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GIGLIO MARTAGONE (Lilium martagon) detto anche RICCIO DI DAMA o TURBANTE DEL TURCO!✍

2020-04-20 14:56:10

Una pianta della famiglia delle Liliaceae, che cresce spontanea in Europa, Asia e Nord America. I fiori di colore rosa scuro, punteggiati di bruno, presentano i tepali tipicamente ricurvi all'indietro lasciando in vista 6 stami penduli con antere colore rosso minio.

Habitat

Il giglio martagone è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-temperata presente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Puglia, Basilicata e Calabria.

Forte la sua presenza nel nostro Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM).

Fiorisce nei pendii esposti al sole, nei prati riconquistati dalla flora spontanea, nei pascoli umidi, fra gli arbusti. In suoli calcarei, neutri e debolmente acidi, dai 300 sino a 2.000 metri di quota, sulle Alpi e sugli Appennini.

Cresce nelle radure boschive e nei mantelli, su suoli limoso-argillosi sciolti, profondi, freschi, ricchi in composti azotati e basi, a volte subacidi, con optimum nella fascia montana.

Si tratta di una specie protetta (D.P.Reg. 20 marzo 2009 n. 74). La raccolta della pianta, dei fiori e dei bulbi è sempre vietata, in qualsiasi stagione o luogo!

Caratteristiche

Le foglie, tipiche delle bulbose, lunghe fino a 15 cm, sono di forma ellittica, terminanti a punta. Si possono dividere secondo la localizzazione lungo il fusto in inferiori, medie e superiori. Quelle inferiori, alla base del fusto, sono poche, ma lunghe; quelle in posizione mediana sono raggruppate in verticilli che contano fino a dieci elementi, quelle superiori, prossime ai fiori, sono di dimensioni ridotte.

I fusti, solo apparentemente fragili, sempre eretti, sono macchiati di scuro e raggiungono un’altezza che va dai 40 cm fino ad oltre il metro.

I fiori, da 3 fino a 20 per la stessa pianta, di dimensioni leggermente crescenti dal basso verso l’alto, fino a 5 cm di diametro, sono raccolti in un lasso racemo terminale. Assumono la forma caratteristica di un turbante turco, perché i tepali, screziati in toni più scuri, si incurvano all’indietro fino quasi a toccare lo stelo. In questo modo, gli stami, in numero di 6, sono ancora più evidenti.

Il colore di fondo è rosa carico con puntinature color porpora o brune. Gli stami, grandi e pendenti verso il basso, sono di color rosso intenso.

I bulbi sono gialli e squamosi, fragili e particolarmente sensibili alla disidratazione. Per questa ragione non si consiglia di separare i bulbilli, ma di lasciarli in loco per incrementare i cespi.

Fiorisce in estate, i bulbi che radicano in terreni ben esposti e a bassa quota fioriscono in giugno, anche per sfuggire alla siccità estiva, i bulbi che radicano in quota, in terreni umidi e non sempre soleggiati fioriscono in luglio, o anche più tardi.

I frutti sono capsule triloculari con tantissimi semi la cui maturazione avviene in genere nel mese di settembre e ottobre.

Etimologia

Il nome scientifico "Lilium" deriva dal greco “crinon” e l'epiteto "martagon" dallo spagnolo, che richiama il concetto di “riccio di capelli”, infatti il Lilium martagon viene detto "Riccio di Dama", ma potrebbe anche arrivare dal turco e indicare la forma del fiore, a turbante, introdotta nel XV secolo.

Il nome generico era già in uso presso i Romani.

Simbologia

Pianta sacra al dio della guerra Marte, cui deve il nome, Lilium martagon:accompagnava gli antichi soldati sul campo di battaglia perché ritenuto valido amuleto.

A dispetto di tanta bellicosità il giglio martagone è pianta di rara eleganza pur essendo annoverato fra i fiori più appariscenti ed apprezzati dell’intera flora montana.

Il nostro Lilium martagon ha anche un ruolo importante nell’antica pratica dell’alchimia, che lo lega in modo chiaro al pianeta Marte.

Guardando la forma dei tepali del fiore, alcuni popoli antichi hanno intravisto i raggi di una ruota e lo hanno interpretato come simbolo di gloria.

Coltivazione

In giardino i martagoni devono poter avere spazio per formare una macchia di colore intenso capace di svettare su fioriture più basse e in colore a contrasto.

Come tutti i gigli, temono i terreni pesanti, fradici e con ristagno. Non amano, quindi i suoli freddi e argillosi, e neppure quelli aridi e sabbiosi, ma prediligono suoli leggeri e ricchi di sostanza organica solo parzialmente decomposta.

Per porre a dimora i bulbi è necessario scavare una buca tre volte più profonda del bulbo stesso e tre volte più larga, mantenendo una distanza di 20 cm tra i bulbi. In caso di terreno inadatto lo scavo dovrà essere più profondo per predisporre un drenaggio con ghiaia, sabbia e terriccio acido scelto fra quello di bosco.

A primavera quando escono dal terreno, e prima della fioritura distribuire terricciato di letame molto maturo.

I gigli richiedono un’esposizione calda, ma non troppo asciutta, sempre protetta da venti dominanti, meglio se in ombra parziale, esposti al sole solo di mattino, perché consentirà ai fiori di durare più a lungo. 


Le bagnature devono raggiungere i bulbi che sono piantati ad una buona profondità, devono mantenere il terreno umido, ma sempre senza eccessi perché i gigli soffrono il ristagno. In terreni fradici i bulbi marciscono o sopravvivono solo per pochi anni dando vita a piante stentate con pochi fiori.

Per avere bulbi longevi rimuovere i fiori appassiti per impedire la formazione del seme che richiamerebbe per lo sviluppo sostanze nutritive sottraendole al bulbo.

Non asportare le foglie, perché sono queste che operano la fotosintesi clorofilliana, trasformando acqua e anidride carbonica in zuccheri di riserva.

Non recidere la pianta alla base fino a quando non secca in modo naturale, sostenendola anzi perché questa fase di bilancio positivo per il bulbo sia la più lunga possibile, continuando le bagnature e la fertilizzazione.

Solo quando è secco il fusto deve essere reciso alla base e si provvede a proteggere il bulbo con una ricca pacciamatura di terricciato di letame maturo.

Quando piantiamo il nostro Lilium martagon dobbiamo anche fornirgli del concime a lenta cessione.

Di solito si trova bene isolato, lungo i viali, sotto le siepi, oppure in piccoli gruppi per decorare giardini con macchie colorate.


Se coltivato in vaso, esige vasi profondi, cresce velocemente, nasce e fiorisce in massimo 5 mesi.

Proprietà

La pianta è tossica, anche se, oggi viene usata in erboristeria per diverse proprietà officinali:

- Apprezzata per le proprietà delle sue radici: espettoranti, emollienti, diuretiche e cardiotoniche.

- Il bulbo, invece, potrebbe dare dei benefici nella cura di ascessi e mastiti.