L'UOMO DELLA TAVOLA

mangiare bene, bere meglio

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A NOI CHE PIACCIONO I VINI BUONI

2021-04-07 12:53:02

CANTINE ASCHERI, L’ORGOGLIO DI BRA

Da buon Braidese, anche se a Torino dall’infanzia, non posso essere indifferente e orgoglioso dell’unico produttore di vino di qualità di Bra. 
La proprietaria Maria Cristina Ascheri, grande imprenditrice e una delle vulcaniche fondatrici delle “Donne del Vino”, ho avuto l’onore di conoscerla da almeno 25 anni, da quando organizzava manifestazioni a Villa Sassi dove operavo in quegli anni. E' nata nel mondo del vino e da quando aveva vent'anni opera nell'azienda Ascheri.
L’azienda possiede quaranta ettari vitati suddivisi principalmente tra i comuni di Serralunga d’Alba, Verduno e La Morra. Nata all’inizio del XIX secolo a La Morra, dove tuttora esiste una località denominata “Ascheri”, l’azienda ha avviato l’attività vitivinicola producendo esclusivamente vini sfusi, e divenendo presto anche nota per il “metodo
Ascheri”, corrispondente a una particolare tecnica di palizzatura della vite. Nel 1880 le Cantine Ascheri vennero trasferite in Bra, in quegli anni  diventata, grazie alla sua posizione geografica, il più importante centro di diffusione del Barolo. La cittadina era infatti ottimamente collegata con Torino, mercato vinicolo di grande rilevanza grazie alla presenza della Casa Reale Sabauda proprietaria essa stessa di importanti tenimenti nei dintorni di Bra, fra cui le tenute di Pollenzo e le antiche Cantine di S.Vittoria.
Impegnata da sempre nell’introdurre continue innovazioni, sia tra i filari che in cantina, l’impresa, nonostante con il tempo sia cresciuta e si sia ampliata, conserva un carattere prettamente familiare e viene attualmente condotta da Matteo Ascheri. Dalla vigna alla vinificazione, le uve vengono lavorate senza approcci commerciali né ideologici, bensì con lo scopo di esaltarne al massimo le caratteristiche intrinseche. In quest’ottica, anche l’uso del legno in fase di affinamento diventa funzionale alla valorizzazione del varietale, dal quale viene puntualmente ottenuta un’espressione fedele e aderente al massimo al terroir di appartenenza.
Prendono in questa maniera vita etichette mai artificiose né costruite a tavolino, ma al contrario capaci di coniugare piacevolezza di beva con tipicità e peculiarità.
Con le cantine in via Piumati, ci sono oggi anche l’Osteria Murivecchi e l’Albergo. L’Albergo Cantine Ascheri è stato creato proprio al di sopra delle cantine ed è un posto unico per concezione e realizzazione, una vera e propria “opera d’arte”.  
La cantina è sotto visibile attraverso i vetri nel pavimento dell’atrio, nell’ascensore c’è il profumo del vino e il design gioca sul tema vino traducendo il cemento armato, le strutture in ferro, le corde sospese sul parcheggio e persino i comodini con griglie di ferro in esempi di genialità creativa. Stupendo. Anche la cantina lascia sbalorditi, soprattutto la sala sotterranea per l’affinamento del vino in bottiglia con l’enorme menhir al centro. Così come l’osteria “Muri vecchi” dove ogni ricordo del passato contadino è stato valorizzato al pari della cucina tipica di Bra. 
Pensate che una saletta, la più bella, dell’Osteria, era lo studio di mio cugino, anche lui Dacomo, medico condotta della cittadina.
Matteo Ascheri, l’uomo che porta avanti oggi la Cantina è anche al comando del Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, oltre ad essere una persona amabile ed umile, conduce un’azienda vitivinicola di grande qualità e con due vini molto particolari, oltre quelli della traduzione Langarola.
