L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

A NOI CHE PIACCIONO I VINI BUONI

2022-05-21 06:41:32

LA PASSIONE PER LA VITE E IL VINO SONO NELL'ANIMA DI CHI, GRAZIE AD UN'ATTENTA GESTIONE, CONTROLLA CIÒ CHE LA NATURA OFFRE. LA FAVOLA IN UN POSTO DA FAVOLA, LA CANTINA MURALES DI OLBIA. 

La mia grande ammirazione per questa isola, di sicuro la più bella del mondo, la Sardegna, è ormai risaputa. Non adoro solo di per sé stesso il mare, l’entroterra, la cultura ma soprattutto i vini, frutto di un patrimonio radicato da millenni, forse uno dei più antichi nel bacino del Mediterraneo. In tanti anni dove ho spesso miscelato vacanze, motocicletta, vino e cibo, ho imparato a conoscere l’anima delle varie espressioni di questo nettare incontrastato.

In questi ultimi lustri ho assistito al crescente fenomeno della nascita di innumerevoli cantine in tutta l’isola, e soprattutto in Gallura e ho spesso assaggiato i frutti di questa “moda”, spesso con vera delusione, vini ben costruiti ma frequentemente privi di anima. 


Nel 2016 ho rincontrato in una riunione di Sommelier a Bologna, Piero Canopoli, un vecchio amico. Ci eravamo conosciuti parecchi anni prima, negli anni ’90, nel giro del’A.I.S. a Milano, poi le nostre strade si sono divise, lui è stato parecchi anni in Romania e io in giro per Ristoranti a portare avanti la mia amata professione.

È in quell’occasione che ho accettato di buon grado di far visita alla sua nuova realtà di Olbia, ed è da allora che inizia la mio racconto, una “favola” come il posto in cui è ambientato.

Piero Canopoli e Giuliana Della Longa , che si sono trapiantati in questo paradiso ad Olbia a due passi dall’indimenticabile mare della Costa Smeralda, dai mega yacht e dalle elegantissime barche a vela che “arredano” Porto Cervo e Porto Rotondo. Proprio questo ritorno ad una dimensione più antica ed ancestrale, unitamente alla bellezza indiscutibile di questi luoghi, è stato uno dei motivi che ha spinto la coppia titolare dell’azienda, Piero e Giuliana, a trasferirsi con tutta la propria famiglia da Varese ad Olbia ed a creare insieme questo piccolo gioiello, oltre alle origini sarde della famiglia ed al loro legame antico con il territorio.


Piero, diplomato in enologia, winemaker e sommelier professionista dagli anni ‘80, fonda nel 2001 BUONITALIA, un centro di formazione per sommelier professionisti italiani di cui è anche un docente. Nel 2002 diviene consulente enologo e winemaker per diversi progetti vinicoli in Europa centrale, in particolare in Romania, attività che tutt’ora continua a condurre. Nel 2007 crea assieme alla moglie Vini Murales, continuando a collaborare in Italia con molte associazioni professionali di sommelierie.

Anche Giuliana si occupa da sempre di vino: Perito Sommelier-Gourmand e Sommelier Professionista A.S.P.I (della cui sede in Sardegna è socia fondatrice assieme al marito e coordinatrice per la zona di Olbia-Tempio Pausania), organizzatrice di eventi enogastronomici non solo sull’isola, ma anche nel resto d’Italia.

Dal 2016 ci siamo ritornati parecchie volte in questa realtà meravigliosa e soprattutto comoda: 10 minuti dall’aeroporto, altrettanti dalla Costa Smeralda e altrettanti ancora da Arzachena, immersi nel verde alloggiati in piccole casette a “un tiro di schioppo” da Porto Rotondo, che si intravede dalla struttura.

La Cantina ha la sua sede in un luogo immerso nel verde con annesse sette piccole casette chiamate “stazzi”, nome tipico in dialetto locale, che costituiscono la Locanda Murales dove gli ospiti alloggiati hanno a disposizione nel corpo centrale il ristorante dedicato.

