Per quanto riguarda i vantaggi fiscali si annoverano:
A questi vanno ad aggiungersi convenzioni e sconti su diritti SIAE, Sky, assicurazioni varie, sulla tassa sui rifiuti, e agevolazioni di vario tipo per quanto riguarda la somministrazione di bevande e alimenti presso la sede dell’associazione, la possibilità di accedere al Fondo Sociale Europeo e al credito sportivo, di organizzare viaggi per i propri tesserati, o di svolgere attività in locali con qualsiasi destinazione d’uso.
L’unico requisito per poter godere di questa lunga serie di benefici è la registrazione dell’associazione. Questo passaggio è l’atto che di fatto regolarizza e ufficializza la vostra realtà associativa. Una volta effettuata la registrazione, avrete modo di aprire un conto corrente intestato all’associazione e iscrivervi nei registri comunali e regionali.
Quando si parla di costituire un'associazione si fa riferimento alla sua registrazione. Poiché nonostante il lavoro svolto per riunire persone accomunate da un’idea o dallo scopo che quell’idea scaturisce, senza l’ufficializzazione burocratica l’associazione non è riconosciuta. Per questo motivo è importante sapere quali sono i singoli passaggi da adempiere per mettere insieme un’associazione con basi solide e perfettamente in regola.
La prima cosa da fare è riunire un gruppo di persone (minimo tre) che, in qualità di fondatori, diano vita all’associazione. È necessario che i soci siano almeno tre così da costituire il primo consiglio direttivo, e da ricoprire le cariche di presidente, vicepresidente e segretario. In sede di questa prima riunione ufficiale, i presenti hanno il dovere di creare uno statuto e un atto costitutivo. Saranno queste le basi sulle quali i futuri potenziali associati valuteranno se condividono l’obiettivo della vostra associazione e decideranno se iscriversi o meno.
All’interno dello statuto va riportata la motivazione che ha spinto i fondatori a costituire l'associazione, ossia lo scopo associativo, che ripetiamo non può essere lucrativo. La causa da promuovere ha spesso un carattere locale, il che rende anche più facile trovare persone pronte a perorarla anche per una questione di mera vicinanza geografica.
L’atto costitutivo si compone invece delle generalità dei soci fondatori, dell’indirizzo della sede sociale e della data di costituzione dell’associazione. Inoltre, al suo interno vanno riportati i ruoli previsti (presidente, consiglio direttivo, assemblea dei soci, tesoriere, ecc.) con le rispettive mansioni, durata delle cariche, e modalità di elezione e destituzione. Una volta stabilite le condizioni si può procedere con le elezioni delle varie figure. Anche i risultati delle elezioni vanno riportati nella documentazione dell’atto costitutivo.
Una volta redatta la documentazione necessaria si può procedere con la registrazione dell’associazione presso l’Agenzia delle Entrate. Questo passaggio non prevede la firma di un notaio, come altresì avviene per le imprese commerciali. L’associazione ha la possibilità di aprire partita IVA (o in alternativa di vedersi corrisposto un codice fiscale) e un conto corrente. Su quest’ultimo dovranno infatti riversarsi i ricavi derivanti da sponsorizzazioni, da reinvestire sulla stessa attività associativa.
Seppur molto ridotti, costituire un'associazione prevede dei costi. I soli costi dell’associazione sono quelli al momento della registrazione e corrispondono a 200€ per l’invio del modello F23 e alle marche da bollo da applicare alla relativa documentazione, del valore di 16€ l’una.
N.B.
A ogni quattro facciate di documentazione corrisponde una marca da bollo. Una facciata non può superare le cento righe di testo.
Tuttavia, alcune tipologie di associazioni godono dell’esenzione dall’imposta di bollo, sia per i documenti necessari per la registrazione che quelli successivi. Dal 2019, oltre alle associazioni di volontariato sono esentate anche le ASD, ossia le associazioni sportive dilettantistiche.
Come accennato, ci sono varie tipologie di associazioni per diversi orientamenti. La scelta del modello più congruo allo scopo associativo non va sottovalutata. Infatti, la scelta del modello si riflette sulle attività che l’associazione può svolgere. Una scelta errata significa, oltre a eventuali sanzioni, anche una limitazione dell’operatività dell’associazione. Inoltre, a ogni tipologia di associazione corrispondono sgravi fiscali e agevolazioni specifiche.