Bisogna partire dalla scelta creativa, fatta dopo la Laurea in Economia, con la decisione di entrare in azienda, con l’obiettivo di diversificarne l’offerta. Per farlo, impianta, il Viognier e lo Syrah, in tempi insospettabili. Era il 1993 quando li sceglie per la nuova varietà la sabbia di Montalupa, nel Roero a pochi passi da Bra. Con l’idea da subito di fare dei “vini da sogno”, un bianco da invecchiamento e un rosso possente che lascia maturare svariati anni. Piano presto avverato. Con l’aiuto – inevitabile  – di qualche viaggio di ricognizione nel Rodano con il grande enologo Armando Cordero.
Arrivati i cloni, ci si lancia nel progetto. Con un vino bianco che fermenta in legno per 3 mesi (ma con zero malolattica), in botti da 500 litri. A cui i terrazzamenti giusti non mancano certo, in vigna. E che fa onore in terra roerina alla porzione di Francia che ricorda e di cui è originario con la sua anima giovane e il piglio impressionista. La strada è stata comunque in salita; basti dire che ci sono voluti ben 7 anni solo per avere il benestare dall’Università degli Studi di Torino per l’inserimento di questi cultivar nel registro delle autorizzate dalla Regione Piemonte e Province. 
Matteo Ascheri, continua la tradizione di famiglia, realizzando vini che lui ama definire “unplugged”, vini non gonfiati e costruiti ma come nella migliore tradizione capaci di coniugare territorialità e grande bevibilità, vini  capaci di emozionare nel tempo.
I vini che producono sono parecchi e tutti molto buoni: Arneis, Gavi e Moscato d’Asti, Nebbiolo San Giacomo, Barbera Fontanelle, Dolcetto Sorano, Verduno Pelaverga e un ottimo Metodo Classico. Seguono: Barolo, Barolo Ascheri, Barolo Coste&Bricco, Barolo Pisapola, Barolo Sorano oltre i sopra-nominati Montelupa Rosso e Montelupa Bianco.
Veramente ottimi il Dolcetto e il Pelaverga che ho acquistato per il mio locale, ma volevo parlarvi dei due “stranieri” che ho apprezzato tantissimo da buon appassionato dei vini del “Rodano”.
Il Langhe Bianco Montalupa 2015 è un prodotto originale, innovativo, di sicuro non tradizionale, nato dalla volontà di realizzare un bianco basato più sulla complessità e sulla struttura che sulla verticalità. L'intenzione è anche quella di conservare il carattere piemontese, mostrando le peculiarità del territorio. E' ottenuto da uve Viognier provenienti da un vigneto piantato all'inizio degli anni '90 a Bra, nel Roero, ad un'altitudine compresa tra 265 e 305 metri sul livello del mare con esposizione a sud. Il suolo qui è di tipo sabbioso marino con intercalare di ghiaie e marne. La vendemmia viene effettuata verso la fine della prima decade di settembre. La vinificazione prevede una fermentazione di 18 giorni a 18 gradi centigradi, che per circa un quarto della massa si svolge in legno. Il 75 per cento del vino affina in acciaio, mentre la restante parte matura in botti nuove di rovere per 4 mesi. Prima dell'immissione in commercio è previsto un periodo di affinamento in bottiglia di minimo 18 mesi.   
Di un bel colore giallo paglierino carico. Il profumo è schietto, ma la frutta lascia spazio alle note vegetali, legnose, e a salvia, rosmarino e lavanda, in seconda battuta profumi leggeri di albicocca matura e pesca gialla, un cenno mielato e una nota di vaniglia. Al palato è pieno, ben strutturato, rotondo e  persistente. La potenza e l'intensità gustativa che lo caratterizzano non risultano mai eccessive grazie all'ottimo equilibrio. Sarà interessante seguirlo nel tempo per apprezzarne l'evoluzione. E' perfetto in abbinamento a diversi piatti della cucina di mare. Da provare anche con preparazioni a base di ortaggi, carni bianche e formaggi freschi. E’ un vino che ha ancora molta vita davanti. 
 Il Langhe Rosso Montalupa 2015 è un vino fatto per esaltare soprattutto il carattere piemontese. Di struttura, ma con un’eleganza innata: una giusta espressione del territorio del Roero con un tocco di innovazione, non si può dire che non sia innovativo anche lui.

