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I VINI CHE FURONO - RASSEGNA DEI VINI NON PIU' PRODOTTI

2021-04-12 14:32:38

BAROLO CEREQUIO MARENGO MARENDA - SARANNO CONTEISA

Personalmente ho un vago ricordo di questi vini eccezionali, ricordo bene quando era stata venduta ad Angelo Gaja, ma mi faccio aiutare da Renzo Besso, che questi Barolo li ha assaggiati:
Marengo Marenda è una cantina che fino all' annata '90 compresa ha prodotto tra i migliori Barolo di tutti i tempi , Barolo tradizionali da lunghe macerazioni e botte grande; una delle cantine più sottovalutate di sempre , che solo gli appassionati e certi addetti ai lavori conoscono.
I vini derivano da una vigna di La Morra , il Cerequio, valutata da Renato Ratti nella sua Carta del Barolo come una delle “migliori sottozone di elevato livello qualitativo”; vini fini, eleganti, pura espressione del terroir e del vitigno nebbiolo , non di grande tannicità, dove il tutto viene interpretato e non stravolto da macerazioni corte o da legno invadente.
Mannaggia! Peccato, un vero peccato. Un vino che non esiste più, assorbito insieme alle vigne in una grande azienda di Langa, fatto da un vinificatore dalla mano fatata, che nonostante fosse solo un dipendente di una famiglia di proprietari lontani ci teneva, si prendeva dei rischi spingendo per raggiungere il massimo della qualità. I Cerequio di Marco Ferrero, enologo molto tradizionalista (il tuttofare della cantina) sono i più grandi vini mai fatti a La Morra in quegli anni. Emblema di un tempo che non c’è più, di qualcosa che qui in Langa forse ci sta lasciando, della bellezza artigiana autodidatta, dell’orgoglio di chi amava il proprio lavoro, di chi faceva grandissimi vini ottenendo grandezza per sottrazione, raggiungendo il massimo con la semplicità. A parte la riduzione iniziale che sparisce in fretta, il naso è una sinfonia di floreale fresco e secco, con una dolcezza di frutto e di spezie quasi golosa, la bocca è dolcissima, il tannino è vivo così come l’acidità. Un hint vegetale rinfresca e allunga, la bocca rimane prensile, lunga e larga. Un grande Nebbiolo insomma, con tanta vita davanti. 97/100

Azienda di La Morra infatti è stata comprata a inizio anni 90 da Angelo Gaja. I vecchi Cerequio ereditati (straordinari) si chiamano Conteisa.
Le vecchie annate di Marengo-Marenda erano strepitose, 71, 78, 85, 89, 90.
Il 90 ed il 91 (credo) sono usciti prima con l'etichetta originale. Quando Gaja ha comprato c'erano ancora scorte e lui ha ri-etichettato. Credo che la prima annata fatta con la gestione Gaja sia il 95, ma potrei sbagliare.
Tra la fine degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta, uno sberleffo della storia decise che un Barolo tra i migliori in circolazione, il Cerequio delle cantine Marengo e Marenda di La Morra, dovesse uscire dalle mani di Marco Ferrero. Recalcitrante all’esposizione di sé, sembra nascondersi dietro la sua creatura, un Barolo di fiera tradizione illuminata. A suo agio in uno stimato anonimato, se apprezzavano il vino si sentiva apprezzato pure lui. La cantina non era sua; i proprietari, un bancario e un paio di costruttori edili con lo sfizio del vino, sostanzialmente se ne fregavano, o non capivano fino in fondo ciò che avevano per le mani, o un po’ di entrambe le cose. Erano condizioni ideali per un enologo poco incline al rischio imprenditoriale e insensibile alle lusinghe dell’arricchimento. A trent’anni dalla chiusura della cantina, c’è ancora chi cerca notizie sul conto di quel vignaiolo ossimorico, illustre eppure sconosciuto, magari dopo un assaggio travolgente di un Cerequio 1989. E non ne trovano: anche l’algoritmo di Google si è arreso alla sua avversione per tutto quanto possa costituire, in qualche maniera, un vanto
Altro particolare non trascurabile il costo : l' annata '89 , tre bicchieri sulla Guida del Gambero rosso, costava in enoteca sulle 20.000/25.000 lire

antonio.dacomo 22/4/20