Qui di seguito riportiamo brevemente le varie tipologie di associazioni e il relativo orientamento.
La caratteristica principale delle organizzazioni di volontariato (ODV) è lo svolgimento di attività finalizzate alla solidarietà sociale. L’associazione eroga servizi a titolo gratuito a favore di persone bisognose. Al fine di ottenere i benefici di diritto, è necessario iscrivere la propria organizzazione al registro del volontariato regionale, il che ne farà automaticamente una Onlus.
I volontari che svolgono le attività a nome dell’organizzazione non possono in alcun modo essere retribuiti e devono essere iscritti all’apposito registro e adeguatamente assicurati. Le organizzazioni di volontariato possono svolgere attività commerciali e produttive marginali, dalle quali possono incassare i proventi, non imponibili, purché venga tenuta una corretta rendicontazione.
La finalità delle associazioni di promozione sociale è quella di svolgere attività cosiddette sociali a favore dei propri associati ma aperte anche a persone terze, senza scopo di lucro. Anche in questo caso è necessario effettuare l’iscrizione al registro nazionale e regionale per poter godere a pieno dei benefici previsti dalle normative vigenti. Questa tipologia di associazioni può godere delle agevolazioni riservate alle Onlus qualora ne ottenga la qualifica.
Come per le ODV, anche le APS possono svolgere attività commerciali marginali, ma diversamente da loro possono, in caso di necessità, anche assumere dipendenti o ricevere prestazioni di lavoro da parte degli associati. Le attività svolte e promosse da questo tipo di associazioni possono essere pubblicizzate, sempre però specificando che sono rivolte ai propri associati.
Queste associazioni si impegnano a promuovere attività sportive di carattere dilettantistico, di cui fa parte anche l’attività didattica. È necessaria l’iscrizione al registro gestito dal CONI, che passa sempre per l’adesione a una federazione o un ente sportivi riconosciuti.
Le ASD possono retribuire le varie figure coinvolte nella loro attività (quali atleti, allenatori, dirigenti, ecc.) con un rimborso. Questo rimborso è esente da trattenuta Irpef se inferiore ai 10.000€ l’anno. Queste associazioni sono tenute a presentare il Modello 770. Queste associazioni possono ricevere denaro dalle imprese, da considerarsi come spese pubblicitarie finalizzate alla promozione dei prodotti o dei servizi delle stesse.
Sono quelle associazioni di stampo locale mosse dallo scopo di valorizzare le potenzialità del territorio (storiche, enogastronomiche, culturali, naturalistiche e turistiche). I confini territoriali comunali rappresentano per le associazioni pro loco una vera e propria limitazione geografica delle proprie attività.
Le associazioni di solidarietà familiare sono una sottocategoria, per così dire, delle associazioni. Infatti, possono essere definite tali le ODV, le associazioni di promozione sociale, o le associazioni cosiddette generiche, che operano nell’ambito della solidarietà familiare. Questo ambito corrisponde al sostegno nel lavoro domestico e nella cura familiare, così come alla sensibilizzazione del ruolo sociale ed educativo proprio delle famiglie. Affinché la documentazione per l’iscrizione al relativo registro sia redatta correttamente, è importante che lo statuto renda chiara l’attività svolta nell’ambito famigliare e che siano rispettati i criteri di democraticità e di trasparenza interni all’associazione.
Si tratta principalmente di attività sponsorizzate dalla raccolta di fondi. I promotori, così vengono definiti gli associati, svolgono attività di aiuto, beneficenza e soccorso di pubblica utilità. Di queste fanno parte anche quelle a tutela delle opere pubbliche e dei monumenti.
Questo modello fa riferimento ad associazioni attive negli ambiti dello sviluppo, dell’informazione, dell’educazione, e della formazione di personale, principalmente svolte in o rivolte a paesi in via di sviluppo. Per ottenere la qualifica di ONG è necessario che venga riconosciuta all’associazione l’idoneità per la gestione di progetti di cooperazione da parte del Ministero degli Esteri.