L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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A NOI CHE PIACCIONO I VINI BUONI

2021-06-29 11:29:34

UNA BELLA SCOPERTA: IL TERRITORIO DOGLIANESE E I VINI DI ANNA MARIA ABBONA DI FARIGLIANO

A fine degli anni’ 70 iniziai a girare per la Langa per conoscere il fior fiore dei produttori di allora: Aldo Conterno, Giovanni Conterno, Bruno Giacosa, Renato Ratti, i fratelli Ceretto (erano ancora in corso Langhe), Bartolo Mascarello, un giovane Valentino Migliorini, Pio Boffa (Pio Cesare) e Alfredo Roagna (miei coscritti), Beppe e Tino Colla (Prunotto) e tantissimi altri dei giovani che diventeranno i famosi “Langa Inn” che sono sicuramente stati l’inizio del grande cambiamento commerciale e comunicativo del vino. Da allora sono passati oltre 40 anni e mi domando ancora adesso come ho fatto ha non accorgermi di un’altra realtà. Ho sempre pensato che la Langa “vinicola” finisse a Monforte e oltre non mi sono mai interessato, sono sempre transitato per l’alta Langa, trasportato dalle invitanti “curve” che trovavo in motocicletta, che per il resto.

Una serie di eventi che si sono intrecciati lo scorso anno mi hanno fatto ricredere in questa zona vinicola che avevo ignorato da anni. Una collaborazione con il Ristorante Italia di Ceva mi ha portato a conoscere alcuni produttori del Doglianese e i ripetuti spostamenti in motocicletta mi hanno fatto scoprire la spettacolarità della langa Monregalese e della Langa Doglianese, con paesaggi mozzafiato che avevo mai incontrato.

Poi a fine estate ho accettato l’invito di alcuni amici della “Granda” che mi hanno portato in giro per questa zona, nell’evento “Sulle strade di Dogliani”, in cui siamo riusciti a visitare ben 19 produttori tra Dogliani, Farigliano, Clavesana, Vicoforte e Carrù. Una bellissima e faticosa giornata, ma in cui sono riuscito a visitare grandi produttori che non conoscevo ma che avevo per anni proposto i loro vini nel mio lavoro: Chionetti, Pecchenino, Einaudi (spettacolare azienda) e Gillardi. Ma è proprio dell’ultima cantina che ho visitato, oltretutto fuori tempo massimo, che sono stato colpito e che vi voglio parlare, merito anche della gentilezza e disponibilità di Federico Abbona, figlio di ANNA MARIA ABBONA DI FARIGLIANO.

Avevo assaggiato parecchie volte i loro vini mangiando in Langa che mi erano molto piaciuti, soprattutto il Riesling, il Dogliani Maioli e lo Scavis, un assemblaggio di diverse uve, che producevano fino all'anno scorso, ora è stato sostituito dal Pinot nero.

Complice una bella domenica di fine gennaio decido di ritornare dagli Abbona, per assaggiare alcuni loro prodotti che non ho mai provato, la necessità di organizzare una nuova serata/degustazione di Riesling in futuro a Torino e anche per conoscerli meglio. Ci accoglie Federico che con la sua proverbiale cortesia e ospitalità, nella sua bella azienda ubicata su di un panorama mozzafiato, un balcone naturale in cui è visibile praticamente quasi tutto il Piemonte, con sul fianco il “bricco” sovrastato dall'incantevole cappella di San Giacomo. Nascosti sulla vetta delle colline di Moncucco, ad un’altezza di oltre 500 metri s.l.m. e circondati da boschi, gli Abbona producono una vasta selezione di etichette di qualità senza venir compromessi dai trend del mercato; qui la terra bianca, composta di tufo e roccia calcarea, si presta particolarmente alla coltivazione della vite e alla produzione di vini di qualità.

Il rapporto tra le vigne e la famiglia Abbona iniziò con Giuseppe, bisnonno di Anna Maria, che agli albori del '900 coltivava come mezzadro e sognava una terra di proprietà. Dopo la morte prematura del padre fu tuttavia Angelo, il figlio, a realizzare il suo desiderio: nel 1936 diede il via all'attività piantando un vigneto chiamato Maioli.

Negli anni a seguire, quella che era una piccola proprietà di famiglia fu ampliata per diventare la base di una grande produzione. A lui seguì il padre di Anna Maria, Giuseppe: si trattava degli anni della grande industrializzazione, che vedevano la maggioranza delle persone trasferirsi in città; non Giuseppe: lui decise di rimanere a prendersi cura delle sue amate vigne.

Negli anni seguenti, a causa della difficile economia, i genitori di Anna Maria furono costretti a rinunciare alla vinificazione, vendendo le uve alla più vicina cooperativa vinicola; la giovanissima Anna Maria, già sposata con Franco, viveva altrove e si occupava di graphic design. Fu nel 1989 che avvenne il cambiamento di direzione: il padre, solo ormai nel lavoro in vigna, annunciò di voler estirpare alcuni vigneti, provocando una forte reazione sia nella figlia che nel marito. I due decisero di tornare alla terra, con l'obbiettivo di produrre vini di qualità, imparando il mestiere della vigna dai genitori di Anna Maria e creando una solida base per metter su famiglia, e il resto è realtà.

