Marco Sciamanna

Il Giudizio

2020-06-16 05:02:29

Quante volte ti sei fermato in qualcosa che per te era importante, e hai rinunciato subito per la paura del giudizio?

La voglia di fare bella figura e la paura di essere rifiutati sono esperienze che accomunano tutti noi. Fanno parte del nostro patrimonio genetico e hanno una spiegazione evoluzionistica.


 Gli esseri umani, infatti, tendono a ricercare accettazione e apprezzamento per non essere rifiutati e allontanati. Questo aspetto, per i nostri antenati, avrebbe messo a rischio la loro sopravvivenza. Vivere in un gruppo era fondamentale per aiutarsi reciprocamente nella caccia, nella cura della prole e nella difesa dai pericoli. 


Il nostro cervello si è perciò evoluto identificando come una minaccia l’eventualità di essere allontanati, espulsi o emarginati.

Inoltre, quando si cresce, si impara che la vicinanza dell’altro deve essere guadagnata, impressionandolo per essere nella sua mente. Questi due aspetti hanno perciò portato l’uomo a garantirsi la sopravvivenza vivendo in gruppo. Anche se oggi esserne esclusi non mette a rischio la propria vita, è normale che ognuno senta la necessità e dia grande importanza all’essere accettati dagli altri.


Quando proviamo paura del giudizio altrui?


L’ansia provata in circostanze in cui siamo giudicati da altre persone (es., esame all’università, colloquio di lavoro, primo appuntamento, ecc.) è una sensazione che tutti noi conosciamo e che è normale provare. È stato infatti ampiamente dimostrato come un giusto grado di ansia, che non è né troppo elevato né troppo basso, ci motivi avere prestazioni ottimali.


Talvolta però, la paura del giudizio dell’altro emerge con intensità elevata, durante la messa in atto di una performance (parlare in pubblico) o durante le normali azioni della quotidianità (entrare in un negozio per fare acquisti). Chi ne soffre sperimenta un senso di oppressione, che lo porta a vivere con sofferenza le situazioni temute o a evitarle completamente.