Telecamere negli asili
Da tempo si parla di installare un sistema di videosorveglianza in asili e case di cura. Favorevoli o contrari?
Telecamere negli asili
È appena apparso sull'Avvenire un articolo, scritto dal pedagogista Daniele Novara, che potrebbe far discutere.
L'articolo è una risposta all'approvazione da parte della Regione Lombardia dell'installazione di telecamere negli asili nido, per un costo di ben 900.000 euro.
Le riflessioni del pedagogista sono molto interessanti e incontrano il mio favore, un pensiero che ho sempre avuto su questo argomento.
La prima riflessione riguarda quelle strutture private, con personale non sempre qualificato, che spuntano come funghi sul nostro territorio.
Spesso, infatti, i casi di cronaca riguardano asili e case di cura "chiuse". Per "chiuse" intendo, in appartamento o casetta privata che, dopo la consegna del bimbo alle maestre, non viene frequentato da persone esterne come fornitori, coordinatori, altro personale, fino all'ora in cui si riprende il bambino.
Ma purtroppo, a volte, il problema si presenta anche in strutture pubbliche, che dovrebbero essere super controllate da una varietà di figure professionali, che si alternano negli orari di apertura.
Un problema a cui fa riferimento Novara è lo scarso riconoscimento, anche economico, che viene dato agli educatori della prima infanzia, rispetto agli insegnanti dei cicli successivi. Considerando l'alta importanza che ha l'educazione nei primi anni di vita.
Abbiamo bisogno di qualità, non di sistemi informatici.
Personale qualificato, aggiornato e sì, anche controllato, ma da coordinatori competenti, che valorizzino di continuo il sistema educativo portato avanti in equipe.
La Telecamera è solo un palliativo, che rischia di snaturare un rapporto basato anche su affettività.
Come conclude l'articolo: "Una cattiva scuola resta tale anche con telecamere."