L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

LA MACCHINA DEL TEMPO - 2a PARTE

2021-03-26 13:16:39

LA FAMOSA INVASIONE DEGLI OSTI DI ALTOPASCIO.

                             ristorante da Mauro di via Maria Vittoria

- Il Mon Ami di via San Dalmazzo 16, di Gino Giusti e Maria Adele, aperto nel 1969 sulle spoglie di un’altra Trattoria Toscana, Checco e Pina degli anni ‘50, e ancora prima dalla Fiaschetteria Salvatori negli anni ‘40. I “Giusti” era una famiglia di “Altopascesi” famosa a Torino; infatti, Mauro Giusti aprirà la Trattoria Da Mauro (ne parlerò in seguito) e Marco Giusti per anni ha portato avanti un frequentatissimo Ristorante Zia Amelia di Via Nizza (un altro Toscano storico). Il Mon Ami, un posto indimenticabile dove venivamo coccolati dai proprietari e negli anni abbiamo conosciuto i fratelli Piras che sin da giovanissimi avevano fatto la gavetta nel ristorante (1972), Angelo Piras che era cameriere e Battista Piras, cuoco. Angelo negli anni diventerà anche lui uno chef e da anni è il patron del San Domenico di Chieri. Battista e la moglie Anna, hanno continuato la gestione del Mon Ami per anni dopo che i coniugi Giusti hanno lasciato in mano ai giovani. Il Ristorante, in seguito, è diventato il Rural e ora si chiama Angolo 16. Angelo Piras si ricorda ancora dello chef di quegli anni, Roberto Donasoldi, un famoso personaggio di allora. Battista Piras e sua moglie Anna continuano ad operare nel ristorante, rendendolo sempre un’ottima sosta Toscana e di pesce.

Come non ricordare da Zia Amelia, un locale in cui ho mangiato diverse volte, forse preferivo il Mon Ami, in cui ero più coccolato, ma anche qui si respirava un'atmosfera di grande Toscanità. Si trovava in Via Nizza su lato della Stazione, Isaldo , Ivano e Osvaldo Giusti, fratelli dei suddetti Gino e Mauro.  Osvaldo ha anche lavorato per 45 anni nella cucina di Mauro.

- Altri personaggi toscani che “sono ancora sulla cresta dell'onda!” sono Antonio e Claudia Ceccarelli di Massa Carrara, arrivati a Torino nel 1958. Claudia figlia del grande Francesco Ceccarelli, patron della Griglia, locale che ha fatto la storia a Pino Torinese insieme alla Pigna d’oro. Dopo si era spostato a Torino dove per un certo periodo aveva gestito La Smarrita e il Ghibellin Fuggiasco. Antonio e Claudia per anni hanno gestito con molto successo “il 24” di via Montebello e “il Sole” di via Maria Vittoria, gestito insieme al fratello di Antonio, e adesso chiuso. Antonio è uno di quegli chef che da cinquant’anni delizia i torinesi con una ristorazione espressa fatta di piatti toscani e piemontesi assolutamente eccelsi. Da qualche anno hanno acquistato questo localino, Ceccarelli, in Via Santorre di Santarosa 7 (negli anni '90 c'era il Salsamentario), frequentatissimo locale poco distante dalla Gran Madre e da via Monferrato.

                               da Ivo                                              da Marcello


- L’Appenino Pistoiese di via Nizza 69, famiglia di San Marcello Pistoiese, metà di ottime cene, ricordo ancora il pecorino ai ferri. Aimè, anche questo locale ormai chiuso da anni ed ora una pizzeria.

- Il Ristorante Da Mauro, la madre di tutte le trattorie toscane aperte a Torino, così scrive un giornalista, nasce per volontà di Mauro Giusti e Lina, una coppia di ferro con il cuore dedicato alla cucina e ai sapori genuini della tradizione italiana. Nel ’64 apre il suo locale, che aveva preso il posto di una vecchia latteria, sulla scia dei fratelli. Mauro era infatti il terzo di cinque fratelli, tutti approdati, dai primi anni 50 in avanti, a Torino. Gino era proprietario del «Mon Ami» di via San Dalmazzo, Isaldo di «Zia Amelia» di via Nizza dove Ivano faceva il cuoco come Osvaldo, che ha lavorato per 45 anni nella cucina di Mauro.

