Il progetto vinicolo basato sulla qualità, sulla valorizzazione della biodiversità e sul rispetto della natura e del tempo è commovente.
I vigneti che circondano la cascina I Carpini sono impiantati su un terreno argilloso e calcareo a 380 metri di altitudine, ottimo per la coltivazione dei vitigni autoctoni: Timorasso e Barbera. Si pratica un’agricoltura di tipo biologico-olistico, basata sulla sostenibilità e sull’equilibrio ambientale, che prevede la compresenza di viti, boschi e seminativi. La scelta di creare vigneti-cru ben caratterizzati ha portato alla creazioni di vini diversi per ogni singola parcella, al fine di valorizzare al massimo il territorio e le sue peculiarità. In cantina viene adottato un approccio tradizionale, evidente dalla scelta di usare solo lieviti indigeni e di operare macerazioni sulle bucce e lunghi affinamenti anche per i vini bianchi, che però non disdegna il ricorso alle tecnologie più innovative, per creare vini puliti ed eleganti.
Incredibile la filosofia di Paolo, vende i vini dai 5 ai 10 anni dopo la vendemmia, ed questa sua convinzione è comprovata dai risultati: vini elegantissimi e perfetti, con prezzi onesti soprattutto. Ieri abbiamo assaggiato tutta la sua produzione dai tre Timorasso che si alternano in 3 tipologie completamente diverse. Straordinario il Brezza d'Estate, in cui l'affinamento estrapola già ampi sentori di idrocarburi. Molto buono il Timorasso Metodo Charmat lungo "Chiaror del Masso", somiglia già un ottimo metodo classico. Una bollicina molto gradevole e personale, prodotta da timorasso con il metodo Martinotti lungo. Paolo Carlo Ghislandi lo produce naturalmente e in modo bio. E' come ho detto un prodotto fuori dalle righe, sentori floreali e fruttati ricordano ancora la tipicità, elegante e suadente alla pari o in alcuni casi meglio di tanti "champenois"
Molto buono il Barbera base "Sette Zolle", piccole percentuali di croatina e freisa lo rendono piacevolissimo e accattivante.
La carrellata dei rossi che seguono è sconvolgente, si alternano oltre il Barbera, Cabernet e Merlot. Ma è il rosso finale "che vale solo lui il viaggio" "la Fine del Mondo" un "Barberone" in purezza che Paolo produce solo in annate favorevoli, da "vigne stravecchie" e che è"una vera e propria bomba", aveva ragione Bruno Boveri che tanto me l'aveva decantato.
Per finire il nostro amico produttore ci fa assaggiare l'ultimo arrivato, un Timorasso metodo classico 36 mesi molto particolare, un prodotto che alla cieca di sicuro molti lo scambierebbero con un ottimo Champagne, con i desiderio di farlo affinare fino ai 60 mesi.
E per farci mancare nulla un assaggio della grappa, un aroma che io stesso avevo dimenticato, abituati a bere prodotti sempre più standardizzati, con quei profumi incredibilmente fini e sublimi, dovuti ad un'attenta distillazione, quasi maniacale.
E si Paolo, ieri mi hai fatto rappacificare con le mie convinzioni sui vini naturali, sperando sempre di più che questa cerchia di produttori riesca a proporre vini buoni come i tuoi.....