Il ristorante di “Turismo rurale” ha un tocco elegante e promuove l’enogastronomia sarda, offrendo una scelta di piatti creati con le verdure e gli ortaggi del loro orto e con soli altri prodotti del territorio limitrofo o a chilometro giusto, che comprendono i prodotti: ittici e carnei, dell’arte bianca, del settore lattiero caseario, del settore norcino e di tutte le materie prime che contribuiscono a rendere semplici e raffinate le loro pietanze.

Le piccole abitazioni, i locali di accoglienza e il ristorante sono stati restaurati interpretando e valorizzando la struttura originaria.

Gli animali del loro cortile: oche, galline, tacchini, anatre, caprette tibetane, conigli, piccioni, l’asinello, i cani, i gatti, sono compagni e parte integrante dell’azienda Murales e della loro appassionata clientela.

Ed è così, che grazie alla grande passione per il mondo vitivinicolo, Piero e Giuliana sono riusciti a creare il loro gioiellino, che è diventato subito una “piccola” realtà di spicco nel mondo vitivinicolo non solo sardo.

Ma quando si varca l’entrata della cantina, in realtà, ci si trova catapultati, quasi per un improvviso insperato incanto, in una dimensione bucolica, rilassata e tranquilla, che ti riporta alla terra, alla vite, ai colori, ai profumi ed alla vita di campagna. 

Piero e Giuliana sono dei grandi appassionati e ti trasmettono il loro amore nei loro vini strepitosi e ricchi di personalità. L’attenzione parte proprio dalla terra, dagli elementi che pervadono irrefrenabili questa magica Gallura.

Il granito, il respiro del maestrale, il salino del mare e la stessa macchia mediterranea che avvolge la piana di Olbia ed i vicini rilievi non possono non influire sulle viti.

Non c’è un vino che non mi piaccia della loro produzione. Io di natura prediligo i vini bianchi, e il loro Lumenera mi fa impazzire, ma i rossi sono da “paura”, incredibilmente buoni e spesso mi domando il perché non abbiamo il posto che gli spetterebbe nel Gotha dei grandi vini sui “media” e sulle guide. Una risposta potrebbe essere quella del disinteressamento dei proprietari ai giudizi delle Guide.  Comunque, il successo nei cuori dei grandi appassionati e negli addetti ai lavori “che sanno il fatto loro” è ormai consolidato, tanto è che sono sempre “senza vino”.


Piero mi aveva portato nel 2016, nei suoi nuovi impianti di Sant’Antonio di Gallura (13,5 ha), nascosti dalla vegetazione in mezzo ai boschi, realizzati con tecnologia intensiva (vigneto impiantato a Guyot a 5.500 ceppi per ettaro) ed ultimati nel corso di quell’anno, permettendogli di aumentare la produzione (la resa per ceppo produrrà al massimo 800 gr di uva), arricchendo così il concetto estrattivo ed il legame con il terroir e soprattutto consentirà la nascita di nuovi vini con uve rosse: Carignano e Cannonau.” e la proliferazione di vermentino e tanti vitigni internazionali.

Questo grande vigneto, gode di tutti gli influssi benefici conferitigli dal territorio dei bellissimi Colli del Limbara e del Lago del Liscia, dove gli splendidi e maestosi massi modellati dal tempo sembrano essere scolpiti dai più bravi maestri scultori della pietra; dal suolo, dove sono poste a dimora le vigne su terreni di disfacimento granitico; da una ricca presenza di macchia mediterranea, tra le quali spiccano il lentisco, il corbezzolo, il mirto, il cisto, il ginepro nano, l’erica, la ginestra e il profumatissimo elicriso; dalle piante rare del sottobosco, come la viola di Corsica, la felce florida e il ribes del Limbara, nonché per l’importante brezza marina spinta dal vento di maestrale che, dona quel tocco di salinità ai vini.


