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LA STORIA DEL VINO

2021-05-04 19:33:37

IL FALERNO, IL PIU' ANTICO VITIGNO DEL MONDO, PER I ROMANI ERA IL MIGLIORE

Tremila anni di storia ci separano dalle prime testimonianze del vino Falerno, uno dei vini più antichi del mondo. Se il vitigno areni è il primo al mondo, il Falerno è la prima Doc del mondo.
Nonostante il riconoscimento della Doc sia arrivato solo nel 1989, storicamente infatti il Falernum è la prima Doc istituita al mondo, come attestano ritrovamenti di anfore usate per il commercio e l'esportazione del vino, provviste di etichette, con inciso anno, tipologia e zona di origine, timbro e ceralacca sui tappi.
Il Falernum era il vino più famoso dell'antichità, dal sapore corposo, le cui inconfondibili caratteristiche furono decantate sin dalle Bucoliche di Virgilio.
Orazio lo definisce "ardente, Marziale "immortale", Ovidio "un epiteto di dio" e negli scritti di Tibullo troviamo la preghiera di avere quanto prima una coppa di Falernum.
Plinio lo ripartisce in tre sottotipi: dolce, tenue e austero. Inoltre gli intenditori potevano distinguere tre varietà di Falernum: il Faustianum, ritenuto il migliore in assoluto e prodotto nella zona di media collina dell'attuale Falciano del Massiccio; il caucinum prodotto nelle zone di alta collina e infine il Falernum generico, proveniente dalla pianura.
Dunque vini prodotti in tre fasce altimetriche dell' Ager Falernum e con tre diverse qualità, metodo utilizzato tutt'oggi nella classificazione dei vini francesi.
Il triangolo di produzione - la zona tra Carinola, Capua e il Massico fino a Mondragone, l'antica Sinuessa - con i suoi terreni che vanno dal medio impasto all'argilla, è un territorio fondamentale per la buona riuscita del vino: è questo l'Ager Falernum.
Negli ultimi anni è venuta alla luce nella zona una sorprendente scoperta: si tratta di un vigneto fossile, basato su una struttura romana di impianto posta in modo ortogonale. 
Dallo studio del reperto risulta che la tecnica utilizzata è giunta fino ai nostri giorni: si sono ritrovati nella sua zona di produzione dei sulci (filari) nei quali erano sistemate le viti, una forma di allevamento più avanzata rispetto a quella originaria, nella quale la confusione delle viti creava un ammasso vegetale disordinato e quasi inestricabile. 
All'interno dei solchi sono stati rinvenuti pezzi di ceramica di produzione africana, tipici dell'epoca imperiale romana, e dalle analisi svolte si è giunti a determinare che il vigneto era costituito da viti di Falernum.
Inoltre nel versante sud - ovest dell'Ager Falernum sono state ritrovate piccole piante di viti arcaiche. Sotto il profilo storico l'insediamento vitivinicolo del territorio del Falerno inizia con l'occupazione romana, quando l'Ager Campanus viene suddiviso in piccoli appezzamenti, aggiudicati ai soldati in congedo.
Grazie alla fortuna del vino questi coloni in breve tempo si arricchiscono, trasformando il territorio in una zona di grandi commerci per Roma: i prodotti vitivinicoli erano richiesti da ogni angolo dell'impero.
Ben 150 aziende operavano nell'area, allora cosparsa di imponenti ville aristocratiche, intorno alle quali prosperavano non solo la vite, ma anche le leguminose, selezionate per aiutare la coltivazione della vite grazie al loro contributo in azoto. 
L'antico Falerno non era ovviamente il vino che conosciamo oggi, perchè ai fini della sua conservazione veniva arricchito con il passito di Creta e di miele.
Tuttavia era trattato come un vero cru. Il Falernum era imbottigliato in contenitori particolari e le sue anfore sigillate con tanto di indicazione di provenienza, annata e nome del produttore. 
Nonostante la fama ed il successo, con la caduta dell' Impero romano, del pregiato e costoso vino Falerno si persero le tracce.
antonio.dacomo 4/5/21

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