L'ambiente, di Via Maria Vittoria 21, è praticamente immutato come la qualità che costantemente richiedono a fornitori e dipendenti per la soddisfazione del cliente. Ogni giorno un menù diverso è battuto a macchina per offrire prodotti freschi e di stagione.

- Celestino Del Vigna di Montecarlo aprì in via San Francesco da Paola, La Buca di San Francesco, un altro tempio della cucina Toscana, oggi ormai chiuso.

- Un altro ristorante che negli anni si è fatto apprezzare è Mara e Felice di Via Foglizzo 8, nella decentrata zona di Lucento. Per anni è stato un ottimo approdo della ristorazione, i Martinelli hanno mantenuto ottimi standard toscani, trasformati negli anni ’90 in poi come specialisti del pesce. Attualmente è definitivamente chiuso.

- Un ottimo toscano, poi diventato il Montecarlo di Sante Prevarin, era il ristorante gestito dalla famiglia Seghetti. Maura Seghetti, restata vedova nel 1971 ha gestito per qualche anno il locale Toscano, poi risposandosi con Sante nel 1974 modificò il ristorante Montecarlo in quello che è stato fino alla sua chiusura nel 2019.

- La Trattoria Da Lauro in Via Airasca 13 è un toscano a conduzione famigliare aperto da anni, pur esistendo un validissimo menù di terra tra Piemonte, la moglie è Toscana, il marito è il cuoco, il vero protagonista è il pesce, qui cucinato benissimo: in tanti lo sanno e infatti anche in pausa pranzo il locale è praticamente sempre pieno tra colazioni di lavoro 

                                 La Trattoria Toscana di Via Vanchiglia

- Se per caso non conoscete la Trattoria Toscana di Via Vanchiglia 2, ecco un altro toscano degno di nota, Luca e Giorgio vi accoglieranno garbatamente servendovi piatti dai sapori sono ancora veraci e prezzi veramente ottimi. Il menu è ancora battuto con la macchina da scrivere e con una carta ricchissima. Negli anni 30, fu sede degli esperimenti della Cucina Futurista. I piatti più amati erano il "Pollofiat" e il "Carneplastico" detto anche "Polpettone Dinamico Futurista" il tutto governato dal motto: “il nutrimento adatto ad una vita sempre più aerea e veloce”.

- Il Ristorante Toscano di via della Misericordia 4, è un posto magico, nato nel 1968 in questa stradina che porta alla chiesa dove venivano portati i condannati a morte. Nuovi ambienti, che non tralasciano quel clima casalingo della trattoria del Lucchese. Penso abbia chiuso.

- Altro locale un po’ decentrato in zona Santa Rita che offre un’ottima cucina a base di pesce, ma il ristorante è stato aperto da Benito e Sauro entrambi di Marginone in provincia di Lucca, nel 1966, una garanzia in Corso Siracusa 142.

- La Cucina di Lido, un toscano di pesce. Siamo abituati a frequentare ristoranti di pesce a Torino, ce ne sono parecchi, alcuni abbastanza cari altri un po’ meno. Sappiamo tutti che il pesce buono è caro e quindi bisogna farselo pagare. Qui da Lido è un posto dove puoi mangiare il pesce fresco a prezzi molto onesti, il suo segreto, tutte le mattine all'alba a comprare il pesce al mercato ittico. Lido Baggiani, cucina da sempre, più di settanta anni di lavoro, ha iniziato da giovanissimo, appena arrivato dalla campagna Pisana, con la gavetta da Plinio, nel dopo guerra, poi nella sua trattoria di via Monginevro 75, in seguito ha continuato aprendo la Gastronomia che ha tenuto per anni all'angolo di Corso Racconigi. Dopo tante vicissitudini passate “nelle cucine”, una dozzina di anni fa apre questa “trattoria del Pesce” in Corso Novara 35, un posto non bellissimo, ma contrariamente alla posizione il suo locale “è sempre strapieno”, infatti i suoi piatti sono insuperabili, ma il suo cacciucco è da antologia.

- La Spada Reale è un antico ristorante dietro piazza Vittorio Veneto, in via Principe Amedeo 53. Per anni è stata una trattoria Toscana, con un cuoco bravissimo, Adriano. accogliente ed ospitale, frequentato dai più importanti personaggi dello spettacolo passati a Torino, dagli anni '50 in avanti, come attestano le foto alle pareti. La cucina era quella toscana ma arricchita con un tocco di estro che rendeva i piatti preziosi e delicati. Negli ultimi anni la proposta è diventata di cucina siciliana.