Ieri dopo 7 anni siamo tornati a rivederlo questo vigneto immenso, in un’esplosione di verde. Con grande emozione siamo riusciti a vedere i grappoli in fase di fioritura, distinguendoli nelle diverse varietà. Ci ha portato nel luogo dove fra poco tempo costruirà la nuova cantina di vinificazione ed affinamento su diversi piani.

Dai vecchi vigneti, collocati in posizione di favore (25 ha ca), proviene la maggior parte delle sue selezionatissime uve dalle quali si ottengono le 120.000 bottiglie circa prodotte annualmente.

Amo il vermentino in tutte le sue sfumature, il vermentino è una realtà dalla diffusione praticamente planetaria. Esempi di ottime colture si traducono in produzioni vinicole di livello non solo in Italia e nel sud della Francia ma anche in Paesi lontani come il Canada ed il Sud Africa, solo per citare le distribuzioni viticole maggiormente note.

In ogni regione possono poi riconoscersi caratteri diversi, espressività che si distinguono. In Italia la Liguria declina un vermentino di livello come la Toscana, la Sardegna “parla” un vermentino che esalta le peculiarità di un territorio unico, come questa meravigliosa isola nel centro del Mediterraneo.


Come ho già detto nelle mie vacanze spesso sono stato in Sardegna è ne ho assaggiati veramente tanti alcuni eccezionali alcuni buoni. 

Il loro meraviglioso Vermentino di Gallura Lumenera è un vino fuori del comune e opulento. Vermentino di Gallura vendemmiato tardivamente, la sua realizzazione nasce dalla volontà di sperimentare nuove soluzioni produttive e dal desiderio di confrontarsi con altre realtà. Sostenuto dall’intervento del legno di rovere come affinamento, che è appena avvertibile, gli conferisce una polpa piena, morbida e rotonda. Lunghissime ricche e complesse le sensazioni espresse al naso.

Con un bel colore giallo oro intenso, al naso ha una varietà di sensazioni elevatissime, emergono tre diverse categorie di profumi, dalla frutta secca, alle note speziate con sensazioni di notevole persistenza, dal miele alle resine per chiudere con i complessi idrocarburi. 

Al palato è armonioso, in un corpo di grande eleganza e concentrazione si conferma piacevolmente la sensazione olfattiva in una morbida progressione in piena rotondità. Grande continuità di sensazioni e gratificazioni retrolfattive. Tornano prepotentemente i sentori resinati, fruttati e speziati. Abbinamenti: Piatti di pesce molto strutturati come caciucco, baccalà, pesce azzurro, tutte le carni alla griglia e piatti speziati.


Piero Canopoli e Giuliana Dalla Longa non si fermano al vermentino. Da una fulgida intuizione di Piero, anche un vitigno come il Viognier originario della Côte du Rhone ha trovato casa nelle tenute dei due coniugi.

Ne è nata un’espressione straordinaria, fuori dal comune, una sintesi di sole, di aria e di viti che una volta messa in bottiglia prende l’etichetta di Sentenzia.

Il Sentenzia è un vino che mi ha colpito dalla prima visita, in questo paradiso, come lo definisce Piero, un vino ottenuto dal Viognier, forse l'unico prodotto in Sardegna e uno dei migliori vini italiani che ho assaggiato. Vino molto particolare, prodotto con un vitigno "internazionale, il viognier, che contrappone l’aroma del frutto al nerbo acido, il tutto sostenuto dalla complessa struttura aromatica, sentori di pera, albicocca, agrumi e fiori oltre al vegetale della macchia mediterranea e la mineralità dovuta al terroir. L’equilibrio e la piacevolezza esprimono le potenzialità del vitigno che ha trovato nel disfacimento granitico della Gallura l’habitat più congeniale. In bocca è fresco, fragrante, sapido grazie all’estrema vicinanza al mare e di rotonda struttura. Finale pulito e di buona persistenza. Vino davvero intrigante!

