L'UOMO DELLA TAVOLA

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A NOI CHE PIACCIONO I VINI BUONI

2021-03-31 12:38:57

L'ARMANGIA DI CANELLI - IGNAZIO GIOVINE

Ignazio Giovine, un bianchista che non ti aspetti.
Un paio di anni fa ho voluto rispondere all'invito di Leo Rieser a visitare i produttori “Astesani” che partecipano al "Giro del Nizza", manifestazione organizzata tutti gli anni da Slow Food .
Da buon motociclista, nonostante un caldo già pronunciato, quasi afoso per la metà di aprile, ho visitato e assaggiato i vini di alcuni produttori partecipanti. Non conoscevo l’azienda Guasti Clemente di Nizza Monferrato, e ho provveduto, apprezzando le ottime Barbera, i Nizza e la simpatia di Andrea, uno dei titolari; o trovato sorprendenti alcuni loro vini, il Nizza Barcarato e la Barbera Riserva Severa.
Tornato indietro verso Asti, mi sono fermato a Agliano Terme e ho visitato prima l’azienda Dacapo, molto interessante e con ottimi prodotti e poi Villa Giada di Andrea Faccio, che conoscevo già, avendo acquistato dei loro vini in passato, una visita di cortesia.
Ultima azienda visitata l'Armangia di Canelli, geograficamente più vicino a Moasca che a Canelli. Ed è proprio da quest'ultima che ho avuto la mia grande sorpresa. Ignazio Giovine, molto ospitale e cordiale e la moglie Giuliana che mi rimpinzava di stuzzichini tra i tanti assaggi di Barbera, Nizza e Albarossa, mi sono accorto che versava nel tavolo vicino del vino bianco fermo. Da buon “bianchista convinto” gli ho chiesto di cosa si trattasse e mi ha fatto assaggiare uno Chardonnay strepitoso e burroso e vedendo che ne ero rimasto estasiato di questo nettare, Ignazio mi ha fatto assaggiare anche gli altri bianchi della sua produzione, ed è in quel momento che ho capito che Ignazio Giovine era ed è un grande produttore di vini Bianchi e non solo….
Sono passati alcuni anni e da Ignazio, nella sua cantina, di vini ne ho assaggiati parecchi ed alcuni li ho anche acquistati per il mio locale.
Ma uno di quelli che mi ha proprio fatto innamorare è un vecchio Chardonnay che ha tirato fuori l'ultima volta, un vino di 23 anni con fermentazione e affinamento in botti di rovere Vendemmia 1997! Molto limpido e molto trasparente; bellissimo color giallo d'orato che riprende quello in etichetta; consistente. All'olfatto risulta molto complesso, con una qualità eccellente. Perfetto equilibrio del bouquet e il legno non risulta mai invasivo ed è molto armonico. I suoi anni sono portanti molto bene. Dimostrazione che quando i vini sono fatti sapientemente regalano sempre sensazioni indimenticabili.
E cosa dire del Sauvignon EnnEEnne, un nome singolare per quasi ricordare un vino prodotto da uve non convenzionali, piacevole e con un rapporto qualità prezzo onestissimo. Pensate che in una degustazione alla cieca, organizzata nel mio locale il Bicchierdivino, l'EnneEnne 2013 dell'Armangia ha sbaragliato quasi tutti i sauvignon in gara. L'EnneEnne è stato scambiato dalla grande maggioranza dei partecipanti per lo sfidante, un Sancerre di Jean Thomas.
Un’altra volta che siamo stati da lui ci ha strabiliato con un nuovo vino che diverrà, un bianco da uve roussanne e marsanne, acquisito non so come dalle vigne dell’ex azienda Bertelli, indimenticabile infatti il suo St. Marsan, chissà quando lo metterà in vendita Per non parlare dell’Alta Langa e del Moscato di Canelli, che meriterebbe una storia a parte…