- La Taverna delle Rose è un altro locale storico toscano che da oltre 60 anni delizia i palati di appassionati e turisti in cerca della cucina autentica del territorio. Aperto da Giorgetti, grande ristoratore (ristorante Pavia) è gestito da Giacomo e Alfio, i titolari, da oltre trent’anni, con variazioni siciliane e piemontesi:

- Ristoranti Toscani in origine, ambedue di Corso Moncalieri, sono gli Alberoni al 288, e Catullo Ciacci al 176.

                  il Ponte Vecchio                     a cena al Crocetta da Donato Mecca

- Un tempo c'era la storica gelateria Copa Rica, al numero 18 di via Cernaia, di quel mitico Mencarelli, famoso tra i “Toscani” di allora. Oggi c’è la gelateria di Alberto Marchetti, ma il rimodernamento dei locali all' angolo con corso Siccardi era stato fatto dalle Gelaterie Grom di Guido Martinetti.

- l'Etrusco in via Cibrario 52, era un altro Ristorante Toscano, ancora presente tuttora con cucina mediterranea.

- Un altro toscano era “La Brace” di via Napione 28, ma non ho notizie se è ancora funzionante. Anni 70. 

- Il Ristorante Sarti in via Genova 99, è stato l’ultimo locale, negli anni ’70, di Amelio Sarti, un ristoratore che ha operato in parecchi toscani di allora, poi aveva aperto il Ristorante Taverna dello Sport in via Bertola 28.  

- In c.so Regina Margherita 252, c’era Da Babbo un’altra trattoria Toscana. Da qualche anno è diventata la famosa trattoria “Due Cesari” di Danilo Pelliccia con cucina romanesca.

- Famosa in Borgo san Paolo, anche la Trattoria Alba, in Corso Racconigi 39, aperta da una famiglia di Altopascio, ora diventata la Pizzeria da Alba.

Alba era la moglie del fratello maggiore, quando hanno aperto la prima pizzeria, un buco in Via Frejus quasi angolo Racconigi, Dante aveva 18 anni.

- Ricordo ancora questa trattoria “spersa” nella periferia ai confini di Grugliasco, dove mi capitava di cenare con pochi soldi, in epoca di gioventù. Si chiamava trattoria il Barroccio, ma per tutti era “il Toscano”, attivata dagli anni ‘70 fino al 2005 in via Adamello 95 a Torino. Adesso è una palestra.

- In uno splendido vicoletto dell’antico borgo del Campidoglio, in via Rivara 30, un locale toscano gestito da giovani, Cosa Bolle in Pentola, ne parlano bene, da provare!

- Un altro locale storico ancora in auge è la Pizzeria Ristorante da Michi, nata nel 1971 in via San Donato 38, anche se la cucina si è un po' mischiata ad altre, comunque la pizza al tegamino è sempre notevole.


Angelo e Battista Piras , fratelli inseparabili , il cuoco e il lavapiatti, 1973 al Mon Amì.

Tante segnalazioni di “trattorie e ristoranti Toscani”, ma in parte non ho trovato indicazioni precise:

- Trattoria Toscana in corso Belgio ang. corso Brianza, adesso la Pizzeria da Gisella.

- Ristorante, in via S.Massimo, di cui non ricordo il nome, gestito dalla famiglia del cuoco Sauro Stanziani, professionale e molto bravo, anche lui proveniente da Altopascio.

- Ristorante Centoni in c. Regio Parco angolo Via Wuillermin, ancora aperto come Caffè Sport Ristorante Centoni & figli.

- Corso Orbassano all'incirca dopo il numero 80, ora un ristorante di sushi.

- Trattoria Toscana in Via Madama Cristina all’incrocio di Corso Dante, pranzo a 500 lire! Ora c’è un bar! Ricorda un amico: e se avessi pranzato sovente si sarebbe potuto acquistare un blocchetto di 10 pasti a 320 lire ciascuno. Ricordo la mozzarella in carrozza e la battuta di vitello. Era l'anno 1963 ed anch'io ero un perito meccanico che arrivavo da Forlì.

- Ce n’era un’altra in via Madama Cristina, all’ angolo via Menabrea, era prima degli anni 70. In seguito, è subentrata la trattoria Da Cinzia (abruzzese) nel 1972, ed è ancora aperta. 