La vigna da cui è prodotto è il Montelupa di Bra, la medesima del Vionier, un sabbioso ed esteso vigneto che potrete scorgere facilmente salendo da Santa Vittoria in direzione Bra, sulle prime curve all’approssimarsi dell’unico tornante. La cantina lo produce sono in annate eccezionali ed è lasciato affinare tantissimi anni, un po’ in legno e poi in bottiglia.
Si presenta nel calice di un bel colore rosso intenso con riflessi violacei. Al profumo si apre subito in una goccia balsamica con un profumo intenso di ciliegia. lampone e piccoli frutti, rosmarino e tracce di zenzero. Bouquet speziato con note ampie, di fiori selvatici di prato montano e liquirizia.
Al palato brilla di freschezza, intensità ed emozionanti nuances di spezie, ritorna la ciliegia e note di carne affumicata. Vino di notevole classe, di ricchezza e tipicità eccezionali, adatto ad un lungo invecchiamento. A tutto pasto, si abbina a formaggi d’alpeggio, a salumi misti, a bocconcini d’agnello grigliati, a una grande bistecca ai ferri.
 
Il Barolo di Serralunga d’Alba Coste&Bricco 1999, prodotto nel Podere Sorano, è un vino sontuoso, capace di strappare punteggi “altisonanti” da parte dei critici. Bel colore rubino intenso, il tempo rimasto in cantina gli ha donato sentori di fiori appassiti, amarene mature, spezie e quel giusto balsamico che è un piacere percepire al naso. In bocca è appagante con tannini che virano sul velluto, regalando una beva di estrema finezza. 
Il Coste&Bricco  2013, da poco in bottiglia, che può confondere per il suo profilo orientale, autorevole, discreto ed esplosivo insieme. All’assaggio, aromi intensi, profondi, con attorno un coro  acido-tannico che avvince e impone un ripensamento generale sul valore stesso dell’annata. Che conferma, con le riserve “giuste”, di aver un bel potenziale di invecchiamento. 
                                                              (Podere di Sorano)
Il Barolo Ascheri viene prodotto nel vigneto omonimo nel comune di La Morra, dove nasce all’inizio dell’ottocento l’azienda, seguendo le regole più tradizionali, e assemblando le uve di nebbiolo provenienti da tre diverse sottozone del Barolo. Questo Barolo, matura in botti di legno per almeno due anni, e si completa con un riposo ulteriore in bottiglia. Esprime le più classiche caratteristiche della denominazione, dimostrando di attestarsi su buonissimi livelli qualitativi.
Rosso granato intenso alla vista. All’olfattiva risulta ampio e composito, con i sentori di frutti di bosco maturi che vengono impreziositi da ricordi di spezie dolci, cuoio e fiori secchi. Ottima la struttura in bocca, elegante la trama tannica e raffinato l’equilibrio. Si sposa alle carni rosse, al pollame nobile o alla selvaggina. È da provare con il tacchino ripieno alle castagne.
                                                             (Podere di La Morra)
Il Barolo Pisapola è un altro cru molto interessante, prodotto nei vigneti di Verduno, un Barolo forse più facile e piacevole. Austero ma armonico allo stesso tempo, il Barolo Pisapola, svela una beva scorrevole e potente insieme. Dopo la fermentazione sosta qualche mese in vasche di acciaio inox, per poi maturare due anni in botti grandi di rovere di Slavonia. Si completa con dieci mesi di affinamento in vetro. Propone un elevato livello qualitativo ad una quotazione molto modesta. Rosso granato intenso al calice. Possiede un bouquet olfattivo elegante ed etereo, che lascia percepire note floreali di viola, sentori di frutta rossa e nera matura, e richiami alle spezie dolci. Rotondo, armonico e vellutato il sorso, caratterizzato da un’ottima persistenza. Da abbinare alle carni rosse o alla cacciagione, è perfetto con il bollito misto alla piemontese.
                                                                         Pisapola
E' il Sorano 2013 che mi ha impressionato, elegantissimo e balsamico, il ricordo al naso di un grande pinot noir, poi al gusto i tannini ti fan rammentare che stai degustando un gran vino da uve nebbiolo; Chapeau.
Il Langhe Nebbiolo “S. Giacomo” riposa 14 mesi in acciaio inox e quattro mesi in botti di rovere di Slavonia. Mostra una bella personalità, è intrigante al naso e invitante nella beva. Non c’è che dire: è proprio un bel Nebbiolo. Occhio rosso rubino, con leggeri riflessi granata. Al naso lascia percepire un bouquet olfattivo elegante, connotato da sentori di viola e frutti rossi. Il sapore è asciutto, morbido e armonico, equilibrato e persistente. Ideale a tutto pasto in accompagnamento alle ricette della cucina di terra, è perfetto con le polpette di carne.
Che Matteo abbia saputo tradurre con efficacia in risultati è ormai provato. Sono 240.000 le bottiglie prodotte in totale, e 23mila quelle destinate a un Langhe Nebbiolo 2017 di un ritmo, un succo e un tannino ricco di tale agilità da far svuotare la bottiglia prima che ce se ne accorga; e con gran felicità dei sensi.