Il Sentenzia arriva da quel vigneto, che vi ho parlato, a Sant’Antonio di Gallura, sono prodotte 6.000 bottiglie e si affina solo in acciaio e in bottiglia.

Quando si sbarca in Gallura, consapevolmente o meno, un’enorme quantità di stimoli sensoriali si attivano e ci costringe ad osservare meglio l’ambiente che ci circonda. Il senso immediatamente coinvolto è la vista e la conseguente percezione è quella di un “MURALES”, un mondo a colori che ci ingloba ed attrae". Queste sono le parole che spiegano il nome di questa cantina, di recente costruzione, ispirata proprio alla varietà di sensazioni che si percepiscono in un territorio a grande vocazione vinicola. E sono anche i canoni che ispirano la produzione di oltre dieci etichette differenti, tutte di altissimo livello, che si stanno facendo breccia nel mercato vinicolo di qualità. Esperienza, tradizione, ma anche tecnologia e know how al passo coi tempi per proporre vini che sappiano raccontare le emozioni che sa suscitare un terrritorio.

Il Sentenzia si sposa con ostriche, frutti di mare crudi, crostacei e piatti di pesce. Ottimo anche come aperitivo.

Ma è con i rossi che Murales si è fatto conoscere all’Estero, ed ora i suoi vini sono spesso collezionati da facoltosi consumatori che si alternano in Sardegna per assaggiarli e comprarli.

Grandissimo vino è il Millant’Anni, un rosso da Cabernet Sauvignon e Syrah vendemmiate tardivamente, affinato 12 mesi in cemento, 18 mesi in barrique di rovere, 6 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.

Si presenta alla vista di un bel colore rosso granata intenso, con nuance che virano al rubino. Al naso è un’esplosione di balsamicità e di profumi di composte di frutti rossi, tra cui spiccano in particolare evidenza, la marasca e la prugna, seguiti da note di fogliame e hummus del sottobosco. Con un po’ di ossigenazione emergono i profumi di un bouquet di fiori rossi leggermente appassiti, di sentori speziati di pepe nero, di noce moscata, di chiodi di garofano e di cannella, accompagnati da cuoio conciato e da toni di cioccolato fondente, il tutto ben incorniciato da una gradevole nota vanigliata conferitagli dai 18 mesi trascorsi per l’affinamento nelle barrique di rovere.

L’ingresso in bocca è potente. La struttura di Mill’antanni è tanta, che sembra richiedere la masticazione. Il sorso, vellutato ed elegante è sapido e minerale, con una spalla acida, che dà una freschezza e una salivazione quasi eclatante, che fa comprendere quanto questo vino sia proiettato verso una lunga vita. Di grande soddisfazione è la corrispondenza gusto-olfattiva. Nel fin di bocca, il sorso, da tempo deglutito, regala a lungo ancora tanta mineralità e balsamicità.


Ma ciò di cui i nostri amici vanno più fieri è sicuramente il vino “Ai Posteri”, “l’amarone sardo”, che ha consentito a Piero di fare una sperimentazione davvero speciale, con un appassimento fatto in pianta». Le uve sono quelle Cannonau, Merlot e Syrah e il risultato è un vino di grande struttura, complesso, elegante, vellutato. Difficile da produrre, in genere viene prodotto solo in particolari annate ed in piccole partite.

Affina per 12 mesi in vasca di cemento, per un minimo di 24 mesi in barrique di rovere, per poi affinarsi per altri ulteriori 6 mesi in bottiglia prima di essere proposto ai cultori del buon bere.

