15 ottobre 1584 insorgono e, aiutati dal prete, lo uccidono.

Gli succedono il fratello Giovanni Girolamo e Girolamo. Alla fine del secolo i Carafa, oberati di debiti, sono costretti a vendere il castello. Ai Carafa succedono i Corvo o de Corvis.

Gli ultimi feudatari di Roccascalegna furono i Nanni. Il castello, all'epoca versava in pessime condizioni. La loro residenza fu spostata più in basso, in un luogo ritenuto più comodo. Oggi tale palazzo è adibito a residenza privata, ma vi sono anche un forno ed un laboratorio di un artigiano.

Con l'Unità d'Italia prosperano lutti, emigrazione e brigantaggio mentre i ricchi borghesi speculano sulla proprietà fondiaria. Il castello per essere restaurato dovrà attendere il finire del millennio.

Monumenti e Luoghi di interesse 

Roccascalegna è tra i paesi ai quali è stato assegnato il marchio Bandiera arancione del Touring Club Italiano.

Inoltre, è uno dei trentanove comuni italiani facenti parte dell'Associazione Nazionale delle Città del Miele

Il castello

Viene chiamato dai paesani La Rocca. Venne verosimilmente costruito dai Longobardi a difesa dalle invasioni bizantine di un centro abitato longobardo poco tempo prima fondato, dapprima come torre d'avvistamento poi man mano ingrandito fino a diventare un castello. Domina, su di uno sprone con fianchi a burrone, la valle del Riosecco.

Il castello di Roccascalegna cade nell'oblio fino al 1525, epoca in cui avviene un restauro, causa l'introduzioni delle nuove armi da fuoco.

Nel 1705 vi è un secondo restauro, ma stavolta si tratta della monumentale rampa d'accesso.

Un nuovo periodo di oblio colpisce il castello, fino al 1985, quando l'ultima famiglia di feudatari (I Croce Nanni) dona al comune il castello, il quale inizia subito un'opera di restauro terminato solamente nel 1996, che porterà all'antico splendore il castello. Compare nel film "Il racconto dei racconti " o "Tale of Tales " di Matteo Garrone.

Scavi archeologici

In località Colle Longo nell'agosto del 2000 sono stati trovati dei resti archeologici comprendenti ceramiche grossolana e fine ed industria litica risalenti all'Eneolitico, e più precisamente al III millennio a.C.

In località Collebuono sono stati trovati, invece, dei ruderi di un edificio del III secolo a.C.

Il borgo


È sito ai piedi della rocca, composto da case di uno o due piani, in parte rovinate dall'incuria fino a diventare rudere ed in parte ripristinate per essere abitate, site nella via che porta ai piedi del monticello dov'è il castello. La via finisce all'accesso del castello stesso presso la chiesa di San Pietro.

Vari belvedere: dal castello e dalla rampa d'accesso al castello stesso, di cui uno sulla Maiella.

Il monumento alle vittime della tragedia di Marcinelle.

L'Arca della Pace


Grande scultura in bronzo dedicata alle vittime di tutte le guerre, opera dello scultore Pietro De Laurentiis, natio di Roccascalegna.