Federico ci porta a visitare la cantina, posta sotto l’azienda, stipata di autoclavi di acciaio inox a temperatura controllata e di botti di varia capacità; si nota subito più la sostanza che la forma, è un luogo di "lavoro duro" in cui la famiglia si dà da fare senza aiuti esterni, un ambiente tassativamente pulito ma senza fronzoli.  Qui Federico, il fratello minore Lorenzo e il padre Franco “ne hanno da fare”, con oltre 24 ettari di vigna e innumerevoli qualità di uve da coltivare, da vinificare, da imbottigliare e spesso anche da consegnare.

Dei 24 ettari di proprietà, la maggior parte è coltivata a Dolcetto e ubicata sulle colline di Moncucco, territorio comunale di Farigliano. Ma dal 2009 abbiamo acquistato un “pezzo” di vigna a Monforte, ci racconta il nostro amico. Quando trovammo il nostro terreno a Monforte d’Alba, sulla collina più alta della zona del Barolo, proprio di fronte al paese, pensammo ad un segno del destino: la vecchia casa era appartenuta a viticoltori ed aveva ancora le cantine, che abbiamo rimesso a posto e in cui invecchiamo il nostro Barolo. Il Bricco che è in un punto iper-panoramico, si chiama San Pietro ed è di 2 ettari, posto in un’incantevole posizione. 

Più tardi, nel 2013 la famiglia fa ancora un altro “salto di qualità”, compra 4 ettari di terreno a Marsaglia, nell'Alta Langa, a 5 chilometri da Moncucco, un luogo inizialmente incolto. Era un posto incredibile e selvaggio, tra i cespugli e i rovi riuscivamo a intravedere l’estensione e l’esposizione: da un lato 4 ettari in un anfiteatro naturale esposto ad est, dall’altro oltre 3 ettari in un grande pendio esposto a sud, di fronte alla Rocca di Cigliè, e tra i due terreni la cappella a san Bartolomeo. Ci racconta. 

Ed è qui che parte la nuova avventura: Pinot nero, Riesling, Nascetta, Chardonnay e Alta Langa, grandissimi vini che sono in produzione, che ormai vengono esclusivamente prodotti a Marsaglia, mentre Dolcetto, Barbera e Nebbiolo sono ancora allevati a Moncucco e a Monforte.

Il benessere della terra ha un ruolo centrale nella produzione aziendale: le vigne vengono curate personalmente, optando per concimazioni mirate con concimi biologici. In generale la tendenza è quella di eliminare il più possibile l’utilizzo della chimica: la cantina si trova in una posizione isolata, su una collina particolarmente alta, circondata da boschi e poco abitata, dove il rispetto per il paesaggio è sempre stato un valore particolarmente sentito. La vendemmia viene fatta esclusivamente a mano, in piccole cassette arieggiate. L’uva vendemmiata viene pigiata nel giro di poche ore per conservare tutta la freschezza e l’integrità del frutto. Le vinificazioni sono tradizionali, in vasche di acciaio, a temperatura controllata.

-Ci sediamo nell’ospitale tavernetta e con la solita cortesia Federico ci fa assaggiare alcuni suoi vini cominciando da Netta Brut, una curiosa bollicina, molto piacevole e dall’approccio molto morbido. Nasce dal desiderio di sperimentare un vitigno antico, la Nascetta, nella veste moderna e accattivante del metodo Martinotti, meglio conosciuto come metodo Charmat. La fermentazione in autoclave non smorza il carattere aromatico del Netta e lo rende inconfondibile al naso, con una bocca piena e fresca nel finale. Una bollicina delicatamente agrumata, sapida e minerale, ottima per l’aperitivo e per una bella frittura di pesce. Affettuosamente dedicata a Nonna Netta.

-Continuiamo col Langhe Riesling L’Alman 2016 veramente spettacolare. L'Alman in piemontese significa il tedesco, ed indica il primo vitigno "straniero" piantato da Anna Maria Abbona. La scelta del Riesling Renano arriva dal desiderio di ottenere un vino bianco complesso e longevo, sfruttando le caratteristiche del terreno e del particolare clima che si trova nei vigneti aziendali, a un'altitudine media di oltre cinquecento metri. Il Riesling L'Alman è un bianco fresco, floreale e minerale, poi in questo caso il vino comincia il suo stato evolutivo donando al profumo note minerali tipiche del Riesling, sostanze aromatiche che legate ad altre molecole sono responsabili alle note di Idrocarburo come in questo caso (Norisoprenoidi).

