Marco Falasca

LA SCOMMESSA - PRIMA PUNTATA

2019-09-03 13:13:38

Dopo gli estratti della mia raccolta di poesie "Rime dimenticate" - l'opera integrale sarà presto in vendita su amazon ed altri store (vi terrò aggiornati) - da oggi pubblicherò alcuni miei racconti a puntate. Il primo si intitola "La scommessa", per favore lasciate gentilmente un commento, grazie

Prima puntata: smacco per Casanova

Roma...un giorno qualunque


Edoardo, con piglio stizzito, attaccò la cornetta del telefono. Esitò. Accese una sigaretta, ne respirò profondamente l’aroma e sbuffando, digrignò: “Ho perso, dannazione”. Quindi pensò con sarcasmo: “Mio zio si divertirebbe molto nel vedermi: è l’unico a sapere che io fumo esclusivamente dopo che sono stato respinto da una ragazza. Proprio come adesso, Sabrina  maledetta!”. Mordendosi le labbra, per l’irrazionale timore che qualcuno avesse potuto sentire i suoi agitati pensieri, si voltò verso la vetrina nella quale conservava la collezione di bicchieri da birra: l’armonia e la completezza di quella, che egli stimava un’opera d’arte, lo tranquillizzarono.

Si diresse verso la vetrina, l’aprì, prese un bicchiere e leggendone il marchio, meditò: “Devil’s Kiss Strong Ale, Edimburgh, che immane fatica trovarlo! Eppure alla fine ce l’ho fatta. Quando voglio una cosa, qualunque sia e qualunque ne sia il valore, non posso rinunciaci: la devo ottenere a tutti i costi. Ed allora, mi chiedo, perché mai non sono riuscito a convincere Sabrina ad uscire dopodomani sera? Spero che Sabrina non diventi più importante di un raro e pregiato boccale di birra, sarebbe assurdo”.

Ma Edoardo non è un volgare e reazionario maschilista, secondo cui le donne hanno minor valore degli oggetti. Vero è, invece, che disprezza ogni cosa, ponendo sul medesimo piano tutti i valori: il ché significa annullarli. Questo non perché egli sia presuntuoso e superbo, anzi…al contrario è talmente insensibile e noncurante, da essere sovente più spietato con se stesso - al punto da non sapersi perdonare alcun errore - che con gli altri.

Il dileggio di ogni cosa, in fondo, non è altro che lo spregio della stessa esistenza umana, di quel sogno effimero, costellato di illusioni, che è la vita. Pessimismo? No. Realismo? Neanche. Cinismo? Forse. Ma la concezione del mondo che ha Edoardo è troppo personale, particolare e contraddittoria, tale da non poter essere assimilata o paragonata ad alcuna dottrina filosofica.

Dotato di un’intelligenza spigliata, d’uno spiccato intuito, Edoardo detesta i luoghi comuni, le banalità, i sofismi, i fragili ed ipocriti castelli di illusioni che le persone erigono per giustificare la propria meschinità ed esorcizzare il nulla e l’“orror vacui”. Perché egli, invece, ha il coraggio di guardare il volto della morte e per ottenere ciò che vuole, osa perfino sfidarla. Da ateo quale è, non ha alcuna ubbia religiosa od umanitaria: è consapevole che la vita è unica ed irripetibile, ma sa anche che alla fine, indipendentemente da come sarà andata, ogni individuo avrà due metri di terreno in cui giacerà solo e dimenticato.

Pertanto, se da un lato sarebbe disposto  a fare patti con il diavolo pur di raggiungere un obbiettivo, dall’altro, qualora si accorgesse dell’impossibilità di conseguirlo, si arrenderebbe senza farne una tragedia. Però, generalmente, Edoardo realizza quasi sempre i propri desideri. Donde, nel caso concreto, la sua rabbia per il mancato appuntamento con Sabrina: non dolore sentimentale - l’amore per Edoardo è un pallido riflesso dell’odio o, al limite, un surrogato dolciastro del sesso. La verità è che “Homo homini lupus”…- non vanità offesa o paura dello scherno di qualcuno (Edoardo, da tipo schivo quale è, ha ostentato raramente   le vittorie ottenute e sempre nascosto le sconfitte nelle quali è incorso: di Sabrina nessuno sa e nessuno saprà nulla), ma soltanto un senso di irritante sbigottimento di fronte ad un insuccesso che comunque avrebbe potuto essere evitato. Edoardo aveva conosciuto Sabrina da appena una settimana....(CONTINUA)