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GIGLIO DI SAN GIOVANNI detto Giglio Rosso, una specie protetta✍

2020-03-12 17:01:33

Scientificamente "Lilium bulbiferum", pianta erbacea con bulbi sotterranei, appartenente alle Liliaceae, nota anche come "Giglio Rosso", ma è arancione, qualche volta diventa così chiaro da sembrare giallo. È un FIORE PROTETTO e NON DEVE ESSERE RACCOLTO IN ALCUN MODO, né come fiore né come bulbo.

Dove trovarlo

Pianta longeva, tende a formare piccole colonie dove le piante distano generalmente una a pochi metri dall’altra.

Diffusa in tutta l’Europa centrale, s’incontra spontanea nella fascia altimetrica compresa fra i 500 ed i 1900 metri, anche se talune colonie, ubicate in luoghi riparati e ben esposti, si spingono fino ad un’altezza di 2400 m. s.l.m. Sempre in luoghi caldi e assolati, preferibilmente in terreni calcarei, ben drenati.

Nei terreni di risulta sulle pendici dirupate o ai piedi di queste, fiorisce con un certo anticipo ed esaurisce il suo ciclo vitale prima dell’arrivo del caldo estivo e del periodo siccitoso, entrando in un periodo di quiescenza che dura sino alla primavera successiva.

Nei prati con terreni ricchi e freschi fiorisce quando l’erba è già alta e, anche a fioritura terminata, mantiene le foglie verdi ancora a lungo.

Gli esemplari coltivati in giardino possono raggiungere e superare il metro, presentano fiori più chiari della forma spontanea, di diametro superiore ai 10 cm.


Foglie 

Le foglie che crescono lungo lo stelo sono sparse, alterne, di forma lanceolata e con nervature parallele abbastanza evidenti.


Il colore verde cupo permette di distinguerle dall’erba dei prati anche quando la pianta non è in fiore. Sono lanose nella parte inferiore.


Le dimensioni si riducono progressivamente lungo lo stelo, quelle alla base sono picciolate. 


Nelle piante mature e vigorose, in annate favorevoli, all’altezza dell’ascella delle foglie poste lungo lo stelo, prossime al fiore, si sviluppa un piccolo bulbillo di colore verde o nero.

Fiore 


Il fiore tende a essere solitario, ma una sola pianta può arrivare a produrne anche cinque. 


Si compone di sei elementi: tre tepali esterni ellittici ed acuminati e tre interni subspatolati. Gli stami eretti sono in numero di sei, le antere sono grigie, l’ovario è cilindrico, lo stilo è aranciato e lo stimma violetto. 


Non è profumato.


Il colore è arancione, variando da toni molto chiari a tinte più cariche, minutamente punteggiati di nero. 


La fioritura inizia a maggio.


Al fiore succede una capsula ovoide che contiene più semi, matura già nel mese di agosto, ma più spesso in settembre.

Coltivazione

In giardino può essere posto negli stessi spazi delle bulbose invernali, al posto di muscari o tulipani perché i bulbi si pongono ad una profondità maggiore e possono convivere senza darsi fastidio, rinnovando, anzi, vegetazione e fioritura.

Il segreto della loro coltivazione si basa sul giusto tipo di terreno, sempre ben drenato, sull’esposizione, in sole pieno con terreno caldo, e sulla profondità dei bulbi che deve garantire un terreno fresco e umido nel periodo di vegetazione della pianta.

Per favorirne la crescita non lasciarsi prendere dalla tentazione di letamare con generosità il terreno d’impianto o usare concimi organici freschi, ma preferire sempre terricciati prodotti a partire da materiale vecchio, senza forti fermentazioni in corso (almeno 24-36 mesi). In terreni carenti è meglio utilizzare un prodotto liquido per piante da fiore diluito nell’acqua di bagnatura.


Antichi usi medicinali 


Diversi rimedi popolari prevedevano l’uso del giglio di San Giovanni. 


Le sue foglie erano ad esempio considerate una sostanza in grado di favorire la cicatrizzazione delle ferite.


Anche il bulbo era apprezzato per le proprietà emollienti e moderatamente astringenti.


Mettendo invece a macerare le antere (una parte degli stami) in olio d’oliva per circa due mesi si otteneva un distillato utilizzabile per la cura dell’otite.



Per propiziare la fertilità, invece, gli antichi preparavano un infuso con questi ingredienti:

• 7 fiori di giglio
• una manciata di chicchi di riso e di melagrana
• un litro d’acqua.

Dopo aver portato a ebollizione, si filtrava il tutto e si aggiungeva all’acqua del bagno.