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LA STORIA DEL VINO

2021-04-14 09:06:58

COSA C'ENTRANO I ROMANI CON I VINI FRANCESI E IL PORTO ?

Narbo Martius, l'attuale Narbonne, era una città nel sud della Francia, fondata nel 118 aC. È stata la prima colonia romana fuori dall'Italia. Il porto è stato utilizzato per la marina da Giulio Cesare e da Pompeo. Intorno al 46 a.C. Giulio Cesare costruì un nuovo porto, mentre l'imperatore Augusto riorganizzò la città.
Narbo Martius divenne la capitale della Gallia Narbonensis e da quel momento fu chiamata Colonia Iulia Paterna Narbo Martius . La Languedoc-Roussillon ha probabilmente la viticoltura più antica di Francia e anche la più abbondante.

Narbo era un importante collegamento tra il Mar Mediterraneo e l'Oceano Atlantico. La città si trovava strategicamente in un punto in cui furono costruite due strade romane, la Via Domitia, che collegava l'Italia con la Spagna, e la Via Aquitania, da Narbo Martius verso l'Oceano Atlantico. La città aveva una sede commerciale ad Ostia sul Piazzale delle Corporazioni, A Port Vendres, 100 km a sud di Narbonne, è stato indagato un importante naufragio.

Durante l'avanzata romana (a partire dal 125 a.C.) lungo il corridoio della valle del Rodano in direzione Nord e a Ovest verso la Linguadoca si vide la diffusione della vite e lo sviluppo della sua relativa industria nella regione gallica. I più importanti centri commerciali furono Narbonne e Port-Vendres. 
I primi vigneti sembra fossero piantati intorno al 125 a.C. da parte dei romani nella zona dove oggi sorge la città di Narbonne, anche se altre fonti dicono che già i celti si dedicassero alla coltivazione della vite in queste zone.
I recenti ritrovamenti di antichi vinaccioli di Cannonau (grenache) in vari siti archeologici della Sardegna hanno permesso di riscrivere parte della storia dell'origine della domesticazione della vite in Italia e nel Mediterraneo. Sembrerebbe che la Grenache, e anche il Carignan , siano stati portati dai fenici in tutto il golfo e anche in Spagna, con i loro commerci.  Questo succedeva molto prima dell’arrivo Romani, intorno al 1000 a.c.
E’ certo che nella colonia di Narbo si produceva vino che veniva poi trasportato via terra fino al fiume Garonna e quindi alle legioni romane in Aquitania, così come nella Gironda dove prendeva la via dell'oceano. L'elevata produzione vinicola della Languedoc-Roussillon pare che fosse già un problema ai tempi dei romani: fonti storiche raccontano che in queste terre si produceva più vino di quanto se ne riuscisse a esportare. 

