Maria Grazia Di Martino

Founder Junior

Quando la realtà supera la fantasia: le mummie del lago

2020-07-06 12:38:36

Il lago Natron in Tanzania presenta una caratteristica veramente particolare: le sue acque trasformano in pietra gli animali che qui trovano la morte.

LA MORTE NEL LAGO

Questo fenomeno è dovuto all’alta concentrazione nell’acqua di carbonato idrato di sodio, il natron, da cui il lago prende il nome, un sale minerale che rende l’acqua tossica e che, grazie alle sue proprietà disidratanti e antibatteriche, veniva già utilizzato in passato dagli antichi egizi per le imbalsamazioni dei cadaveri. Inoltre il livello di alcalinità dell’acqua è compreso tra 9 e 10,5 pH, simile a quello dell’ammoniaca, e la sua temperatura raggiunge anche i livelli estremi dei 60 gradi. Gli animali che con la morte finiscono nelle acque del lago subiscono un processo di calcificazione e rimangono per sempre mummificati.

LA VITA SUL LAGO

Eppure, nonostante le condizioni estremamente inospitali della natura in questo angolo di mondo, vi è un animale che ha sviluppato una sorta di immunità e riesce a vivere e a riprodursi sulle sponde del lago: è il fenicottero rosa. Migliaia di esemplari da giugno a ottobre popolano le sue rive nidificando nel fango al riparo dei predatori e cibandosi di cianobatteri, un tipo di alghe di cui sono particolarmente ghiotti e il cui pigmento rosso conferisce al loro piumaggio e alle acque  del lago il caratteristico color rosso ruggine.

L’ARTE E IL LAGO

Il fotografo naturalista inglese Nick Brandt, sensibile artista amante dell’Africa e dei suoi animali, ha immortalato in un suo reportage sul lago Natron alcuni degli animali mummificati, da lui rinvenuti nell’acqua e poi messi in posa per un ultimo ricordo della loro vita. Le immagini fanno parte del volume “Across the ramage land”, in cui l’artista documenta con le sue opere la scomparsa dell’ambiente naturale e degli animali dell'Africa a causa dell’indiscriminato intervento dell’uomo.

IL FUTURO DEL LAGO

Anche il lago Natron non è probabilmente destinato a sopravvivere ancora a lungo: attualmente è profondo solo 3 metri e la considerevole evaporazione delle sue acque nelle stagioni secche ne riduce costantemente e inesorabilmente le dimensioni.