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Cynara, il Fiore del Carciofo ✍ per tutti gli amanti del viola! 😊

2020-04-11 15:22:30

Il carciofo è una pianta erbacea perenne del genere Cynara e appartiene alla famiglia del Candunculus.

Caratteristiche

La sua pianta può raggiungere anche più di un metro di altezza ed è formata da grandi foglie basali, da una rosa di altre foglie e da un fusto al centro di questa rosa.

Le radici del carciofo sono rizomatose e possono produrre anche più cespi, dai quali, a loro volta, possono originarsi anche più rose.

Il fusto ha un portamento eretto e porta delle foglie anche in cima; è proprio dal fusto che, in primavera, spuntano la calatidi, ossia delle infiorescenze tonde e lunghe.

In sostanza, quello che noi comunemente chiamiamo carciofo è il fiore di questa pianta ed è la parte che noi mangiamo.

La parte basale di queste infiorescenze è carnosa ed è contornata da brattee violacee e verdi, è da questa base che nascono poi i fiori veri e propri, quelli che vengono chiamati barba. Questa parte, in realtà, si elimina e solo la base carnosa viene usata per cucinare.

Bisogna sapere che, se si lascia crescere e maturare troppo l’infiorescenza, il carciofo diventerà troppo duro da mangiare. Per questo motivo va cucinato appena raccolto.


Etimologia

Il suo nome, Cynara scolymus, che deriva dall’arabo "Al-Kharsuf"che significa spina di terra o pianta che punge, lo si deve ad una leggenda greca che vede una ninfa trasformata in questo fiore dal dio Zeus.

Origine

Le piante di carciofo sono di origine mediterranea, per questo motivo il consumo di questo fiore è largamente diffuso nel nostro paese.

Storia

Era già conosciuta agli egizi che al tempo di Tolomeo Everegete, re dell’Egitto dal 246 al 221 a.C., lo faceva mangiare ai soldati per renderli più forti e coraggiosi.

In Italia arrivò grazie agli etruschi, nell’anno mille gli arabi lo portarono dalla Sicilia alla Spagna, mentre nel 1466 Filippo Strozzi lo portò da Napoli a Firenze e Caterina de’ Medici, golosa dei cuori di carciofo, lo esportò fino in Francia quando sposò il re Enrico II.

Galeno lo raccomandava ai suoi pazienti come diuretico e rilassante, Decio Bruno Columella, lo scrittore che redisse il trattato "De re rustica", dodici volumi che rappresentano la maggiore fonte di conoscenza sull’agricoltura romana, lo considerava caro a Bacco e ne presenta il suo utilizzo sia nella cucina romana che come pianta medicinale.

Plinio il Vecchio nella sua opera "Naturalis Historia", lo elogia come un depuratore e tonificante ma, anche come afrodisiaco e cura efficace contro le calvizie; anche Teofrasto nella sua "Storia delle piante" ed Esiodo in "Opere e giorni" ne parlano come una pianta dalle mille virtù.

La Framboisière, il medico personale di Luigi XIII, scriveva: “I carciofi scaldano il sangue e spronano in modo naturale al gioco amoroso di Venere, sono buoni per lo stomaco e fanno venire appetito, sono tanto apprezzati per la loro bontà che non si combina un sontuoso banchetto senza carciofi”.

In Inghilterra il carciofo arrivò grazie agli olandesi, se ne hanno testimonianze presso l’orto di Enrico VIII, nel Newhall, risalenti al 1530.



Leggenda

Cynara era un splendida ninfa dai capelli color cenere e dagli occhi verdi con delicate sfumature di viola, le ninfe erano divinità minori legate alla natura che vivevano solitamente in stagni o laghi, sui monti o nei boschi.

L’estrema bellezza di Cynara, le sue forme sinuose e il suo portamento elegante fecero si che di lei si innamorò il dio Zeus; ma lei era orgogliosa e volubile e non volle mai cedere alle lusinghe e alla lunga corte che il dio le fece.

Questo fece sentite Zeus oltraggiato, nessuna ninfa poteva resistere al re degli dei, al punto che un giorno, in un moto d’ira, la trasformò in una pianta che le assomigliava: verde, spinosa ad indicare le tante pene che il dio patì per la gelosia, e coriacea all’esterno… ma in cui si nascondeva un cuore tenero e dolce proprio come quello della ninfa di cui si era follemente innamorato. Inoltre il centro della pianta doveva ricordare i suoi occhiper questo diede alla pianta il colore viola, che si rivela solo dopo la sua fioritura completa.