L’enologia e la viticoltura della Languedoc-Roussillon conobbero un ulteriore sviluppo durante il Medio Evo, grazie al lavoro dei monaci. Lo sviluppo commerciale della Languedoc-Roussillon iniziò a partire dal XVII secolo. A partire dal 1855, con la costruzione delle reti ferroviarie che consentivano rapidamente di fare arrivare il vino nelle zone settentrionali della Francia, iniziò la crescita  della regione che arrivò in breve tempo a quadruplicare la sua produzione. Lo sviluppo della viticoltura fu bruscamente arrestato dall’arrivo della fillossera, cui la regione fu una delle prime a rispondere con una veloce ed efficace ricostruzione dei vigneti che le consentì di diventare, alla fine del XIX secolo, il principale produttore di vini di Francia. La produzione di vini leggeri e ordinari accompagnò la Languedoc-Roussillon iniziò con la creazione di cooperative vinicole neglli anni ’30  e si protrasse fino all’inizio degli anni 1990. Quando si comprese finalmente l’importanza della produzione di qualità, l’iniziativa dei produttori indipendenti portò al crollo drastico della produzione dei vins de table.
LA RISPOSTA FRANCESE DEL PORTO. E proprio la Granaccia è il protagonista di questa parrticolarità di vini che troviamo nel Sud-Ovest della Francia.
Fu un medico, alchimista di nome Arnaud de Villeneuve (capo dell'Università di Montpellier) che scoprì nel 1285 il metodo del 'mutage' , quando capì che la fermentazione del vino poteva essere arrestata aggiungendo puro spirito d'uva, lasciandolo così naturalmente dolce - 'il matrimonio tra spirito e vino'. I vini di Banyuls e di Maury vengono lasciati fermentare fino a raggiungere circa il 6% di alcol, quindi viene aggiunto l'acquavite d'uva, aumentando il livello di alcol a circa 15-16,5%.
Ed è proprio in questa zona del Rossiglione, lambita dal confine spagnolo, che nascono alcuni vivi molto interessanti e ben noti ai appassionati del settore
Il nome che Arnaud ha dato ai vini prodotti in questo modo era "Vins Doux Naturels" o "vini naturalmente dolci" . Sebbene il nome sia in qualche modo fuorviante, il processo è stato utilizzato per la produzione di altri vini fortificati come Porto e Madeira per molto tempo. Il metodo di produzione dei "vins doux naturels" oggi è sostanzialmente inalterato rispetto a quando fu inventato per la prima volta.
Il vitigno principale a partire dal quale si producono Maury e Banyuls in versione rossa è il Grenache Noir, coltivato ad alberello. Possono essere usati anche altri vitigni, come il carignan ed il Syrah, ma i migliori produttori in genere sono molto parchi nell’aggiungerli alla cuvée. Per le versioni bianche, più rare, vengono usati Grenache Blanc e Gris e Macabeu, oltre, in minor misura, ad altri vitigni locali. Le rese autorizzate sono bassissime (30 hl/ha), ed i mosti debbono avere un livello naturale di zuccheri pari a 252 g/l. La vinificazione avviene tramite mutizzazione con aggiunta di alcol al mosto parzialmente fermentato. Successivamente, nel caso del Banyuls, il vino viene invecchiato in recipienti di legno di varia misura, spesso assai vecchi, riempiti solo parzialmente e lasciati all’aria aperta per accentuare i processi ossidativi. Per il Maury il procedimento è ancora più caratteristico: il vino viene esposto in pieno sole sulle terrazze in damigiane di vetro dette bonbonnes; gli sbalzi violenti di temperatura e l’effetto dei raggi solari, in questo caso, esasperano l’evoluzione ossidativa del vino.

Banyuls è solo uno dei vini fortificati prodotti nella regione della Linguadoca-Rossiglione, che ospita alcuni dei vigneti più antichi del mondo. La prova dell'influenza greca e romana nella vinificazione può essere vista oggi negli elaborati terrazzamenti che attraversano le colline della regione. L'area vinicola si trova nell'angolo meridionale della Francia che si unisce alla Spagna, e vive estati molto calde e gli inverni sono influenzati dai venti "tramontani" che soffiano secchi, freddi e spesso violenti da nord. AOC Banyuls è una delle più antiche di Francia - risale al 1936 e la denominazione è composta dalle 4 città; Banyuls-Sur-Mer, Cerbère, Collioure e Port-Vendres . La superficie vitata di Banyuls è di circa 620 ettari, con l'area di Banyuls Grand Cru di circa 260 ettari. Le uve includono: Grenache Noir, Grenache Blanc, Grenache Gris, e altri vitigni rossi. Banyuls è l'unica denominazione di vini dolci in Francia autorizzata a utilizzare la denominazione di "Grand Cru" 

Maury,  a 30 km da Perpignan,  si presenta come un quadrilatero largo 3 km e lungo 11 km. Inizia nella pianura dell'Estagel e termina a ovest alle porte di Saint-Paul-de-Fenouillet. Il vigneto occupa piccole colline in una zona di bassa pressione delimitata a nord e sud da notevoli falesie calcaree. È su uno di questi crinali che pende il castello cataro di Queribus. Il terroir di questo vino dolce naturale è relativamente omogeneo, con un vitigno predominante - Grenache Noir - e suoli composti quasi esclusivamente da scisti neri, da cui il nome Maury: Amarioles o Amariolas che significa "terra nera". Dal 2011, si produce anche vini rossi secchi dominati da Grenache.
I vigneti sono costituiti da scisti grigi del periodo Cambriano. Le viti si aggrappano a pendii ripidi o su terrazzamenti molto stretti sostenuti da muretti. La regione vinicola è un misto di terrazzamenti e pendii dove è necessario vendemmiare a mano e talvolta utilizzare muli, cavalli o anche funivie per trasportare il raccolto., a condizioni molto rigorose relative al suolo, alle rese e alle condizioni e ai controlli esatti della produzione. Le sue caratteristiche sono una fortificazione del vino, una percentuale obbligatoria del 75% Grenache Noir e un invecchiamento minimo di 30 mesi in botti di rovere.

antonio.dacomo 14/4/2021