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LA STORIA DEL VINO

2021-03-30 08:56:57

IL VINO PIU’ FAMOSO DEL MONDO, ROMANÈE CONTI, DEDICATO AGLI ANTICHI ROMANI?

L’origine del nome Romanèe sicuramente risale ai forti legami della regione con la dominazione romana in Gallia.
L'accampamento legionario di Mirebeau (a pochi chilometri da Digione) fu creato probabilmente per la prima volta nel territorio dei Lingoni, non molto distante da Vesontio, all'epoca di Augusto, dopo circa 30 anni dall'occupazione della Gallia di Cesare degli anni 58-50 a.C. e la successiva fase di romanizzazione, e riaperto attorno al 70. Si trattava di un centro strategico non molto distante dalla capitale Lugdunum e dal limes renano della Germania inferiore.
                                                                  LUGDUNUM
Il campo sorse in una zona utilizzata già da Gaio Giulio Cesare, durante la conquista della Gallia (58-50 a.C.). Sappiamo, infatti, che nel 53 a.C. Cesare collocò due legioni nel Paese dei Lingoni, mentre dopo la resa di Alesia inviò nei pressi di Vesontio (tra i Sequani) le legioni VII, XV e la cavalleria con Tito Labieno ed il suo luogotenente, Marco Sempronio Rutilo.
La prima testimonianza scritta sulla città di cui siamo a conoscenza appare nel De Bello Gallico di Giulio Cesare sotto il nome di Vesontio .
Nel IV secolo d.C., una B sostituisce la V di Vesontio e il nome diviene Besontio o Bisontion, per subire numerose trasformazioni durante i secoli fino a divenire Besançon intorno alla metà del XIII secolo.
                       Besançon Porte Noir                                                    Vesontio
Besançon è famosa per essere stata uno degli oppida più importanti della Gallia ai tempi della conquista di Gaio Giulio Cesare. Il suo nome era "Vesonzione" (Vesontio in latino), e apparteneva al popolo celta dei Sequani.
I Romani ingrandirono la città, costruendo numerosi edifici da una parte e l'altra del kardo (l'attuale Grande Rue), e perfino dall'altra parte del fiume Doubs dove costruirono un anfiteatro che poteva contenere fino a 20.000 persone (attuale Rue d'Arènes). Altre vestigia dell'epoca romana sono la Porta Nera (eretta sotto Marco Aurelio nel 175 d.C.), i condotti dell'acquedotto, alcuni mosaici tra i quali spicca quello detto "la Medusa" ritrovato in una domus romana cittadina.
                                  Domiziano 
Secondo quanto riferisce E. de Moucheron, nel testo “Grands Crus de Bourgogne, Histoires et traditions vineuse” (1955), furono le legioni romane a portare la vite in Borgogna; a seguito di ciò, i Galli diedero vita ad una intesa produzione vinicola, che entrò ben presto in competizione con la produzione di vino fatta in Italia.
Per arrestare la diffusione della produzione di vino in Francia e limitare la concorrenza con i produttori latini, l’imperatore Domiziano emanò un editto nel 92 d.C. che ordinava l’espianto di metà dei vigneti della Gallia; questa situazione si protrasse per oltre 200 anni e solo nel 281 d.C. l’imperatore Probo revocò il precedente editto.
Il popolo della Gallia iniziò allora, con l’aiuto dell’esercito romano, a ripiantare viti, importando talee prevalentemente dall’Italia, Svizzera e Narbonne.
In realtà, appare più verosimile il fatto che fu lo stesso imperatore Probo ad imporre alle colonie la scelta di un vitigno da impiantare, selezionato in quanto particolarmente resistente, tenendo anche tenendo presente che a quel tempo la riproduzione della vite veniva fatta prevalentemente tramite seme.
                                                                        Lione
Recenti studi di genetica, tramite analisi del DNA, hanno infatti dimostrato che le viti della Borgogna discendono tutte da un antenato comune, un vitigno che era stato importato da Probo dalla Dalmazia, e che subì successiva ibridazioni, cioè trasferimento di materiale genetico da una specie all’altra attraverso ripetuti incroci.
In ogni caso, nel corso dell’opera, i Galli vollero esprimere la propria gratitudine all’imperatore per la ritrovata prosperità, dedicandogli un vigneto che chiamarono Romanèe; l’imperatore, lusingato, coniò una moneta con impressa la sua immagine e sull’altra faccia un grappolo d’uva.

dacomo 11/3/2021