L'UOMO DELLA TAVOLA

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LA STORIA DEL VINO

2021-04-20 08:00:22

SAPEVATE CHE IL FIGLIO DI DANTE ALIGHIERI NEL 1353 PRODUCEVA GIA' AMARONE?

Nel 1302, come molti sanno, a seguito della sconfitta della sua parte politica, Dante, fu esiliato e non rivide più la sua amata Firenze. Trascorse molti anni in esilio in varie città d'Italia, ma a Verona presso gli Scaligeri, fu il posto dove trascorse più tempo. 
Tale colonia di toscani ebbe a Verona vita molto attiva. Tra i vari personaggi si ricordano componenti delle famiglie degli Ervari, degli Uberti (discendenti da Farinata), dei Boncristiani, dei Neri Barucci, dei Della Seta, dei Del Bene e molte altre. 
Proprio a Verona Bartolomeo, poi Cangrande della Scala, ricevettero Dante esule da Firenze. E’ lo stesso Cacciaguida, trisavolo del poeta a profetizzare al pronipote, nel XVII canto del Paradiso, la lunga via dell’esilio e l’ospitalità scaligera: “Il tuo primo rifugio, il primo ostello sarà la cortesia del gran lombardo”.
Dante lasciò Verona per Ravenna negli ultimi anni della sua vita, ma la sua discendenza rimase  nella città scaligera: infatti suo figlio fu quel Pietro, giudice, morto nel 1364 che tornò a Verona nel 1322 con funzione di giudice e delegato generale del podestà.
Stabilitosi nella città dei della Scala, vi sposò Jacopa figlia di messer Dolcetto della Seta, pistoiese, anch’egli immigrato politico. Custode, col fratello Jacopo, dei manoscritti del padre e tra i primi commentatori della Commedia, Pietro ebbe dalla moglie otto figli: Dante II, Bernardo, Jacopo, Antonia, Elisabetta, Alighiera, Gemma e Lucia.
Nel 1353 Pietro Alighieri acquistò la possessione di Casal dei Ronchi, che aveva già nomea per l’eccellenza dei sui vigneti, a Gargagnago, nel cuore della Valpolicella Classica, tutt’ora il cuore della proprietà.

Da ventuno generazioni la discendenza del Sommo Poeta vive nelle Possessioni, simbolo della storia vitivinicola della Valpolicella. I Conti Serego Alighieri condividono con Masi, il grande amore per questa terra, affiancandoli nella produzione di vini prestigiosi, eredi di una tradizione vitivinicola antica, nobile ed esperta.
La Serego Alighieri è la tenuta della Valpolicella con la più lunga tradizione storica, culturale e vitivinicola: oltre 650 anni.
Nel 1549 avvenne l’unione tra la famiglia Alighieri, che si era trovata ad avere solo eredi femmine, e i Serego, potente famiglia dell’Impero: da allora la discendenza porta il doppio cognome Serego Alighieri. Marcantonio Serego si dedicò attivamente nel Cinquecento a inedite forme di agricoltura e a nuove soluzioni per bonificare e accrescere la redditività delle sue possessioni. A partire dal Settecento si è sviluppata nella tenuta un’agricoltura intesa come scienza ed arte, dove ogni coltura è ubicata nel suo habitat naturale. Negli Anni Venti del Novecento Pieralvise Serego Alighieri, dopo la filossera, istituì la Scuola di Agricoltura a Gargagnago per reimpiantare i vitigni autoctoni locali.

Il Conte Sperello di Serego Alighieri, che è un astrofisico che si occupa di galassie e di cosmologia, ci racconta: «Dante, in esilio da Firenze, aveva vissuto a lungo a Verona, ospite degli Scaligeri. Suo figlio Pietro era giudice a Verona e nel 1353 comprò un terreno a Gargagnago, in Valpolicella. Questo terreno è tuttora di proprietà della mia famiglia. Poi, nel ‘400 vi venne costruita una villa. Mio padre è nato lì. Ora è di proprietà di mio cugino Pieralvise, figlio del fratello maggiore di mio padre. Nel ‘500 era rimasta solo una discendente femminile di Dante, Ginevra Alighieri. Che nel 1549 sposò Marcantonio di Serego.  Lo zio di Ginevra, Francesco Alighieri, ultimo discendente maschio di Dante,  lasciò in testamento a Ginevra, oltre ad alcune proprietà fra cui quella di Gargagnago, anche l’obbligo di unire al cognome di Serego quello di Alighieri, per i suoi figli e i suoi discendenti. Quindi la mia discendenza dal Poeta è tutta per linea maschile, tranne che per il passaggio da Ginevra».

Nella proprietà si possono ancora ammirare viti antichissime, risalenti al 1875, di uve Molinara, una qualità che ancora si utilizza per la produzione dell’Amarone.
Dal 1973 Serego Alighieri è tra le tenute di grande valore storico e vitivinicolo nell'alveo del Gruppo Masi. Oggi la proprietà si apre ai visitatori per svelare l’anima della Valpolicella e la sua memoria storica.
Sono tanti i luoghi magici della tenuta, a partire dalla cantina, la più antica della Valpolicella, dove il vino riposa in antiche botti di ciliegio da 600 litri. Una usanza, quella di usare il ciliegio, tipica di questi luoghi, data la sua capacità di aumentare la morbidezza e la rotondità dei vini, dando risalto all’aroma tipico delle uve della Valpolicella. E, insieme alla cantina, la fruttaia, dove le uve appassiscono naturalmente in cassettine, per quasi tre mesi, per dare all’Amarone quel gusto così pieno che lo caratterizza. Ci sono poi gli otto appartamenti della Foresteria, immersi nel vigneto e nella natura, ristrutturati con cura mantenendo l’anima del luogo, dove godere appieno dell’atmosfera elegante della tenuta.
I vini della Tenuta
Da ventuno generazioni la discendenza di Dante vive nelle Possessioni, simbolo della storia vitivinicola della Valpolicella. Masi affianca i Conti Serego Alighieri nella produzione di vini prestigiosi, Amaroni ma non solo. Nella tenuta si fanno anche Valpolicella Classico Superiore Doc, Recioti, e un blend di Garganega e Sauvignon, oltre a un olio extravergine di oliva fruttato e speziato, prodotto con olive raccolte nella tenuta. Il riconoscimento dei Reader Awards Food and Travel Italia a Possessioni Serego Alighieri si aggiunge a diversi premi ottenuti negli anni passati, tra cui l’internazionale Best of Wine Tourism attribuito nel 2018, che ha collocato la tenuta tra i principali luoghi di accoglienza enoturistica delle Capitali del Vino di tutto il mondo. Un luogo dove far riposare il corpo e nutrire lo spirito di bellezza ed emozioni.
antonio.dacomo 20/4/21