Lo Spettacolo della Natura

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Lago Vladimonio o Vadimone, detto anche "lago del demonio" 📸

2020-01-14 16:31:04

È un piccolo specchio di acqua solfurea d'origine vulcanica, di cui non si conosce la profondità, situato in territorio ortano, nelle pianure della valle del Tevere sottostanti Bassano in Teverina (VT).

È tecnicamente uno "sinkhole", cioè uno sprofondamento improvviso del suolo.
Un tempo, era molto più grande e aveva un affluente che lo collegava al Tevere.

Il "lago del demonio" deve la sua denominazione alle presenze demoniache, che sarebbero responsabili delle periodiche intemperanze a cui è soggetto.

La leggenda più diffusa e accreditata narra che il lago si sarebbe formato al posto di un'aia (ovvero un terreno rassodato e spinato che serviva per battere il grano e sgranare i legumi), dove alcuni contadini stavano tritando il grano con dei cavalli durante il giorno di Sant'Anna (riccorenza in cui i contadini non dovevano lavorare), e a causa di questa infrazione, l'aia sarebbe sprofondata e al suo posto sarebbe comparso il lago.

I vecchi abitanti del luogo sostengono che alcune notti si avvertano nella zona strani rumori, simili a quelle delle battaglie, che ricordano in particolare i cavalli spinti a correre circolarmente. Non a caso, una battaglia venne combattuta qui nel 309 a.C.; l'esercito romano fece valere la sua nascente forza contro gli Etruschi. La battaglia fu cruenta, lo schieramento di forze eccezionale, gli Etruschi furono annichiliti da tanta prontezza. Le acque del lago e del biondo Tevere si tinsero di rosso.

Si diceva fosse profondissimo e avesse vortici così forti da trascinare sott'acqua ogni cosa vi si gettasse dentro e che ribollisse aumentando il volume delle sue acque improvvisamente, per via di eruzioni d'acqua tinta da cenere o rosseggiante, come se quella fosse la bocca dell'inferno.

Plinio il Giovane ne parla in questi termini

"Una ruota messa a giacere, con una circonferenza in tutto regolare [...] di colore più pallido, più verde, più intenso del marino" ed è proprio così! Dall'alto sembra un grande cerchio di colore verde chiaro incastonato in una natura prepotente, fatta di fitta vegetazione e di canne mosse dal vento. Se ci si arriva in una mattinata di novembre, la fitta nebbia che sale dal vicino Tevere rende il paesaggio quasi irreale, sospeso tra passato e presente.