Maria Grazia Di Martino

Founder Junior

Mata Hari, fascino e spionaggio nella Prima Guerra Mondiale

2020-10-06 09:11:27

Sono le 6,30 di una fredda mattina del 15 ottobre 1917. In Francia, nel parco del castello di Vincennes, una splendida donna, altera ed elegante, saluta con un cenno del capo il plotone di esecuzione. Termina così la vita di una delle figure più enigmatiche del novecento: la mitica Mata Hari

Dalle difficoltà al successo

Una vita davvero avventurosa quella della giovane Margaretha Geertruida Zelle. Nata in Olanda nel 1876 da una famiglia benestante, con un’ottima educazione e la prospettiva di un futuro brillante, si ritrova invece a dover affrontare il fallimento di tutti i suoi sogni: il dissesto finanziario dell’attività del padre, la separazione dei genitori, la morte della madre. Margaretha cerca una via d’uscita accettando di sposare un capitano dell’esercito coloniale olandese che poco dopo il matrimonio, per servizio, si trasferisce con la moglie a Giava, in Malesia. E’ qui che Margaretha assiste per la prima volta ad uno spettacolo di danza locale e ne rimane affascinata. Ritornata in Olanda e separatasi dal marito, Margaretha tenta la fortuna a Parigi esibendosi in feste private con spettacoli di danza esotica, sensuali e provocanti, da lei creati ispirandosi alle danze orientali cui aveva assistito in Malesia e che tanto l’avevano ammaliata. Il successo è notevole e le proposte di esibizione pure. Il suo personaggio si circonda di mistero orientale, il suo nome d’arte diventa quello malese di Mata Hari, i suoi spettacoli sono richiesti nei più prestigiosi teatri europei, gli uomini l’ammirano e la desiderano.

Dal successo alla fine

Lo scoppio della prima guerra mondiale segna una svolta irreversibile nella vita di Mata Hari. In un susseguirsi di frenetici avvenimenti si ritrova coinvolta in un intricato sistema di spionaggio internazionale che segnerà il suo destino. Nel 1916 uno dei suoi numerosi ammiratori, il console tedesco Alfred von Kremer, le propone di diventare una spia al servizio della Germania e reperire informazioni sulle attività militari dei francesi. E la cosa è sicuramente fattibile considerando le frequentazioni di diplomatici e di alti ufficiali, ammiratori e amanti di cui Mata Hari è sempre circondata. Mata Hari accetta e diventa così un agente segreto, nome in codice H21. Ma ecco che a Parigi riceve un’altra proposta: il capitano Georges Ladoux del controspionaggio francese, ignaro della sua attività di agente segreto tedesco, le propone di entrare al servizio della Francia, fornendole anche ingenti risorse finanziarie in cambio di informazioni sul nemico. Mata Hari accetta anche questa proposta e fornisce informazioni sia agli uni che agli altri, dando così vita ad una pericolosa attività di doppio gioco, decisamente al di sopra delle sue capacità, che in breve tempo si trasforma nella sua rovina. Smascherata la doppia attività, nel febbraio del 1917 Mata Hari viene arrestata a Parigi dalla polizia francese e posta sotto processo avanti la Corte Marziale con l’accusa di aver fornito al nemico informazioni militari riservate. Il 24 luglio del 1917 viene emessa la sentenza: Mata Hari è dichiarata colpevole e condannata a morte per fucilazione. La sentenza viene eseguita il 15 ottobre dello stesso anno.

La storia e il mito

La storia ci consegna così la figura di una donna brillante ma immatura, poco consapevole della realtà e della pericolosità delle sue scelte, alla continua ricerca di ricchezza ad ogni costo e con ogni mezzo, e che nulla ha a che vedere con il mito che l’ha circondata negli anni da lei vissuti nel periodo dorato della Bella Epoque. Eppure il fascino di quel mito giunge ancora intatto fino a noi, dalla sensuale affascinante ballerina alla donna che andò incontro alla sua tragica fine con coraggio e determinazione. E quello fu il suo ultimo spettacolo.