L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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LA STORIA DEL VINO

2021-03-26 08:33:41

IL VINO CHE PIU’MALTRATTAMENTI SUBIVA, PIÙ RISULTAVA BUONO.
IL MADEIRA, IL VINO DA RHODA.

La storia riferisce che nel 1500 la maggior parte dei vini di Madera erano vini più che normali, bianchi e rossi, secchi, che venivano consumati molto presto, giovani, al massimo entro l’anno successivo alla vendemmia. Si faceva solo un’unica distinzione tra quelli normali e quelli prodotti con uva Malvasia le cui vigne occupavano le zone più alte nelle migliori località del Sud dell’isola.
Infatti i vini vinificati con l’uva Malvasia di Creta (il cui vero luogo di provenienza era Monomvasia, nel Peloponneso, da cui Malmsey) erano vini ricchi, dolci, malvasia che era stata introdotta dai Veneziani.
                              monomvasia                                                    sercial
Gli altri vini venivano prodotti con uve SERCIAL, della, BUAL, VERDELHO e NEGRA MOLE. Durante il regno della Regina Anna d’Inghilterra, anni di crisi per la corona britannica, le navi in rotta per i Caraibi avevano ordine di non passare più per Madera e quindi sull’isola aumentarono le scorte di vino e i mercanti, per la mancanza di botti, furono costretti a distillare parecchio vino ottenendo alcool. Questo brandy, per puro caso, fu usato per addizionare alcune partite di vino in partenza per l’Inghilterra, come già successe per il fratello Porto e si scoprì che anche questo vino acquistava un gusto più marcato, più forte, con caratteristiche diverse e fu nuovamente un successo per l’isola perché questo nuovo prodotto veniva ora richiesto non solo dall’Inghilterra ma da tutte le parti del mondo.
L’interesse maggiore fu rivolto al vino ottenuto da uve Malvasia, che aggiunto di brandy e fatto invecchiare di qualche anno, spuntava prezzi incredibilmente elevati. Per la conservazione di questi vini da invecchiare non esistevano cantine sufficienti e le botti erano tenute all’aria aperta o nelle soffitte dei magazzini, calde e soleggiate, dove il vino subiva trasformazioni di colore e di gusto (da cui il termine maderizzazione) e il suo sapore migliorava giorno dopo giorno. Questi vini venivano poi spediti e una volta raggiunta la destinazione erano travasati in damigiane lasciate ancora sotto il sole pungente delle banchine. Una cosa fu accertata: più maltrattamenti subiva il vino, più risultava vellutato e carezzevole. Oltretutto le grandi traversate via mare, con il rullio e il caldo delle stive, rendevano ancora più spiccate e pregevoli le caratteristiche del vino al punto tale da indurre i produttori a far fare al vino un viaggio di andata e ritorno sulle navi.
                                                             fregata susquehanna
Nell’Ottocento questo vino fu chiamato vino da rhoda (vino da girotondo). A questo scopo si costruirono barili più grandi che venivano sistemati nelle stive delle navi al posto della zavorra che restavano così in giro sulle navi da 6 a 8 mesi prima di ritornare a Funchal. Le navi, con il loro tesoro in vino, diventavano oggetto dei pirati che a loro volta venivano derubati da altri predoni del mare alla ricerca specifica del vino di Madera. Si arrivò addirittura a far scortare le navi da altri mercantili armati allo scopo. L’amore per questi vini esercitò grandi passioni al punto da riportare sulle bottiglie, con scritte a mano, il nome della nave che lo aveva sballottato rendendo così ancora più preziosa la bottiglia. Tra le navi utilizzate a questo scopo si ricordano: la COMET, la CONSTITUTION, la HURRICANE e la SUSQUEHANNA del comandante Perry che trasportò botti di Madera sino in Giappone e ancora negli Stati Uniti prima di riportarli a Madera. Questo “vino da rhoda” però subiva cali notevoli, anche per i continui assaggi della ciurma, ed aveva costi non indifferenti per il carico e scarico delle botti. Si pensò quindi di creare le stesse condizioni sulla terra ferma cercando di simulare gli effetti del mare (caldo, rullio, movimento). Nel 1794 nasce per opera di un abate portoghese (ma guarda che combinazione questi frati !!!) la prima estufagem e i vini così ottenuti vennero chiamati “vinho da estufagem”.

Ancora oggi il vino di Madera è ottenuto con lo stesso procedimento in magazzini riscaldati a riciclo d’acqua calda dove la temperatura tocca i 55/60 ° e i fusti vengono spesso agitati. Alcuni noti ” master of wine ” e giornalisti del settore esperti in vini portoghesi hanno messo in discussione questo metodo avendo avuto modo di degustare antiche riserve ottenute senza l’estufagem. I pareri sono discordi in quanto si dice che se non ottenuto con l’estufagem il vino non può essere considerato tipico e non conserva, secondo loro, quella nota aromatica caratteristica di freschezza. In una degustazione alla cieca su BUAL di dieci anni, al primo posto, si classificò un vino de ” canteiro “, cioè non sottoposto al processo di estufagem e passato successivamente in barriques. La polemica è aperta e siamo certi che continuerà a far parlare ancora di questa diatriba degli anni ’90 come siamo certi che continueranno ad essere grandi i vini contenuti nelle favolose bottiglie di 200/220 anni fa ottenuti con il sistema del “vino da rhoda”.