L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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GLI AMICI PRODUTTORI DELL’ASSOCIAZIONE CUOCHI DELLA MOLE: AZIENDA AGRICOLA AUTIN DI MAURO CAMUSSO

2023-08-05 13:50:37

LA RUBRICA MENSILE PER PRESENTARE E CONOSCERE GLI AMICI CHE CON IL LORO PRODOTTI HANNO DATO LUSTRO ALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE NEGLI ULTIMI TEMPI.

Avevamo avuto il piacere di degustarlo al Ristorante Del Cambio abbinato al piatto forte, una prelibata Guancia di Vitello di Matteo Baronetto, che ha allietato, insieme alle altre prelibatezze, la bellissima serata dei nostri 300 anni, questo Nebbiolo del Pinerolese. Perché dite voi un nebbiolo di questa zona? Forse non tutti sanno che il nebbiolo, contrariamente a quello che si pensa, non è nato nelle Langhe, ma sulle zone moreniche delle nostre Alpi Cozie e Graie e una delle culle maggiori era la collina morenica di Rivoli. 

Ma tornando al nostro vino, El Dolfo 2018 de l'Autin, nato dai terreni poveri argillosi e ghiaiosi di Barge, non ha fatto rimpiangere i suoi più blasonati compagni. L'Autin è una realtà che da una dozzina d'anni, produce dei vini biologici di grande qualità, attingendo dai i vitigni tradizionali della zona ai vitigni più internazionali, con una ottima produzione di bollicine affinate in miniere di talco.

Proprio l’altro giorno Alex Dell'Erba, piccolo produttore del Pinerolese, asseriva che, grazie a produttori come l'Autin, pioniere dei vini questa zona, la qualità della produzione sta migliorando di anno in anno e i vini della zona sono finalmente riconosciuti come eccellenza. 

Cogliendo l'occasione della vicinanza, decido una scappatella a Barge per trovare questa azienda che non avevo mai visitato, cantina che conosco e servo da molti anni. Qui ritrovo il simpatico Nino Airasca, personaggio storico dell'azienda e il patron e fondatore, il vulcanico Mauro Camusso, molto ospitali entrambi. 

Nino con grande disponibilità mi ha fatto visitare l'incredibile lavorazione della pietra di Luserna, immensa e rumorosissima, quasi un girone dantesco, un’esperienza da provare.

Mauro, di formazione agronomo, è uno dei più grandi produttori della zona di quella pregiata Pietra di Luserna, eccellenza delle costruzioni edili. Infatti, anni indietro, entra nel mondo della lavorazione delle pietre per affiancare la moglie Maura Beltramo, che gestisce l’azienda di famiglia “Beltramo F.lli”. Cave, lastre e blocchi di gneiss lamellare diventano la principale attività di Mauro, ma la passione per il vino resta viva.

Scesi negli scantinati visitiamo la cantina, con opere di pietra ovunque, mi colpisce l'incredibile barrique di pietra contiene il vino passito dell’azienda. 

Sorseggiando un ottimo brut Rosé a base di Pinot nero coltivato a Campiglione Fenile, Mauro Camusso mi racconta la sua storia che traspira di passione per il vino, ereditata dal padre.

L’azienda vitivinicola si trova al confine tra le province di Torino e Cuneo, in una zona dominata dal Monviso. Zona di cui abbraccia l’identità: forte, marcata, solida come il suo marchio, la Pietra di Luserna, che ha segnato anche la vita di Mauro Camusso, il titolare della cantina...

La storia della sua azienda vinicola, da parte di Mauro, nasce nel 2008. Possedeva già qualche vigneto di famiglia a Bibiana, dove il vino veniva venduto in damigiane, le uve rimanenti venivano conferite ad una cantina sociale. Era da un po' di tempo che gli era venuto l'idea di disfarsi dei vigneti o estirparli. 