L'attività dell'azienda inizia nel 1988, quando, al termine degli studi enologici, Ignazio Giovine rileva i vigneti di famiglia siti sulla collina di S. Antonio ed acquista altri terreni ad elevata vocazione in località Castellero.
Dopo cinque anni di sperimentazioni viticole ed enologiche, nel 1993, nella nuova cantina si vinifica la prima vendemmia, dalla quale si ottengono un Sauvignon ed un Chardonnay con una notevole struttura e dalla marcata caratterizzazione del terreno di origine fortemente calcareo. La vendemmia 1995 porta anche un Moscato d'Asti DOCG ed un Barbera d'Asti superiore affinato in legno, e nel 1999 la Barbera d'Asti Vignali, che diventerà Nizza, e Sopra Berruti un rosso più semplice ma ottimo, quasi didattico.
Il vigneto principale di Chardonnay è uno dei più vecchi del Piemonte per questo vitigno; risale infatti al 1978 ed è caratterizzato dalla presenza di Chardonnay Muscat, assai raro nella zona.
La superficie aziendale a vigneto è di circa 10 ha, impiantata a Barbera, Chardonnay, Moscato bianco di Canelli, Nebbiolo, Freisa d'Asti, Merlot, Cabernet Sauvignon e Sauvignon blanc; la produzione annua è di circa 50.000 bottiglie, oscillante a seconda del livello qualitativo della vendemmia.
Con la moglie Giuliana gestiscono direttamente di vigneto nei comuni di Canelli, Moasca, San Marzano Oliveto e Castel Boglione, con l'aiuto degli storici collaboratori Vangel e Dusko.
La conduzione dei vigneti e della cantina è curata direttamente dal proprietario, così come la parte commerciale.
I vigneti sono condotti già a partire dal 1988 secondo criteri di ecocompatibilità ben più severi di quelli previsti dalle recenti normative comunitarie, ricorrendo all'inerbimento totale del terreno, ad una difesa antiparassitaria basata su un ridotto numero di interventi a base di solfato di rame e zolfo di cava, alla riduzione del 90% delle concimazioni, localizzate ora nelle aree più bisognose e basate su concimi organici.
Il ricorso a vitigni a bacca bianca non autoctoni è giustificato dalla loro vocazione alla produzione di vini di struttura, con profumi complessi e che si evolvono per anni, garantendo una durata che nessun vitigno locale può dare; sopportando egregiamente la vinificazione e la conservazione senza uso di anidride solforosa, l'invecchiamento in legno e la permanenza su feccia per 5 o 6 mesi. Anche per i vitigni a bacca rossa si è fatto ricorso ai vitigni che garantiscono il miglior adattamento al terreno ed al microclima di ogni singolo vigneto.
Ignazio interessano le buone pratiche agricole, l’ambiente, la sostenibilità della produzione negli anni, per nulla le certificazioni. Da dove viene un buon principio è ben accetto. Semina erba nei filari, ma non sovescio, usa prodotti ammessi in agricoltura biologica, ma non è certificato, non usa preparato 500, ma non ne esclude l’efficacia. Allo stesso modo si comportano tanti colleghi più bravi di lui. Esclude che ci sia un nesso tra vignaiolo e agricoltura biodinamica, si tratta di scelte dettate dal marketing o da esigenze di visibilità.
Ma fino adesso ho decantato solo i vini bianchi dell’Azienda, tralasciando i rossi, tutti ottimi, alcuni stupenti a partire dai due Nizza:
Il Nizza Vignali Riserva proviene dal vigneto omonimo, composto di due appezzamenti impiantati nel 1934 e nel 2002 a San Marzano Oliveto, dove regnano il calcare, l’argilla e la sabbia con presenza importante di marne grigie.

