Nel XV e XVI secolo, Venezia fu il primo grande mercato nel Mediterraneo dai tempi degli antichi Romani, quando la stessa funzione era stata svolta da Ostia. Venezia non si limitava importare Malvasia e altri vini dolci da Creta, dalla Grecia o da Cipro, per poi esportarli di nuovo: i suoi mercati stipavano i loro fondachi con vini provenienti da entrambe le sponde dell'Adriatico e dell'entroterra Veneziano. Anche queste vini erano fatti per essere quanto più forti possibile, seguendo l'esempio dei Greci.
I vini come il grk di Curzola (Korcula), il vugava di Vis e il dingac e il postum della penisola di Peljesac, e il proseck, famoso per dare facilmente alla testa, sono tutti i prodotti con uve passite. intorno a Fiume (Rijeka) oltre a vitigno locale, chiamato a teran, che sul nudo terreno carsico della costa produce vini potenti, fu piantata la Malvasia greca.
Il proseck è fatto con un’uva chiamata marastina, con la quale sull’isola di di Lesina (Hvar) si ottiene il forte eccellente carasmokvica - che non è sempre non sembra avere nulla a che fare col prosecco, il famoso vino spumante prodotto oggigiorno.
Il blocco delle importazioni a dall’Oriente da parte dei Turchi, stimolò i veneziani e sviluppare nuovi vigneti intorno a Verona e i suoi rilievi vulcanici dei Colli Euganei a sud di Padova, ancor più vicini a casa loro. Le regioni di Bardolino, della Valpolicella e di Soale vennero incoraggiate a far parzialmente essiccare l'uva, in modo da produrre vini ad alto contenuto alcolico.
Oggi questa tradizione continua con il potente Recioto Amarone della Valpolicella e di Soave
antonio dacomo 16/3/2021