- Trattoria Toscana in Corso Belgio vicino alla Standa, ovviamente non ricordo il numero.

- In via Antonio Cecchi c‘era una trattoria-pizzeria toscana.

- Trattoria Toscana Dal Cerro in via Varazze mi pare al numero 4, ora il Portadisne’ un ristorante-gastronomia.

- Anni 60/70 da Mario il Toscano, via Bellezia tra via Bonelli e via Santa Chiara, un mito.  Ora c’è parecchie trattorie in zona tre Galli, potrebbe essere da Anna o al Salsedine?

- Fine anni '60 ho lavorato come lavapiatti in una trattoria Toscana in piazza 4 Marzo.

- La pizzeria di via Dina, negli anni 60, era gestita da toscani. La pizza era al padellino, e poi farinata e castagnaccio!!!!

- La Trattoria da Pasquale in corso Vercelli 46, forse oggi una pizzeria.

- La Trattoria da Pietro in corso Brescia 13, oggi un orientale. Potrebbe essercene un altro in Corso Vigevano?

- Trattoria da Livio in c.so Principe Oddone, di fronte al Cinema Dora. 

- Trattoria da Luigi, proprietario Sichi, in via Salerno angolo via Sassari, di fronte all' oratorio Valdocco, oggi un bar.

- La trattoria Toscana da Olga e il figliolo Danilo di via Belfiore angolo via Valperga Caluso, oggi una Torteria.

- Ristorante in via Monti, era di Altopascio, vicino in Via Madama c'è la pizzeria Cecchi.

- Un altro Toscano era la Trattoria Olimpia dove c’è adesso il Porticciolo in via Barletta 58. Il titolare era Cerponi Francesco, anche cuoco; la moglie era in sala.

- Pizza dai Altopascesi Diego e Pasqualina in via Chiesa della Salute angolo via Boccardo.

- In Via Bava numero 1 al posto del Ristorante Bon Parej c’era un altro Toscano.

- In via Monte Rosa, vicino al mercato di piazza Cerignola, in un locale piccolissimo, farinata e pizza al tegamino.

- Pizzeria Il Tegamino, adesso di Loiero in via Borgaro 63, attualissima. Il locale si è spostato dall’altra parte della via dove c’era il precedente.

- Via Maria Ausiliatrice quasi angolo corso Principe Oddone esisteva una pizzeria gestita da due anziani toscani, poi trasferitisi in corso P. Oddone, Ristorante Malanca.

- In via Don Bosco a circa 100 metri dal precedente un altro ristorante sempre Malanca, ma non erano parenti.


                               Ceccarelli                                              da Mauro

- Da Gino Scialoni anche in Via Don Bosco, Pizzeria.

- In corso Regio Parco, la famiglia Pieracci, di Altopascio una minuscola pizzeria, più o meno di fronte alla scuola elementare Lessona.

- Marcella con il cuoco Mauro ristorante sotto La Mole.

- I miei nonni vennero a Torino da Altopascio dopo la Grande Guerra ed aprirono un ristorante in corso Regina Margherita al 142 e dopo la 2a guerra Mondiale in via Martorelli (pizzeria).

- anche in c.so Palermo c’era una Trattoria toscana, adesso c’è un ristorante cinese. Era la trattoria da Pasquale di corso Vercelli che si è poi trasferta lì.

- Duilio in via Santa Chiara.

- Taverna Fiorentina, in via Palazzo di Città, oggi ristorante Pino&Pino.

- i coniugi Giuntoli di Badia Pozzeveri, vicino Altopascio, avevano la loro trattoria in via Madama poco dopo via Foscolo, prima della scuola. Cucina Toscana ruspante. I profumi dei loro piatti si sentivano sulla via, mentre ti avvicinarvi, indovinando cos'era, correva l’anno 1959/60.

- Piccolo Ristoro Toscano in corso Vercelli angola via Carmagnola.

- Il mitico ristorante da Pietro in corso Vigevano della famiglia Narducci.

- Alfredo proprietario del ristorante San Martino di corso Turati, anche lui Narducci, fratello.

- Il Giaguaro in Piazza Nizza, il meglio della Toscana a Torino

- Appennino Toscano in Via Nizza angolo corso Marconi.

- Trattoria di 3 fratelli toscani veraci in via Adamello.

- Pizzeria da Italo in via Botero gestito da Moreno Baldacci.

- Ristorante Jolly in Via Malta, due fratelli toscani con le mogli, ma parlo di trent'anni fa.

