Teoria dell'etichettamento e devianza
Caso specifico: Outsiders di Becker
La teoria dell'etichettamento
La teoria dell'etichettamento è una teoria sociologica della devianza. Il termine deriva dall'inglese Labelling Theory.
È una teoria emersa tra gli anni '50/'60 in risposta alle interpretazioni funzionaliste e del consenso sociale attorno ai fenomeni di devianza. Secondo questi ultimi approcci, infatti, la devianza è un'azione che contravviene alle norme sociali condivise da una determinata comunità. In altre parole, la devianza è determinata oggettivamente, è una caratteristica intrinseca di determinati comportamenti.
La teoria dell'etichettamento rifiuta questa prospettiva, sottolineando come la devianza non sia un elemento inerente di alcune azioni sociali che divengono pertanto devianti, ma è un'etichetta, una definizione sociale applicata a determinati comportamenti a seconda del tempo e del luogo.
La teoria dell'etichettamento sostiene che la legge, così come ogni altra istituzione sociale, è definita storicamente e culturalmente.
Secondo la teoria dell'etichettamento le vittime dell'etichettamento sarebbero soprattutto coloro che compiono alcuni tipi di reati che suscitano "allarme sociale" e che non dispongono di mezzi materiali né di una reputazione o di uno status consolidato in grado di contrastare la penetrazione dell'etichetta di criminale. Inoltre la definizione stessa dei comportamenti da stigmatizzare (reati, o anche atti non penalmente rilevanti come il consumo di droghe), sarebbe influenzata dal diverso potere di influire sull'opinione pubblica e sulle leggi detenuto dagli strati più agiati. Di conseguenza la reazione sociale non è attivata in maniera uguale per tutti i tipi di reato, ma è più severa e dannosa nei confronti della microcriminalità e dei reati associati alle minoranze, ai poveri, ai presunti recidivi o a chi ha un determinato aspetto. Al contrario i protagonisti di altri comportamenti criminali, ad esempio i crimini dei colletti bianchi, non subirebbero lo stesso processo di condanna sociale grazie alla tolleranza concessa per i tipi di reati tipici della middle class, spesso socialmente più dannosi, e grazie allo status e ai mezzi detenuti che permetterebbero una serie di strategie in grado di "salvare la faccia" in modo efficace.
La devianza
La devianza non è la qualità di un atto compiuto da una persona, ma è la conseguenza dell’applicazione di sanzioni da parte di alcuni nei confronti di un trasgressore.
Il deviante è un individuo a cui questa etichetta è stata applicata con successo.
Alcuni studiosi, ritengono che lo studio della devianza debba spostare il suo focus dall’attore e dall’atto devianti verso l’opinione pubblica (reazione sociale), ma attraverso gli status e i ruoli che essi ricoprono (modelli di incasellamento dell’agire umano).
Possiamo definire deviante quel comportamento o quell’atto commesso da un singolo o da un gruppo di persone che viola le norme di una comunità, che di conseguenza subirà delle sanzioni. L’atto deviante può essere sia di natura legale che morale e di conseguenza la sanzione può esprimersi con la reclusione, il versamento di una somma di denaro ad esempio, o più semplicemente con l’emarginazione e il giudizio negativo da parte della società.
Caso specifico: Outsiders di Becker
Howard Saul Becker è nato il 18 aprile del 1928. È un sociologo statunitense che ha dato un grande contributo alla sociologia della devianza, alla sociologia dell'arte e alla sociologia della musica. il libro di Becker Outsiders ha fornito le basi per la teoria dell'etichettamento.
Chi è l’outsider?
Becker parte da un’equiparazione outsider = deviante.
è colui che infrange norme comunemente accettate nella società. Spesso quest’etichetta colpisce gli appartenenti ad ambienti degradati (quest’etichetta è falsamente attribuita).
Gli outsiders sono i gruppi sociali più esposti alla reazione sociale. Questo termine comprende:
- Individui che appartengono a gruppi sociali dotati di minore potere nella società (per ragioni di etnia, genere, età, classe sociale, livello di istruzione)
- Membri di gruppi residenti in ambiti territoriali ritenuti criminogeni
- Individui dal cui aspetto e comportamento si può inferire che sono portatori di valori diversi da quelli dominanti
- Persone già state etichettate (esempio: ex-detenuti)
Le pratiche di etichettamento spesso utilizzate sono:
- Gossip
- Pettegolezzo
- Maldicenze
- Derisione
- Stigmatizzazione (e uso di etichette stigmatizzanti: il/la malato/a di mente, l’alcolista, l’obeso/a, il/la secchione/a, etc.)