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Il Colombario - Monte Bisenzio sul Lago di Bolsena, Capodimonte (VT) đ¸ : storia e caratteristiche del luogo
A circa 3 km da Capodimonte, sulla sponda meridionale del Lago di Bolsena, si trova un promontorio montuoso sul quale era ubicato lâinsediamento di Bisenzio (Visentium), abitato fin dallâetĂ di bronzo finale, ma oggi disabitato, che ha dato il suo nome alla vicina Isola Bisentina.
Storia
Il Monte Bisenzio ha ospitato diversi insediamenti umani: dapprima di epoca Villanoviana, poi un abitato etrusco (necropoli di VII-VI secolo a.C.), poi romano (il Colombario).
Bisenzio era il nome di unâantica città sulle sponde del Lago di Bolsena, che fu definitivamente abbandonata nel 1816 a causa della malaria. Oggi è uno dei luoghi più caratteristici del Lago.
Nellâetà del ferro il centro si espanse verso la valle ed assunse una certa importanza.
Sotto i Villanoviani, Bisenzio raggiunse il massimo splendore toccando i 60.000 abitanti.
Nellâetà etrusca Bisenzio era conosciuta per la produzione artigianale di calzature e ceramiche, oggi conservate nei musei di tutto il mondo. In questo periodo, si scontrò duramente con la città di Vulsinii per il dominio del lago, scontro vinto da questâultima che, infatti, impose il suo nome al lago stesso. In seguito, i Romani la chiamarono "Lacus Vulsenisii". Distrutta da quest'ultimi, fu ricostruita e rimase un municipio della città di Vulci.
Lo storico Gaio Plinio Cecilio Secondo la annoverava nellâelenco delle maggiori città etrusche.
Nellâetà cristiana, Bisenzio fu sede vescovile. Distrutta e saccheggiata dai Saraceni e dai Longobardi, la sede vescovile fu spostata a Castro. A seguito di tali eventi molti sopravvissuti si rifugiarono nei centri del circondario.
Nel 1254 vi fu edificato un castello che estese il suo potere nellâarea del lago e si scontrò duramente con i comuni di Orvieto e Viterbo.
Nel 1269, per volere di Papa Bonifacio VIII, venne incamerata nel Patrimonio Del San Pietro e, nel corso del â400, passò sotto il controllo dei Farnese, entrando nel 1537 nel Ducato di Castro.
Nel 1816, con un editto di Papa Pio VII, viene unita a Capodimonte. Oggi ne restano solo poche rovine.
Il Colombario
Ci si arriva attraversando a piedi un sentiero completamente immerso in un bosco di lecci secolari, il sentiero è attrezzato, nel senso che è segnalato dalla staccionata, ed è quella che bisogna tenere dâocchio e seguire per arrivare fin sotto, dove si trova lâingresso al Colombario, sicuramente il più bello di tutta la Tuscia, completamente scavato nella roccia vulcanica.
In epoca romana conosciamo questo insediamento come "Visentium ".
Dal Colombario si gode di una bellissima vista sul Lago di Bolsena!
Del dinamismo culturale della comunità residente a Bisenzio resta memoria negli articolati e ricchi oggetti funebri e di uso quotidiano che si possono andare a vedere nei musei di Viterbo, di Villa Giulia a Roma, del Museo Etrusco Gregoriano in Vaticano e in diversi musei stranieri: tutti reperti ritrovati sul Monte Bisenzio, lungo le sue pendici e in tutta la zona circostante.