La maturazione del vino si svolge per circa un anno in barrique e per poco meno in botte grande, mentre l’affinamento in bottiglia può variare dai 18 ai 36 mesi.
Nel calice ha un colore rubino violaceo di buona profondità, l’impatto olfattivo è emblematico, si sente subito come il vitigno e il legno abbiano trovato un connubio ideale per valorizzare un’eleganza che non appartiene alle caratteristiche principali della barbera di altre zone; c’è un grande lavoro e un terroir che lo consente, il risultato è terribilmente convincente, i paragoni con altre barbere non hanno senso, qui si lavora diversamente e ci sono le ragioni che lo giustificano, non è per moda o un inutile tentativo di voler strafare e ammiccare altri grandi vini di struttura. No, non credo proprio, in quel caso il risultato sarebbe grossolano (e di casi del genere ce ne sono anche con altri vitigni), qui invece ho davanti un signor vino, con una propria identità, dove la freschezza continua a supportare l’energia e la struttura che lo caratterizzano.
Siamo lontani anni luce da quei vini costruiti in cantina per piacere questo o quel mercato, il Vignali Riserva 2016 si beve alla grande, senza alcuna difficoltà, in barba alla carica alcolica, perché non te ne accorgi, il frutto e le spezie in armonia cancellano qualsiasi rischio di pesantezza, è un bel bere, profondo, sostenuto anche da una piacevole nota balsamica che rinfresca la bocca, il finale gioca su rintocchi di mandorla, cacao e note terrose, davvero eccellente.
Ignazio Giovine ci propone anche un’altra versione di Nizza dal nome Titon, le cui uve provengono da vigneti esposti da Sud-Est a Ovest su terreni che passano dal fortemente alcalino, povero di sostanza organica, drenante e ricco di scaglie tufacee, all’ alcalino-argilloso e profondo, con altitudine fra 200 e 260 metri s.l.m. e una pendenza che varia dal 5% al 15%.
Questo gli consente di fare una scelta ponderata in base all’andamento delle diverse annate e dei risultati analitici, quindi il fatto che sia un 2017, figlio di un’annata decisamente calda, incide in modo meno evidente di quanto avrebbe potuto in caso di provenienza da un solo appezzamento.
Vinificato in acciaio, viene poi travasato in botti da 300, 2.000 e 3.400 litri; tra febbraio e luglio viene effettuato un secondo travaso e un terzo a fine settembre, l’ultima fase si svolge in botte grande.
Il colore nel calice è un bel rubino violaceo profondo, ma non impenetrabile alla luce, il manto odoroso regala note di viola, ciliegia matura, fragola, amarena, sfumature di cipria e vaniglia, speziatura dolce leggera.
Al palato è intenso, con acidità decisa come si addice a una barbera di razza, ben avvolto nel frutto copioso, l’alcol non disturba perché la freschezza ne smussa l’effetto pseudocalorico, il finale è gustoso, quasi pepato, molto piacevole. Un Nizza che sa farsi apprezzare, riesce a mantenere ben saldo il legame con il vitigno, non c’è opulenza ma equilibrio, il risultato è che a tavola rischia di svuotarsi molto velocemente. Cinque chiocciole in prospettiva, dategli altri 2-3 anni e non ne potrete più fare a meno.
Abbondante la loro offerta di etichette. Ogni vino incarna l'essenza di una vigna, di un territorio, di un'idea, di una storia. Hanno vini diversi perché coltivivano un territorio nobile e variegato, perché hanno una storia antica e intricata, tradizioni enogastronomiche ineguagliabili e tante curiosità (enologiche) da soddisfare. Se vi proponessero un solo vino non vi racconterebbero che una piccola parte del loro mondo.
BOLLICINE : Lorenzo Maria-Sole Alta langa , Vizio di famiglia Brut Charmat
BIANCHI ; Piemonte  Chardonnay NoN, Piemonte Chardonnay Pratorotondo, Piemonte Chardonnay Robi & Robi, Monferrato doc Bianco EnnEEnnE e Piemonte Cortese.
ROSSI: Barbera d'Asti Sopra Berruti, Nizza Titon, Nizza Riserva Vignali, Piemonte  Albarossa Macchiaferro, Monferrato RossoPacifico, Dolcetto del Monferrato
Moscato d'Asti Canelli, Vendemmia tardiva Mesicaseu

L'Armangia • Reg. San Giovanni 122 - Canelli (AT) Tel./ Fax +39 0141 824947
antonio.dacomo21/11/20

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