Ai posteri si concede alla vista con un bel colore rosso rubino intenso, ricco di nuance purpuree vivide. Al naso, ci regala immediatamente balsamicità e tante note speziate di pepe nero, corteccia di china calissaia e legno di rovere tostato. Si evincono inoltre, i toni caldi e pseudo dolci delle uve appassite, dei petali di rosa nera e di viola mammola. In bocca, il sorso entra vellutato, pieno e generoso d’alcol e invita a essere “masticato”, la spalla acida e però scalpitante e va a mitigare l’alcolicità, regala inoltre, piacevoli note amaricanti e piccanti. Con una maggior ossigenazione emergono sentori di trinciato di tabacco biondo, di tocchetti di liquirizia nera e di fava di cacao. All’analisi gusto-olfattiva c’è una continua e copiosa conferma dei profumi percepiti in precedenza al naso. Ai posteri, è un vino talmente verticale che, manifesta subito la sua prospettiva di grande longevità. Il suo fin di bocca, insiste così tanto che lascia a lungo nella cavità orale le sue caratteristiche di vino austero ed elegante.


Un altro strepitoso rosso è il PEP, il vino rosso che mi è piaciuto di più, dedicato ad un amico di Piero, Peppino.  Ottenuto con uve di Cannonau, il grande vitigno autoctono sardo, che si sono perfettamente integrate con le uve di Syrah e Malvasia nera. Le uve sono state vinificate separatamente a seguito di una vendemmia tardiva. Il territorio, l’unione delle tre varietà di uva, la sapiente vinificazione, la maturazione e l’affinamento di 30 mesi trascorsi in sintonia e sinergia tra vasca di cemento, barrique di rovere e ulteriori 6 mesi in bottiglia, hanno dato vita a questo eccelso vino, ricco di grandissimo spessore che lo proietta a lunghissima vita.

Pep si propone alla vista con un bel colore rosso rubino intenso, quasi impenetrabile e ricco di note purpuree. Al naso, la sua complessità di profumi, di sentori balsamici e di note speziate, quasi stordiscono per la vigorosa potenza. Regala effluvi d’inchiostro di china che si fondono in armonia con i profumi di ciliegie marasche croccanti e succose, di more di gelso rosse e nere, di fragole molto mature e di ribes e mirtilli neri. Con un po’ di ossigenazione emergono piacevolissime fragranze di mallo di noce, di pepe nero, di chiodi di garofano, di cuoio conciato e di tavoletta di cioccolato extra fondente. In bocca, il sorso entra potente e quasi masticabile, accompagnato da una sapidità e da una freschezza scalpitante che vanno a nascondere l’importante gradazione alcolica. I tannini sembrano velluto di seta. Il secondo sorso regala tanta mineralità e una gradevole e notevole piccantezza. All’analisi gusto-olfattiva, si conferma grande e amplificata la corrispondenza delle fragranze percepite al naso. Ha un finale di bocca pulito e asciutto, lunghissimo e ricco di grande persistenza.


Anche il Cannonau di Sardegna Arcanos è un gran rosso degno di nota.  Cannonau in purezza «Nasce da una vendemmia leggermente tardiva e da lunghissime fermentazioni, entrambi procedimenti non tipici per questo vino, ai quali abbiamo aggiunto un’altra novità: una piccolissima percentuale di uve passite». Vinificazione in acciaio e lunga maturazione in tonneau e poi in bottiglia. Presenta un bel colore rubino di buona intensità, il ventaglio di profumi si diffonde senza difficoltà rivelando note di ciliegia matura, cassis, susina rossa, liquirizia, leggera china, ginepro e tracce di tabacco. Non so se sia merito del calice indovinato, lo stesso usato per il Barolo, ma l’elevata gradazione del vino al naso si cela molto bene. All’assaggio ovviamente le cose stanno in modo differente, l’alcol si fa sentire ma non disgiunto dalla materia succosa e persistente, il tannino è sottile, forse potrebbe avere un leggero mordente in più ma nel complesso è un bere ricco e convincente.

