Nasceva così, dal fervore ascetico di Bernard de Fontaine, il futuro dell’abbazia di Citeaux, un minuscolo avamposto tra le foreste della cittadina di Beaune. I suoi monaci fecero proprio il nome di Citeaux, scegliendo di chiamarsi Cisternensi, e si vestirono di bianco anziché di nero.
Istruiti, spartani e inflessibili, i membri del piccolo esercito di Citeaux, un quindicennio dopo, trovarono il proprio comandante in Bernardo di Chiaravalle, fondatore dell’omonimo monastero (Clairvaux) e supremo animatore dell’ordine. Maestro di teologia e retorica, fervente animatore del dibattito religioso del tempo, diede con astuzia una regola ai Templari, paradossale caso di ordine monastico legittimato alla guerra armata.
La storia della Borgogna vinicola moderna nasce allora, tra le colline della Cote de Beaune, a Meursault, dove i Cistercensi riscossero il primo, tangibile, segno di stima dei potenti duchi di Borgogna: un largo appezzamento di vigneto recato in dono dal duca Oddone, al quale era nota la feroce disciplina del lavoro di quei giovani in tonaca bianca. Fama meritata, certamente, se una seconda donazione arriverà, nel 1110, sulle rive del fiume Vouge, per mano del figlio Ugo II.
Dieci secoli prima di Benedetto XVI, la vigna del Signore, insomma, era già nella mente del clero: sarchiata, vangata, potata e curata, per i Cistercensi essa era strumento di vicinanza a Dio. Per averlo più vicino, essi non rinunciarono a farsi imprenditori, assumendo centinaia di laici per curare al meglio i vari appezzamenti. Osservatori instancabili, i frati bianchi coniarono per primi l’idea del cru, di un vigneto omogeneo, capace di produrre ogni anno vini di qualità costante e identificabile; loro, inoltre, l’idea tutta **borgognona del climat, **del vigneto onorato del nome, per stile e valore unici.
Ben presto tutta la Cote d’Or a nord di Meursault si riempie di recinzioni di pietra, in un trionfo **di clos **i cui nomi traevano spesso origine dalle chiese proprietarie (come il Clos de Tart, posseduto dalle suore cistercensi di Notre Dame de Tart), dalla conformazione particolare della zona (come Montrachet, collina calva, fedelmente alla natura brulla del cocuzzolo), dalla storia del luogo **(La Romanée, **nato su un antico vigneto romano). Inondato di donazioni, arricchito da elemosine e messe di suffragio, mantenuto dai fiumi di vino venduti, l’ordine Cistercense seguirà, nei secoli, la parabola che già fu dei fratelli Cluniacensi, declinando sul finire del XV secolo, con l’unificazione della Francia.