Coltivazione

Oggi tante persone creano un piccolo orto nel proprio giardino e il carciofo è una pianta di facile coltivazione, basta averne una conoscenza basilare.

Poiché la pianta può coprire uno spazio di un metro, sia di diametro che di altezza, è evidente che per coltivarla bisogna avere un pezzo di terreno abbastanza grande.

Il periodo di questa verdura è l’autunno e l’inverno e normalmente una singola pianta continua a produrre carciofi per diversi anni, se viene tenuta adeguatamente.

Per iniziare bisogna preparare bene il terreno: bisogna usare fertilizzanti, stallatico e concimi ricchi di minerali.

Il fiore non raccolto solitamente sboccia a fine luglio e dona allegria all’orto per circa dieci giorni con il suo colore, poi inizia a seccare.

Ma la pianta, al contrario, è perenne, solo che per la riproduzione si usano i carducci, ovvero i germogli.

Per mangiare il fiore del nostro carciofo coltivato in casa, bisogna curare molto bene la pianta. Innanzitutto, il carciofo va posizionato in un’area soleggiata e può essere coltivato solo in ambienti dal clima mite e umido.

Non tollera le gelate, dunque in inverno è bene coprire il nostro orto con una serra o un tessuto specifico.

Bisogna poi stare attenti che la zona coltivata non venga invasa dalle piante infestanti, che vanno subito estirpate, altrimenti ruberanno nutrimento ai nostri carciofi.

Le irrigazioni devono essere regolari, il terreno non deve mai essere asciutto troppo a lungo.

Bisogna sapere, inoltre, che ogni cespo di carciofo produce continuamente nuovi germogli e se li lasciamo crescere, diventeranno troppi: per ogni cespo, dunque, bisogna lasciare al massimo tre germogli, affinché ognuno di essi possa sviluppare al meglio le proprie infiorescenze.

Oggi il carciofo è considerato un prodotto d’eccellenza italiano ed è esportato in tutto il mondo, visto che in climi molto diversi da quello mediterraneo la sua coltura sarebbe praticamente impossibile. Bisogna però fare attenzione ai parassiti: gli afidi sono soliti attaccare queste piante annidandosi tra le foglie e tra i fiori; se si eccede poi nelle annaffiature, si rischiano marciumi radicali.

Per il resto, l’unico pericolo è rappresentato dal clima: il forte caldo può causare fiori piccoli, mentre il freddo intenso può danneggiare la pianta.

La propagazione può avvenire per seme, utilizzando i semini prodotti dai frutti da interrare in primavera, oppure per divisione dei cespi, ossia prelevando dei germogli basali da piantare in una nuova aiuola.

Proprietà

Dal punto di vista gastronomico e nutrizionale, il carciofo è privo di grassi e ricco di calcio, potassio e fibre inoltre contiene la cinarina, uno stimolante della secrezione biliare, che aiuta a proteggere e a disintossicare il fegato.

Le sue proprietà si ritrovano soprattutto nelle foglie, le quali aiutano a stimolare la diuresi e ad abbassare il colesterolo nel sangue, oltre a mantenere la pelle sana e luminosa, invece le radici sono utili come digestivo e diuretico.

I suoi fiori viola vengono usati per il loro contenuto di lab-fermento (chimosina), usato come caglio del latte.

Se volete usare i carciofi come cura per i calcoli biliari potete versare in acqua calda una manciata di foglie e lasciarle in infusione per una decina di minuti, questo infuso andrà bevuto a digiuno e alla sera prima di coricarsi.

Se invece si vuole curare l’anemia si può far bollire due cucchiai di foglie in mezzo litro di acqua per 5 minuti e berne una tazza dopo i pasti.

Le radici invece vanno bollite a fuoco basso per 10 minuti in mezzo litro di acqua, una volta filtrata, questa bevanda bevuta nell’arco della giornata è un ottimo diuretico.

Infine col cuore del carciofo si può preparare una maschera per il viso, basta frullarlo con un po’ di limone e spalmare la crema ottenuta sul viso, lasciandola agire per una ventina di minuti si avrà una pelle più colorita, luminosa ed elastica.

Curiosità

Lo sapevate che sognare il carciofo significa esporsi a grandi fatiche per conquistare la persona amata?

E scommetto che non sapevate neppure che Pablo Neruda compose un’Ode al carciofo:

“Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all’asciutto sotto le sue squame…