Lo Spettacolo della Natura

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Castello di Colle Casale o "Torre di Pasolini" tra Soriano del Cimino e Chia (Viterbo): come ci si arriva e storia

2019-09-21 08:05:59

Il castello di colle Casale, situato a Soriano nel Cimino (Viterbo), vicino Chia, per questo detto anche "Torre di Chia", è considerato patrimonio storico e artistico della nazione; conosciuto anche come “torre di Pasolini”, poiché da quest’ultimo acquistato nel 1970 come sua dimora.

Una “casa di luce”: questo voleva realizzare Pier Paolo Pasolini quando nel 1970 acquistò i ruderi del castello di Colle Casale adiacenti la Torre di Chia. E questo fece, disegnando lui stesso l’abitazione addossata al murale rimasto, due ali affiancate alla torre mozza del castelletto scandite da pareti di legno e ampie vetrate, aiutato da un giovanissimo Dante Ferretti. Qui Pasolini ha ospitato molti personaggi dello spettacolo e composto alcune opere importanti diventando un punto di riferimento.

Una torre alta 42 metri che con il castello del XIII secolo e un insieme di mura merlate in stile ghibellino difendeva uno sperone di tufo già per sua natura arduo da conquistare.

Un capolavoro di integrazione nel paesaggio, una casa di pietra e vetro mimetizzata fra le rocce e il verde della natura circostante in cui Pier Paolo Pasolini visse spesso negli ultimi anni della sua vita.

Qui lavorò al romanzo rimasto incompiuto, Petrolio (Einaudi, 1992) e a molte delle sue Lettere luterane


Si innamorò del luogo nella primavera del 1964 girando le prime sequenze del film "Il Vangelo secondo Matteo". Per le scene del battesimo di Gesù, infatti, scelse il torrente Castello che scorre sotto la Torre di Chia, nel territorio di Soriano nel Cimino.

Grazie a un accordo tra i proprietari e la cooperativa sociale "Il Camaleonte", la Torre di Chia e il castello/abitazione di Pasolini sono aperti al pubblico una domenica al mese dal 2019. I visitatori saranno accompagnati dagli operatori che racconteranno il luogo sotto molteplici aspetti.

Ultimo rifugio del Poeta

Ebbene, ti confiderò, prima di lasciarti,
che io vorrei essere scrittore di musica,
vivere con degli strumenti
dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare
nel paesaggio più bello del mondo,
dove l’Ariosto
sarebbe impazzito di gioia
nel vedersi ricreato con tanta
innocenza di querce, colli, acque e botri,
e lì comporre musica
l’unica azione espressiva
forse, alta, e indefinibile come le
azioni della realtà.
(Pier Paolo Pasolini, Poeta delle ceneri, 1966, in Tutte le poesie, a cura di W. Siti, II, Meridiani Mondadori, Milano 2003).