Maria Grazia Di Martino

Founder Junior

3 marzo 1944 – la tragedia ferroviaria dimenticata

2022-03-11 14:42:52

Il più grave disastro ferroviario mai verificatosi in Italia

Il treno merci 8017 Napoli-Potenza era destinato al trasporto di legname per la ricostruzione dei ponti distrutti dalla guerra. Partito da Napoli nel pomeriggio del 2 marzo 1944, il convoglio era costituito da 47 vagoni trainati da due locomotive a vapore, viaggiava a pieno carico e non avrebbe dovuto trasportare passeggeri. Ma, giunto verso sera alla stazione di Battipaglia, centinaia di viaggiatori abusivi (che non avevano trovato posto sull’unico treno passeggeri, peraltro del giorno prima) salirono sul convoglio. Altri se ne aggiunsero alle stazioni successive fino a raggiungere la quota di 600 persone, andando così ad aumentare il già notevole peso del convoglio. Verso mezzanotte il treno giungeva a Balvano. Da lì iniziava il tratto più impegnativo di tutto il percorso, caratterizzato da una notevole pendenza con numerose gallerie strette e poco ventilate. Alle 0,50 del 3 marzo il treno ripartiva da Balvano per Bella-Muro Lucano. Avrebbe dovuto giungere lì dopo circa 20 minuti, ma non vi arrivò mai. Alla galleria “Delle Armi”, 1692 metri tutti in salita, le ruote delle due locomotive cominciarono a slittare e si bloccarono. I macchinisti tentarono la ripartenza, ma la grande quantità di monossido di carbonio e acido carbonico sviluppati fece perdere loro i sensi. La maggior parte dei passeggeri, che stava dormendo, rimase asfissiata dai gas tossici e velenosi che avevano intasato l’intera galleria. Ancora oggi non è noto il numero effettivo delle vittime; il bilancio ufficiale parla di 501 passeggeri, 8 militari e 7 ferrovieri, ma si ritiene che i passeggeri trasportati sul treno fossero in numero decisamente superiore. La commissione d’inchiesta giunse alla conclusione che si trattò di una sciagura dovuta a cause di forza maggiore, non rilevando alcuna responsabilità esterna, nonostante l’evidenza delle prove. In realtà furono molteplici i fattori che contribuirono al verificarsi della tragedia: la foschia della notte aveva reso scivolosi i binari; la conformazione della galleria non consentiva la fuoriuscita dei fumi; l’errata formazione del convoglio con le due locomotive in testa anziché una in testa e una in coda; la pessima qualità del carbone utilizzato (fornito dal Comando Militare Alleato) che non sviluppava sufficiente potenza, e infine il grave ritardo dei soccorsi. Le Ferrovie dello Stato attribuirono ai familiari di alcune delle vittime un risarcimento irrisorio, nulla per le altre vittime ritenendo che i viaggiatori erano abusivi. In realtà pare che molti di loro fossero muniti di un regolare biglietto di viaggio, ma tutto venne messo a tacere. E così, dal marzo del 1944, si attende ancora di conoscere la completa verità sulla più grave delle tragedie ferroviarie che ha colpito il nostro paese.