-Chiedo a Lorenzo di farmi assaggiare il Langhe Nebbiolo che non conosco, e versandocelo, ci spiega che per loro la coltivazione di questo vitigno è limitata a zone ed esposizioni particolari, soleggiate e riparate dai venti freddi. In queste esposizioni hanno piantato i loro nebbioli, dai quali ricavano un vino delicato nei sentori di fiori e spezie, ricco in bocca, con un tannino non troppo aggressivo. Lo affinano in botti tradizionali. È una piccola produzione, frutto della loro passione per questa terra. Ottenuto da vigneti relativamente giovani, posti in collina a circa cinquecento metri di altitudine. È un rosso gentile e aggraziato, che offre all’olfatto aromi fruttati, fioriti e speziati, e al palato un sapore ben equilibrato tra acidità e tannini. Caldamente consigliato per il bollito, l’arrosto e gli stufati

                                      Il bell'anfiteatro di Marsaglia


-Una sorpresa ci attende: spunta fuori un Dolcetto Superiore 2004 aperto il giorno precedente che assaggiamo con grande curiosità, i vini evoluti per me sono sempre una grande soddisfazione! Al colore traspare ancora un colore granato carico ma non appaiono ancora tonalità mattonate. Il naso è sorprendente, viene fuori il classico aproccio di un Nebbiolo evoluto in cui i terziari o postfermentativi si formano durante la maturazione e l’invecchiamento. Si manifesta il goudron e il creosoto in cui in genere si riconosce un Barolo di oltre 30anni. Siamo stati affascinati da questo vino e come ha tenuto nel tempo, alla faccia di chi dice che il Dolcetto non mantiene l’invecchiamento. Al palato si conferma morbidissimo e ancora molto piacevole, una gran bella esperienza di un vino che con la sua notevole acidità, dovuta all’origine in terreni oltre i 500 metri e in zone fresche, con notevole escursione termica, ha mantenuto una giovinezza inaspettata.

-Ho chiesto di assaggiare un cru di Dogliani che non conoscevo, e il nostro ospite ci ha proposto la vigna San Bernardo. È uno storico cru di Dogliani, datato 1943, esteso circa un ettaro in esposizione est-sud-est, a un’altezza che supera i cinquecento metri sul livello del mare. I metodi di coltivazione delle uve sono sostenibili e rispettosi per l'ambiente, con rese molto basse, la vinificazione è tradizionale di circa dodici giorni, l’affinamento è protratto per due anni in botte grande. Le cure meticolose in vigna e in cantina si traducono in questo vino fine e complesso, profumato di viole, ciliegie, spezie dolci ed eucalipto, dai tannini sottili e dal lungo finale. Un Dogliani di classe, che conferma lo stile e l'eleganza dei vini di Anna Maria Abbona.

-Non potevamo non assaggiare il Pinot Nero, che ha preso il nome di Scavis, un vino che dona il meglio di sé in climi particolari. L’altitudine, il microclima molto particolare con forti escursioni termiche fanno si che la zona di Marsaglia sia adattissima per questo vitigno. L’ottima esposizione, verso est, e i terreni bianchi calcarei rendono nel Pinot Nero quelle peculiarità che lo elevano a valori internazionali. Il colore rosso è rubino scarico con riflessi tendenti al granato, soprattutto se si beve di qualche anno. Il profumo è intenso e fruttato, si apre in sentori di bacche rosse, soprattutto il ribes, poi lampone, fragoline di bosco, ciliegie; seguono delicate spezie, sentori di vaniglia e note fruttate che perdurano durante l’invecchiamento. Il sorso è armonioso, con tannini vellutati e aromi delicatamente sfaccettati, che chiudono su note fresche e sapide.

Terminiamo la degustazione, un po’ provati, con il Barolo Bricco San Pietro, in comune di Monforte d’Alba, è una collina panoramica, ventosa e molto soleggiata, di cui abbiamo già parlato. Vinificato in vasche di acciaio e maturato in botti grandi di rovere di Slavonia, è un grandissimo vino, intenso e puro, dai profumi eterei, fruttati e floreali, con buona acidità al palato, tannini levigati e lunga persistenza. Un vino pregiato, austero e potente, che invita a tavola i tradizionali piatti a base di carne, funghi, tartufo e selvaggina. Lo so è un infanticidio berlo così giovane, speriamo di ritrovarcelo fra un bel po' di anni.


VINI PRODOTTI

Brut “Netta”

Langhe Nascetta DOC “Netta”

Langhe Riesling DOC “L’Alman”

Vino Rosato “Rosà”

Langhe Dolcetto DOC

Dogliani DOCG “Sorì dij But”

Dogliani Superiore DOCG “Maioli”

Dogliani Superiore DOCG “San Bernardo”

Barbera d’Alba DOC

Langhe Nebbiolo DOC

Langhe Rosso DOC “Cadò”

Pinot Nero “Scavis”

Barolo DOCG Castiglione Falletto

Barolo DOCG “Bricco San Pietro”

Grazie famiglia Abbona.

Antonio Dacomo, 23 gennaio 2022

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