L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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LA STORIA DEL VINO

2021-03-26 20:26:37

NEL ‘400 I VENEZIANI, CON LE LORO GALEE, SONO STATI I PIU’ GRANDI COMMERCIANTI DI VINO IN EUROPA.

Nel 1453 , l’anno in cui l’Inghilterra perse Bordeaux, lo stesso in cui i Turchi conquistarono Costantinopoli, i veneziani, vista la buona occasione, mandano subito ai reali di Inghilterra otto barili del loro vino migliore, la malvasia. Gli Inglesi abboccarono all’amo, e la dolce malvasia fece furore. Per quasi 25 anni i Veneziani fecero grandi affari con gli Inglesi, finché stufi dell’avidità dei mercanti veneziani, cercarono loro stessi con il loro mercantili nuovi mercati sulle coste dell’Atlantico e del Mediterraneo.
Nel XV e XVI secolo, Venezia fu il primo grande mercato nel Mediterraneo dai tempi degli antichi Romani, quando la stessa funzione era stata svolta da Ostia. Venezia non si limitava importare Malvasia e altri vini dolci da Creta, dalla Grecia o da Cipro, per poi esportarli di nuovo: i suoi mercati stipavano i loro fondachi con vini provenienti da entrambe le sponde dell'Adriatico e dell'entroterra Veneziano. Anche queste vini erano fatti per essere quanto più forti possibile, seguendo l'esempio dei Greci.
Le tradizioni vinicole della Dalmazia, dell'Istria e delle molte isole circostanti rappresentavano probabilmente la ripresa da parte di Venezia di una pratica antica.
I vini come il grk di Curzola (Korcula), il vugava di Vis e il dingac e il postum della penisola di Peljesac, e il proseck, famoso per dare facilmente alla testa, sono tutti i prodotti con uve passite. intorno a Fiume (Rijeka) oltre a vitigno locale, chiamato a teran, che sul nudo terreno carsico della costa produce vini potenti, fu piantata la Malvasia greca.
Il proseck è fatto con un’uva chiamata marastina, con la quale sull’isola di di Lesina (Hvar) si ottiene il forte eccellente carasmokvica - che non è sempre non sembra avere nulla a che fare col prosecco, il famoso vino spumante prodotto oggigiorno.
                                                                                                        isola di lesina
Il blocco delle importazioni a dall’Oriente da parte dei Turchi, stimolò i veneziani e sviluppare nuovi vigneti intorno a Verona e i suoi rilievi vulcanici dei Colli Euganei a sud di Padova, ancor più vicini a casa loro. Le regioni di Bardolino, della Valpolicella e di Soale vennero incoraggiate a far parzialmente essiccare l'uva, in modo da produrre vini ad alto contenuto alcolico.
Oggi questa tradizione continua con il potente Recioto Amarone della Valpolicella e di Soave
Il contributo più duraturo di Venezia alla cultura del vino fu l'arte del vetro trasparente, che era andata perduta dai tempi dei Romani: Intorno al 1300 la Serenissima la reimportò della Siria all'isola di Murano. Nel sedicesimo secolo chi voleva ammirare i vini migliori poteva ormai permettersi il vetro veneziano, che cominciò ad essere imitato in tutta Europa.

antonio dacomo 16/3/2021