Manoa Rizzo

Mario Draghi «Chi ha spazio di bilancio lo usi, la politica monetaria da sola non è sufficiente»

2019-09-13 10:43:40

L’appello del presidente della Banca centrale europea ai paesi che «possono permettersi» di spingere l’espansione: «Chi ha spazio di bilancio lo usi, la politica monetaria da sola non è sufficiente»

L’helicopter money? La Bce non ne ha mai discusso, ma «dare soldi ai cittadini è un compito della politica fiscale non della politica monetaria». E ancora. L’inflazione sarebbe già salita e «salirebbe più velocemente» se la Bce fosse accompagnata da adeguate politiche fiscali. Il presidente Mario Draghi, facendosi portavoce di una frustrazione condivisa da tutti i membri del Consiglio direttivo, mai come ieri ha sollecitato esplicitamente e a più riprese i governi europei che possono permetterselo - e dunque per prima la Germania - a fare di più per sostenere la crescita.

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«La probabilità di una recessione nell’area dell’euro è ancora piccola - ha detto Draghi in risposta ai giornalisti - ma è salita. E per la Germania, sono due i think tank tedeschi a prevederne ora la recessione».

L’appello a incrementare crescita e domanda
Il messaggio della Bce ai governi europei è stato scandito ieri con un linguaggio più diretto e più forte che in passato. Il passaggio verso la fine della dichiarazione introduttiva, rivolto alle politiche fiscali, è stato cambiato con «modifiche concordate all’unanimità», ci ha tenuto a sottolineare Draghi. Dopo il passaggio «per poter fruire appieno dei benefici derivanti dalle misure di politica monetaria», è stata aggiunta questa frase: altre politiche devono contribuire in modo più decisivo a incrementare il potenziale di crescita a più lungo termine, a sostenere la domanda aggregata nella fase attuale e a ridurre le vulnerabilità.


Il paragrafo successivo che traccia la distinzione tra Stati che hanno spazi di manovra e Stati altamente indebitati, ha due nuove parole chiave: quanto alle politiche di bilancio, il loro orientamento lievemente espansivo nell’area dell’euro fornisce «al momento» un «certo» sostegno all’attività economica. È poi stata riscritta la frase successiva: alla luce dell’indebolimento delle prospettive economiche (che nelle proiezioni non hanno tenuto conto di hard Brexit e dell’escalation della guerra dei dazi in agosto) e di rischi al ribasso ancora pronunciati, i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero agire «in maniera efficace e tempestiva». I governi dei paesi con un debito pubblico elevato devono perseguire politiche prudenti che creino le condizioni affinché gli stabilizzatori automatici operino liberamente.



Il monito alla Germania: bisogna agire ora
Paesi come la Germania, dunque, devono agire tempestivamente e non aspettare che la recessione si manifesti in pieno, è il senso sottinteso dei commenti del presidente. Draghi ha preferito lodare esplicitamente la tempestività di un maxi-piano per la crescita varato di recente dal governo olandese. Il pacchetto di misure di stimolo deciso il 12 settembre, per rispondere alla necessità di un orientamento di politica monetaria altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo, sarebbe potuto essere meno forte, alla presenza di politiche fiscali adeguate.

Ma quando i giornalisti hanno chiesto al presidente se il pacchetto fosse stato fatto in vista dell’arrivo di Christine Lagarde alla guida della Bce, la risposta di Draghi è stata secca: «Non prendiamo decisioni in funzione dei successori». Le decisioni sono in base al mandato che è uno: la stabilità dei prezzi. Alla politica fiscale va tutto il resto: ma se negli ultimi anni sono stati creati nell’area dell’euro 11 milioni di posti di lavoro, questo ha detto Draghi lo si deve alla Bce.

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