- Ristorante Toscano spettacolare, in corso San Maurizio 61/b, dove ora c'è il ristorante Magorabin. 

- I Forchettoni in via San Paolo.

- I Chimenti gestivano ristoranti in via S. Francesco da Paola, via Accademia Albertina, via Saluzzo, anni 50-80.

- Vittoriano Ristorante Toscano in Corso Giulio Cesare.

- Il ristorante Firenze in via S.Chiara quasi angolo via Bellezia, andava molto negli anni 60/70 e i proprietari erano la famiglia Zara.

- Due ristorantini toscani nella zona Cit Turin, dove durante l'estate andavo con mio padre quasi tutti i giorni. Il Ristorante Principe, nell'isolato fra via Duchessa Jolanda e via Grassi, ed il ristorante Mazzoni in via Principi d’Acaia 23. Anni '60/70 lo frequentavo anch’io, ora un orientale.

- Trattoria Toscana in Via Valprato.

- Trattoria Toscana in via San Donato angolo via Balbis. 

- Trattoria Marinella in via Verdi.

- Il ristorante Due Colonne della famiglia Neri di via Verdi angolo Giulia di Barolo.

- Trattoria toscana in via Rossini dietro all'Avogadro.

- Il mitico pizzaiolo toscano di via Giacomo Dina in Mirafiori si chiamava Collodi Armeno, detto Meno.

- Pizzeria Salsa Rossa in Corso Moncalieri 190 ancora in attività.


    trattoria Toscana via Vanchiglia                   Toscano via Misericordia

Come ho detto sopra ormai i ristoranti toscani che continuano la loro attività ormai sono pochi, spesso sono diventati locali in cui il pesce è padrone, altri alternano piatti piemontesi e altri ancora sono diventati pizzerie, forse unico degli unici che ha mantenuto la sua identità è il Gatto Nero grazie a Andrea Vannelli. Tutto cambia al Gatto Nero, ma in realtà nulla cambia. In Corso Turati si continuano a offrire porzioni abbondanti di cose buone fatte con il massimo impegno e con le migliori materie prime a disposizione. Rimettendo però ogni giorno in discussione i propri piatti, per essere sempre al passo con i tempi. Anche se alcune specialità, come la mitica insalatina di pesce dalla ricetta segreta, viene proposta in maniera quasi immutabile e con grande successo da decenni.

                                                             Lido Baggiani

Da un bellissimo articolo di di Marco Bernardini

Si sfidavano a colpi di ribollita, bistecca alla Fiorentina, e cannelloni alla Mirella. A non mancare mai erano, come entrée, i fagioli con tanto pepe, sale e olio di quello buono. Tutti e tre concludevano, secondo tradizione, con un bicchierino di Vinsanto nel quale potevi inzuppare i cantuccini e per mandare giù il tutto un caffè forte alla livornese. Due di loro non ci sono più: Mauro, che se n’ andato due anni fa e Ilio, che ci ha lasciati due giorni fa. Resiste ancora, e ci auguriamo per tanto tempo, il mitico Urbani ma ora è di Ilio che vogliamo e dobbiamo parlare. Chef stellato, anche se non per la Michelin o per il Gambero Rosso. Le sue stelle molte più di quelle che avrebbero potuto dargli i critici di cucina gliele aveva cucite sul petto la Juventus in particolare.

La squadra che lui, ristoratore pisano, ha “sfamato” per almeno tre-quattro generazioni di giocatori e due di dirigenza. Aveva iniziato la sua attività, arrivando dalla Toscana, come tutti i più classici e bravi cuochi d’Italia in borgo San Salvario. Un quartiere storico e, diciamolo, anche un pochino “pericoloso” di Torino. Era il milieu della città dove brulicavano sani furfanti che non usavano mai la pistola ma solo l’intelligenza per gabbare il prossimo. Cantautori come Farassino e storiche puttane. Proprio come quelle di De André. Oggi non ci sono più tutte queste figure. Ma non c’è più neanche Ilio che tutti i giorni all’ora di pranzo ospitava soprattutto i dirigenti della Juventus. Boniperti in primis, ma soprattutto Moggi e Giraudo. A loro si accomunava talvolta Luca di Montezemolo e tutta quella “fauna” bianconera che sapeva di trovare nel ristorante “Ai due mondi” una casa particolare.

