L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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LA STORIA DEL VINO

2021-04-17 19:07:04

VALIS POLIS CELLAE - I ROMANI HANNO PRODOTTO IL VALPOLICELLA PER PRIMI?

Valis polis cellae, la valle delle molte cantine, è il nome con il quale i romani battezzarono la regione dopo aver avviato la produzione e la commercializzazione dei vini. 

La vitis vinifera giunge nell'area del Garda intorno al VII secolo a.C., portata dagli etruschi, e il vino retico conosce il suo massimo splendore nell'era di Augusto.

Secondo Svetonio lo stesso imperatore esige abitualmente quel vino sulla sua tavola, mentre Plinio ne esalta le qualità ma mette in guardia dal piantare la vite retica in altre terre perchè essa preferisce un clima mite.

Con il termine Raetia dapprima i romani indicavano un territorio compreso tra il veronese - trentino e il comasco - valtellinese. L'iniziale conquista romana, descritta da Cassio Dione, ben presto si trasformò in prolungate campagne militari che ampliarono verso nord i confini della Raetia. 

Augusto inviò nell'area Tiberio e Druso con un grande dispiegamento di mezzi, e ai tempi di Claudio la Raetia Vindelicia et Vallis Poenina comprende l'Alto Adige, la Baviera meridionale, parte dell'odierna Svizzera, parte dell'Austria occidentale e il territorio alpino italiano.

Il primo uso del termine "retico" lo troviamo proprio in riferimento al vino: è Catone il Censore a descriverlo come pregiato.

Le aree vitate collinari dell'epoca romana non sono sicuramente comparabili con quelle di oggi. Allora la superficie totale non superava i 5.000 ettari.

Le coltivazioni si estendevano soprattutto nella zona della Valpolicella e nella Valpantena. Si presume vi fossero coltivazioni anche intorno al Benaco e vicino a Lazise. Columella descrive queste viti come bisognose di una grande quantità di lavoro umano e si ipotizza che le dimensioni di una singola azienda non superassero i cinque ettari. 

Verona conserva un bassorilievo di grappolo d'uva proprio dell'epoca di Augusto, oltre a numerose raffigurazioni riguardanti il consumo del vino. Notevoli depositi di anfore sono stati ritrovati in zona a testimoniare l'intenso scambio commerciale vinicolo che avrebbe avuto luogo tra le varie città.

Dall'uva retica si otteneva un vino possente, considerato da Virgilio secondo solo al celebre Falerno. Un ultimo dettaglio può far incuriosire gli appassionati dell'Amarone: l'uso di appassire l'uva nella Valpolicella è di origine antica, come testimoniato dai ritrovamenti negli scavi di una villa romana del II - IV secolo d.C. 

Se non era Amarone, era comunque considerato un vino meritevole di procedure di vinificazione particolari. 

antonio.dacomo 17/4/21