Maria Grazia Di Martino

Founder Junior

L' inquietante caso della maledizione del diamante

2020-07-19 14:17:59

Non è il diamante più grande del mondo ma è sicuramente il più tristemente famoso per la scia di morte e di disgrazie che ha colpito coloro che nel corso dei secoli ne sono entrati in possesso.

IL DIAMANTE MALEDETTO

E’ uno splendido diamante di colore blu intenso, noto come diamante Hope (dal nome di uno dei suoi possessori) o anche come diamante Blu di Francia. La sua prima apparizione documentata è in un tempio indù, nell’occhio della statua del dio Rama-Sitra, da dove fu trafugato verso la fine del 1600. Del furto sacrilego fu accusato uno dei sacerdoti, che per questo venne torturato e poi ucciso, ma secondo altre fonti venne rubato da un mercante francese che con il ricavato dalla vendita acquistò una tenuta per la sua famiglia. Ma nessuno aveva fatto i conti con l’ira del dio che lanciò una maledizione che avrebbe colpito, direttamente e indirettamente, tutti i possessori della gemma.

LA MALEDIZIONE

Il figlio del mercante perse al gioco tutti i beni di famiglia, il mercante cadde in miseria e morì nel corso di un viaggio; i successivi proprietari del diamante, i re di Francia Luigi XIV e Luigi XV, morirono per malattia dopo grandi sofferenze; la principessa Maria Teresa Luisa di Savoia-Carignano, che l’aveva ricevuto in dono, morì decapitata durante la Rivoluzione Francese; i successivi proprietari, il re Luigi XVI e la moglie, la regina Maria Antonietta, finirono pure loro decapitati sul patibolo. Passato dalla Francia all’Inghilterra, il diamante entrò a far parte dei beni di Lord Hope e avrebbe dovuto portare felicità alla moglie, che invece finì per separarsi dal marito. Il lord pensò allora di sbarazzarsi del diamante e lo vendette; il nuovo proprietario, tale Jaques Colot, finì per impazzire. Vendette a sua volta la gemma ad un principe russo che ne fece dono alla sua amante. Il risultato fu che il principe uccise l’amante e fu poi ucciso a sua volta dai rivoluzionari. Il successivo proprietario fu un gioielliere greco, che cadde in un burrone. Comprato poi il diamante da un sultano turco, questi venne deposto dai rivoluzionari, finì in miseria e impazzì; il suo successore vendette la pietra in Francia al gioiellere Pierre Cartier (uno dei pochi sfuggito alla maledizione) e questi la vendette all’americano Edward Beale McLean, proprietario del Washington Post. Drammatiche furono le conseguenze: prima morì la madre, poi il figlio fu investito da un’auto, la figlia si suicidò e la moglie chiese la separazione, portandosi però via il diamante. La donna morì colpita da polmonite, l’ex marito cadde in miseria e divenne un alcolista. A conclusione della storia il successivo proprietario, il gioielliere statunitense Harry Winston, preferì non correre rischi e donò il diamante allo Smithsonian Museum di Washington, dov’è tuttora custodito.