Lui, Ilio, condiva ogni suo piatto con la sua fede e fedeltà bianconera. Neppure quando decise, stanco di stare in cucina, di lasciare il campo a gente più giovane e con idee culinarie differenti dalla sue aveva abbandonato la Juve. Infatti, ne era diventato il cuoco “vagabondo”, insieme con tutti i giocatori, per ciascuna trasferta che le varie squadre che si succedettero nel tempo giravano l’Italia, l’Europa e il Mondo. Era anche un portafortuna per la Juve. Così lo aveva ribattezzato Moggi che se non mangiava da lui, da altri proprio non andava. Preferiva starsene a casa sua o nel residence dove abitava. Qui, ai due Mondi, Lucianone aveva addirittura inaugurato un privée tutto dedicato solamente alla gente bianconera e a quegli ospiti che arrivavano anche per discutere affari clamorosi di compravendita. Lui, Moggi, ordinava i piatti e Ilio, con i suoi vini della campagna toscana e i suoi Champagne di annata provvedeva non a stordire ma fare in modo che quegli appuntamenti di lavoro fossero anche molto allegri.

Ora però dobbiamo anche dire di Mauro e di Urbani, anche loro ristoratori del calcio torinese. Urbani in particolare, altopascino di provenienza, era un profondo granata. Un ambiente completamente diverso. Volutamente più popolare e addirittura popolano. Appena a 200 metri da Ilio, verso la stazione di Porta Nuova. Qui dalle ore 13, in avanti fino al pomeriggio, si riunivano in un tavolaccio unico e lunghissimo calciatori, dirigenti e giornalisti granata e a volte anche qualche arbitro. Diciamolo pure con franchezza. Questo era il tempio del Toro, che nessuno mai pensò di disattendere o mortificare, dissacrandolo.

Poi c’era Mauro. Era l’amico di tutti i giocatori, quasi il papà. Era in un’altra zona di Torino, più in centro, verso la Mole Antonelliana. Da lui Domenico Marocchino era il cocco di tutti quanti, anche dei clienti, e qui Paolo Rossi e Vinicio Verza facevano innamorare le cameriere. Nel suo locale, dove Mauro dava ordini e la sua unica e instancabile moglie faceva di conto, il meglio della gioventù bianconera mangiava il pranzo dopo essersi allenata al vecchio campo Combi. Ma qui venivano anche Giampiero Boniperti, Gaetano Scirea e Dino Zoff con le rispettive mogli, per loro Mauro riservava uno spazio a parte, che non era una stanza ma una specie di anfratto nel locale da dove da fuori si potevano solo intravedere i visi delle persone.

Come dicevamo all’inizio, nessuno vinceva perché vincevano tutti. La Fiorentina di Ilio, la ribollita di Urbani e i mitici Cannelloni alla Mirella di Mauro. Ora ne è rimasto uno solo. Ma i tempi sono profondamente cambiati, giocatori e dirigenti anche. Oggi, probabilmente preferiscono il sushi o qualche bistecca alla texana. Perché il calcio di oggi è diventato quello lì. Ma quanti profumi e quanta malinconia percorrendo le strada del cibo bianconero con qualche spruzzatina di grana qua e là. 

                Alberoni                                                    Cosa bolle in pentola

Un doveroso inciso finale: i ristoranti di Torino gestiti da altopascesi adesso sono una decina, mentre nel periodo di massimo splendore erano ben oltre un centinaio.

                                                  Foto del Gatto Nero

Milano come Torino è stato investito da questo influsso, ecco alcuni dei migliori locali toscani Storici:

Partiamo da Aimo Moroni, il più famoso, che arriva a Milano il 21 aprile del 1947 e per un po’ lavora con uno zio che vende caldarroste in piazza Lodi. Poi una cremeria nella stessa piazza, il ristorante Gioacchino nella centrale Piazza Mercanti, quindi la gestione di una cucina, rilevata insieme con la madre. È il 1955, il locale si chiama Da Aimo e la traccia più preziosa che lo ricorda è un vecchio menù conservato gelosamente, con il retro dipinto da un pittore. Nadia è assunta tra il personale…

Ristorante Lucca esiste dal 1922, Il Conte Ugolino dal 1935, Alla Collina Pistoiese dal 1938, Ribot dal 1975, la Trattoria la Torre di Pisa, l’Osteria a Casa Tua, La Cucina De' Mibabbo, il ToscaNino.

Antonio DACOMO, 1/2021, modificato 12/21