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Villaggio medievale rupestre / necropoli di S.Cecilia a Bomarzo (Viterbo) : percorso da seguire e info in merito

2019-09-20 16:02:47

Scendiamo nel Fosso Castello (o Fosso del Rio), una valle cosparsa di massi erratici di peperino, che si sono staccati dalla parete rocciosa sovrastante e sono franati sul ripido pendio, assumendo forme inconsuete, dove i nostri antenati vi hanno inciso tombe, pulpiti, abitazioni primitive.

Percorso da seguire

Bomarzo si raggiunge dall’uscita di Attigliano dell’Autostrada del Sole o dalla superstrada Orte-Viterbo. Il punto di partenza dell’escursione è il campo sportivo raggiunto da una breve diramazione al km 1,5 della provinciale Bomarzese, individuata anche da una torre-serbatoio ben visibile.


Dal campo sportivo un cartello “Santa Cecilia” indica il percorso da seguire. In breve si scende a un’ampia radura sull’orlo del bastione roccioso, dov’è un’area picnic. 


Accanto a una piccola tomba antropomorfa inizia uno stretto sentiero intagliato nella pietra, con i gradini sagomati tra due rocce.

Questa piccola via cava scende ripidamente cercandosi prima un percorso nella parete rocciosa e poi costeggiando grandi massi, districandosi nella fitta vegetazione e tra gli alberi caduti.


Dopo una ventina di minuti, quando il pendio rimpiana, si scorgono sparsi nel bosco i ruderi dell’antico villaggio di Santa Cecilia.

Un grande masso è stato scavato per ricavarvi una casa-grotta, fornita di due ingressi, di un canaletto di scolo dell’acqua piovana e di un’incisione per la tettoia, a protezione dell’ingresso.

Su una terrazza a forma di prua di nave sono i resti di una chiesetta del dodicesimo secolo, dedicata probabilmente a Santa Cecilia.

Si notano ancora il pilastro che reggeva l’altare, la sagoma dell’abside, parti di mura e le decorazioni.

Intorno alla chiesa è un cimitero costituito da una decina di sarcofaghi, interi o spezzati. Sui frammenti sono visibili le croci greche scolpite a rilievo.

La necropoli continua con le caratteristiche sepolture in alveoli trapezoidali scavati nella pietra, sagomati sulla figura umana, con o senza il cuscino interno di pietra che sosteneva il capo.

Interessanti sono i resti di un’abitazione complessa, che ha il piano superiore accessibile con una scalinata, il pavimento, alcune pareti scavate nella roccia, il piano d’appoggio della copertura del tetto.

Si trovano alcune pestarole e vasche sovrapposte e comunicanti, scavate nella pietra, probabilmente utilizzate per la spremitura dell’uva e la lavorazione del mosto.

Questo villaggio rupestre mostra di essere stato frequentato dall’età etrusca fino al Medioevo


Per la necropoli altomedievale è stato ipotizzato l’intervento delle truppe africane dell’esercito bizantino, schierate a ridosso della linea del fronte con l’esercito longobardo (seconda metà del sesto secolo). 


Evidenti sono i segni del cristianesimo, sia nella chiesa medievale, sovrapposta forse a un edificio sacro preesistente, sia nella dislocazione delle tombe intorno alla chiesa. Per il resto è un ulteriore esempio di borgo rupestre, satellite dei paesi vicini (Bomarzo, Chia), ricco d’acqua, nel quale si svolgevano attività agricole, di produzione del vino e di pascolo degli animali.