Maria Grazia Di Martino

Founder Junior

Otzi, l’uomo venuto dal passato

2020-09-06 06:58:44

Il 19 settembre del 1991 un corpo affiora tra i ghiacci del monte Similaun, ma non è la sfortunata vittima di una recente disgrazia di montagna, come inizialmente si pensava… è il nostro passato che ritorna...

5300 anni fa sulle Alpi Venoste, al confine tra Italia e Austria

E’ una limpida mattina di fine primavera, il sole splende luminoso sulle pendici del ghiacciaio del Similaun, l’aria è frizzante. Un cacciatore sale faticosamente nella neve, un arco sulle spalle, il respiro pesante, i battiti del cuore accelerati. Si guarda intorno alla disperata ricerca di un nascondiglio, ma non vi è riparo fra quelle bianche distese di neve, e le tracce che lascia sul terreno porteranno inevitabilmente i suoi inseguitori fino a lui. Da cacciatore è diventato preda. Vorrebbe aumentare il ritmo del suo passo e salire più velocemente, ma ormai non ce la fa più. Non è più tanto giovane e l’artrosi di cui soffre da tempo gli provoca fitte di dolore che gli impediscono di muoversi agevolmente. Un improvviso lancinante dolore lo coglie alla spalla sinistra. Si arresta e cade: una freccia lo ha trafitto in profondità straziando la carne. In un ultimo disperato tentativo di difesa porta l’altro braccio alla spalla per cercare di estrarre la freccia, ma subito si rende conto che ormai tutto è inutile, la sua fine è segnata. Il cacciatore affonda la faccia nella neve e attende la morte. Sarà poi la neve che cade copiosa quella notte a racchiudere delicatamente il suo corpo in un abbraccio e a proteggerlo per secoli dalle devastazioni del tempo.

19 settembre 1991

Una coppia di coniugi tedeschi sta effettuando un’escursione sul monte Hauslabjoch, al confine italo-austriaco. E’ un’escursione impegnativa e faticosa, ma la bellezza mozzafiato dei luoghi ripaga da ogni sforzo. Raggiunta quota 3200 m. qualcosa tra i ghiacci attira la loro attenzione: un corpo umano sta affiorando tra le nevi perenni della montagna. Ma non è un alpinista vittima di una sciagura, come ritenuto inizialmente dalle squadre di soccorso intervenute per il recupero del corpo. Solo in seguito la vera identità del cacciatore appare in tutta la sua stupefacente realtà. Il corpo perfettamente conservato, i suoi abiti, i suoi attrezzi, le sue armi ci riportano indietro nel tempo, agli albori della nostra stessa esistenza: è l’homo sapiens dell’età del rame, quello studiato sui libri di scuola, l’antenato delle nostre generazioni. E’ un uomo che torna dal passato per raccontarci della vita di allora, così lontana eppure così simile a quella di oggi, con le stesse necessità e le quotidiane tribolazioni, le dolorose malattie e le stesse violenze, e di come una famiglia quella sera ha atteso invano il suo ritorno.