Unico Carignano prodotto in Gallura da terroir granitico, è il Nativo. Un vino rosso imponente da profumo ricco e complesso dal quale emergono tre diverse categorie: dalla frutta nera alla ciliegia, le spezie con noce moscata e cacao, fino alle note floreali con la viola. Sentori di sottobosco, con frutti neri mescolati al cacao, possono essere percepiti in una sensazione olfattiva post-nasale. Il sapore armonico ed equilibrato con un elegante corpo di grande concentrazione. Mantiene le sensazioni evidenti nel naso con tannini morbidi.

Il vino è sottoposto alla fermentazione in vasche di cemento, staziona per 8 mesi in cemento, 18 mesi in tonneau e 6 mesi in bottiglia


 Discorso a parte il Velo De Flor, una vernaccia attaccata da Flor abbinata con un vermentino a vendemmia tardiva. Un vino elegantissimo e abboccato, un grande vino da meditazione da innamorarsi.

La forza che anima questo vino da meditazione nasce dal profondo desiderio di Piero Canopoli di soddisfare la sua curiosità e creatività che lo caratterizzano. Piero ha pensato di unire il mosto di uve Vermentino raccolte molto tardivamente e di unirle in sodalizio con un vino Vernaccia molto interessante che ha lavorato sinergicamente nella fase di fermentazione. Il risultato è stato quello di ottenere dopo un lungo affinamento in legno (durato sei anni) un vino unico e desiderabile.

Velo de Flor si propone alla vista di un bellissimo colore che rammenta la preziosa pietra di Topazio Imperiale brasiliano, ricca di intensità ambrate e di sfumature rossastre e ramate.

Al naso si concede con profumi intensi e persistenti, note gradevolissime di fungo porcino reale, di fichi secchi della cultivar moscione, di miele di Ailanto che sprigiona profumi di uva passa, di mango, di papaya e di passiflora che si accompagnano a note delicate di tabacco biondo. In bocca il sorso entra generoso, sapido e minerale. Tutta la cavità orale viene sollecitata da una morbidezza e vellutatezza accompagnata da un piacevolissimo pizzicorio. All’analisi gusto-olfattiva riconferma appieno i profumi già percepiti, ma si arricchisce 

Quella della Cantina Murales è una vera e propria visione futuristica, un percorso che associa l’essenza più verace del vermentino per condurci a quello che “può anche essere” il vermentino.

I due della Cantina Murales sono certi che in Sardegna ci sia lo spazio affinché possano svilupparsi con eccellenza tutte le varie visioni della vinificazione, dal passito alle bollicine, dal rosato al bianco di carattere, ai grandi rossi

La loro Cantina produce già ora un caleidoscopio di etichette, tutte produzioni solo numericamente piccole.

Dalle mie esposizioni ho trascurato altri vini tutti buonissimi che meriterebbero una descrizione più accurata: 

- il Faulas, una stupenda bollicina metodo Classico, Extrabrut, ottenuto da uva vermentino,

- il Miradas e il Su Soi, due bianchi da vermentino di Gallura, di notevole spessore, 

- il Kariasa, un rosato piacevolissimo da uve Carignano vinificate in salasso, 

- il Su Soi Rosso, un Cannonau di meno spessore, ma molto piacevole,

- un meraviglioso Vermouth, assaggio dell’ultima ora, ottenuto da Piero miscelando le spettacolari erbe della macchia mediterranea sarda e del mosto cotto, un po' come si faceva nei paesi teutonici, una squisitezza da fine pasto.

Ciascuna etichetta, peraltro, è anch’essa frutto di una particolare attenzione, sia grafica che tecnica, e trasmette la storia intrinseca del bicchiere di fronte ai vostri occhi.


                                                   Una grande amicizia

antonio.dacomo 20.5.2022



Cantina Murales | Enoturismo in Gallura

Localita' Piliezzu, 1, 07026 Olbia SS

393 923 1011