Un incontro casuale con Gianfranco Cordero, compagno di Università, in un’occasione in cui gli aveva fatto il bordo della piscina con la sua famosa "pietra", lo fece dissuadere. Il famoso enologo gli propose una sua collaborazione per produrre vini di qualità, e così si riprese la coltivazione delle vecchie vigne di Barbera, Bonarda e del Rosso del Pinerolese. Nei tempi successivi un vecchio “pallino” gli prese in mente, nato dai suoi studi in agraria, dal professore Italo Eynard, Preside della Facoltà di Agraria dell'Università di Torino, che asseriva, giustamente, che i vini bianchi di questa zona sono più interessanti, in questa zona pedemontana, dove l’escursione termica è rilevante. Con questa idea “fissa” impianta in fase sperimentale il vitigno autoctono della zona, il Bianc Vert, e diversi altri vitigni bianchi: Riesling, Sauvignon, Malvasia Moscata e ultimamente Timorasso.

L'Autin (che in piemontese significa “piccola vigna”) ora conta circa nove ettari vitati per una produzione di 40mila bottiglie in regime biologico e sostenibile. 

Vigneti in diversi comuni tra la provincia di Torino e Cuneo, Campiglione Fenile, Bibiana e Barge in cui sono impiantati vitigni tradizionali come Nebbiolo, Bonarda, Bequet, Bianc Vert, Malvasia Moscata e vitigni internazionali come Pinot Nero, Sauvignon, Riesling Renano, Chardonnay e ultimamente Timorasso.

Una divisione sostanziale sui rossi quasi totalmente impiantati a Barge dove i terreni sono argillosi, ghiaiosi, sabbiosi, molto poveri, costituenti di depositi glaciali antichi prewurmiani mentre nella zona dei bianchi, soprattutto di Campiglione, i terreni sono sedimentari, subacidi e ciottolosi tipici del letto del fiume Pellice. 

Dall’agronomo e imprenditore nel settore delle cave Mauro Camusso, nasce l’idea di affinare il vino nelle miniere di talco dell'Ecomuseo della Valle Germanasca, che garantiscono una temperatura costante di 10 °C e l'umidità fissata sull'80-90%. Il progetto prende vita grazie al felice incontro con l’enologo Gianfranco Cordero, per un’idea di viticoltura di qualità che presenta come elemento distintivo l’aver puntato sui vini bianchi e sulle bollicine, impiantando così uve inedite per il territorio dell’areale pinerolese, quali riesling, sauvignon blanc, pinot nero, oltre alla mitica malvasia moscata e al raro autoctono bianc vert. 

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In totale producono 15 etichette: 

Quattro spumanti Metodo Classico: Eli Pas Dosé, Eli Brut, Eli Rosé e Eli 84 mesi. 

Quattro bianchi: Verbian da uve Bianc Vert, Cupa d’Or da Chardonnay, Pellengo da Riesling Renano e El Bertu da Timorasso.

Cinque rossi: Gemma Vitis da uva Bonarda, Finisidum da un uvaggio del Pinerolese, El Merlu da Barbera, Re Nero da Pinot Nero e il nostro Nebbiolo El Dolfo.

Un rosé il Robellus e un passito Passi di Gio da uve passite di malvasia Moscata.

Il fiore all’occhiello della produzione, oltre gli Spumanti Metodo Classico, è il Passi di Giò, un passito da vendemmia medio tardiva di uve malvasia moscata, poste a passire su graticci fino a fine febbraio. Quindi, la vinificazione e l'affinamento di almeno un anno in barrique di secondo passaggio. Dal colore giallo oro brillante al naso è netta la crema pasticciera e il miele. In bocca è grandiosa la sua rotondità, tanto da sentirlo grasso, ma assolutamente mai stucchevole, giacché l’acidità lo sorregge su altezze gusto-olfattive davvero esemplari. Grandissimo vino da meditazione. Notevoli tutti i vini della loro produzione.

L'Autin una produzione di grande qualità che tutti i ristoranti del sud-ovest del Piemonte, e non solo, dovrebbero tenere in carta, grazie ad un'identità ormai risaputa. 

Antonio.Dacomo 5/8/23

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