Lorenzo per il mondo

CAMBIARE VITA VIAGGIANDO

2019-04-28 09:05:12

Ti dicono che c'è un solo modo di vivere questa vita. Viaggiare ti fa capire che non è così

Cresciamo convinti che ci sia un solo modo di vivere la vita, in realtà si tratta di un modello imposto dalla società, che in genere ci vuole tutti uguali, nel modo di mangiare, di vestire, di divertirci e soprattutto di pensare, un modello facile da accettare, perché contiene l’illusione della certezza.

Però, arriva sempre il giorno in cui qualcuno non si ritrova più in quel modello e decide di cambiare, di rompere gli schemi.

Ma abbandonare le certezze del modello imposto dalla società non è facile, perché come ti allontani dalla massa ti senti sperduto e quando sei sperduto subentra la paura, in questo caso di non trovare un altro lavoro, di non riuscire a pianificare qualcosa di nuovo, di essere preso per matto.

Viaggiare è solo uno dei mille modi in cui si può vivere questo cambiamento, ma in un certo senso è il più completo.

In questi anni passati in giro per l’Europa, io stesso ho conosciuto molti backpackers, o più in generale viaggiatori, che si erano lasciati alle spalle la loro vecchia vita, pe iniziarne una tutta nuova. La cosa sorprendente è che molti di loro non erano affatto dei viaggiatori, a volte restavano a casa anche durante le ferie, eppure avevano trovato il coraggio di riempire uno zaino, vendere casa per acquistare un camper, arrivare dall’altra parte del mondo, a volte da soli, ma più di tutto, avevano trovato il coraggio per stravolgere le loro convinzioni e trovare uno stile di vita adatto a loro.

Ciascuno era stato spinto da un motivo diverso, eppure c’era qualcosa in comune in tutte quelle storie.

La prima grande differenza tra gli esseri umani non è stata il colore della pelle o il conto in banca, bensì essere nomadi o sedentari. Dodicimila anni dopo usiamo termini diversi, parliamo di esploratori o persone on the road e di abitudinari o ritornanti, ma le cose non sono cambiate affatto.

Chi decide di cambiare vita viaggiando è come se rispondesse ad un richiamo primitivo.

Masanobu Fukuoka era un contadino giapponese, che decise di non diventare mai schiavo della meccanica, perché credeva che correre dietro al nuovo modello tecnologico fosse una vera follia. Lui si limitava a osservare la natura e capire come fare il meno possibile pur ottenendo il massimo. Mise appunto una serie di tecniche, la più nota è rimasta quella delle palline di semi mischiati con l’argilla. Seminava le palline tirandole nei campi, tanto nessun topo o uccello poteva mangiarle, poi lasciava che fosse la pioggia a far spuntare le radici. Fu questo a fargli intraprendere un viaggio, per sfidare la terra sterile in molte regioni desertiche di Asia e Africa, dove riuscì a far crescere verdura e frutta per la prima volta, mentre in altre aumentò la produzione di cibo. Ad oggi è considerato il pioniere dell’agricoltura naturale.

Masanobu decise di non adeguarsi per forza al modello imposto dalla società, che pure garantiva certezze. E non gli importò nulla di chi lo considerava un pazzo.

Oggi quasi tutti noi nasciamo sedentari, abituati a mille comodità, a ritmi e tragitti consolidati, ma sembra proprio che millenni di storia non siano riusciti a cancellare il nostro carattere nomade, soprattutto quando si tratta di vivere un cambiamento radicale, rompere gli schemi e uscire dalle rotaie del modello imposto dalla società.