La nascita di Venere...forse non tutti sanno che...
Quali segreti enigmi si celano dietro alla figura di una divinità talmente aggraziata da divenire il modello ideale di bellezza ed armonia? Cos’è che Sandro Botticelli, geniale pittore alla corte medicea, ha voluto immortalare dietro a quell’idilliaco scenario?
L’opera mostra la figura nuda della dea Venere, che ha avuto origine dal mare, ed è stata creata per ordine del magnifico Lorenzo della famiglia Medici, che era particolarmente interessato alla mitologia classica e alle antiche leggende nel contesto dell’arte umanistica del Rinascimento.
Angelo Poliziano, poeta fiorentino, umanista e scienziato, nel suo poema epico “Stanze per la giostra” descrisse il processo dell’apparizione di Venere a terra in una conchiglia. Questa trama ispirò Botticelli a scrivere. A sinistra, il personaggio principale è guidato da Zephyr, abbracciando sua moglie Chloris.
A destra, uno dei cariti è pronto per avvolgere in un mantello, ornato con fiori, gamba di Venere.
Nonostante le insolite proporzioni del corpo, Botticelli interpreta Venere come una donna incredibilmente bella con pelle liscia e delicata e riccioli dorati. Appare in questo mondo come la dea della bellezza e il pubblico diventa testimone dell’atto della creazione. Il vento gira le rose.
Esistono diverse interpretazioni del lavoro. Una teoria neoplatonica da sogno è piuttosto popolare. Secondo i materiali apparentemente appartenenti al filosofo Platone, Venere era la dea della terra che ispirava l’uomo all’amore fisico e la dea celeste che ispirava l’amore spirituale.
Probabilmente, il pubblico del 15 ° secolo, guardando la “Nascita di Venere”, sentì l’amore spirituale e divino.
Alcuni critici interpretano il dipinto come un messaggio lusinghiero per il potente Lorenzo Medici. L’immagine di Venere è presumibilmente presa in prestito da Simonetta Vespucci, l’amante di Lorenzo e suo fratello maggiore. Divertente per questa interpretazione è il fatto che Simonetta è nata nella città italiana di Portovenere.
I critici suggeriscono anche che Venere nuda assomigli ad Eva nel Giardino dell’Eden. Di conseguenza, la stessa dea personifica la chiesa cristiana. Anche in questa interpretazione non è stato un caso. “Stella Maris” in cattolici impersona la Vergine Maria.
Forse il mare dà alla luce Venere come Maria, dando alla luce Gesù....
Nella Nascita di Venere, più ancora che nella Primavera, Botticelli esaltò il valore puro della linea, a tutto discapito del senso del volume; i marcati contorni delle figure hanno un andamento ritmico, musicale, ininterrotto, un moto senza fine che impedisce allo spettatore di soffermarsi, di comprendere la scena nella sua interezza. Allo stesso modo, la luce non ha sorgenti, non modella le figure, non esalta i colori ma è solo un’indefinita emanazione spirituale.
A ben vedere, nell’opera manca una reale struttura prospettica: Botticelli sembra rinunciare alla costruzione di uno spazio capace di contenere, ordinare e coordinare oggetti e personaggi; né utilizza lo scorcio, le cui deformazioni ottiche avrebbero allontanato l’immagine dall’ideale di perfezione. Botticelli condivideva con i classici l’idea che l’arte avesse il bello come unico fine; tuttavia, reputava che il bello fosse un valore in sé e venisse prodotto dall’arte sola, senza essere desunto dalla natura. In pieno accordo con i filosofi neoplatonici, egli propose una pittura contemplativa. L’arte botticelliana è distaccata dall’esperienza sensoriale, non nasce dall’osservazione diretta del vero e non mira a costruire una realtà perfetta modellata sull’esempio del reale; non è pittura di cose ma pittura di idee. D’altro canto, la figura di Venere è assolutamente idealizzata: tutte le proporzioni del suo corpo, a partire dalla posizione dell’ombelico, sono tali da rispettare la sezione aurea....
TRATTO DA L'ARTE SVELATA: https://www.artesvelata.it/venere-di-botticelli/