Lorenzo Alibrandi

I segreti della "Madonna del Cardellino"

2020-04-03 11:22:55

Facendo riferimento alle fonti storiche, l’opera sarebbe stata realizzato per l’abbiente commerciante Lorenzo Nasi, il quale avrebbe ottenuto quest’opera per il suo matrimonio con Sandra Canigiani, altra importante donna della borghesia...


Sentiamo parlare nuovamente di quest’opera nelle collezioni del cardinale Giovan Carlo de’ Medici, per poi giungere definitivamente agli Uffizi, dove si trova tutt’ora. Questa è la storia della trasmissione dell’opera, ed ora passiamo all’analisi del lavoro.

I protagonisti della scena sono la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista bambino (i quali sono protagonisti ricorrenti delle opere di Raffaello); tutti e tre si trovano in un paesaggio naturale, con alle spalle uno scorcio di un fiume e qualche albero. Mentre la Vergine è seduta sulle rocce, i due bambini giocano; guardando bene è possibile notare che i due bambini stanno giocando con un cardellino (il quale tra l’altro dà il titolo al quadro), che rappresenta la Passione di Cristo.


Tutti e tre protagonisti formano una piramide di cui Maria è la punta: analizzando per bene la composizione e la scena non si può notare il chiaro richiamo alle opere di Leonardo da Vinci, ma con evidenti trasformazioni: rispetto a Da Vinci, il Sanzio riporta una scena senza mistero, ma colma di serenità e tranquillità, come se il destino che porterà alla morte Gesù giovane sia estremamente lontano dalla mente di Maria, la quale guarda ai due bambini che giocano innocentemente accennando ad un sorriso. Da ricondurre ancora una volta a Leonardo sono i volti dei due bambini, che ricordano moltissimo lo stile di questo artista.

Facendo particolare attenzione alla figura della Vergine Maria, è possibile notare che Raffaello sceglie di donarle grandezza, ponendola al centro della composizione, andando a coprire gran parte della scena. I colori della sua veste sono il rosso ed il blu, dove il primo richiama alla Passione di Cristo, mentre il secondo ricorda la Chiesa, unite in un “matrimonio” inscindibile. Nella mano sinistra, Maria ha un libro in cui probabilmente viene riportato il destino di Gesù, ma guardando la sua postura, sembrerebbe che la donna sia stata interrotta nella lettura dai giochi dei bambini.

La bellezza dell’opera sta soprattutto nell’armonia che Raffaello riesce a donare ai suoi personaggi, sia tramite il colore placido e grazie anche ai movimenti leggeri, appena accennati dei suoi personaggi. Questo è uno dei lavori più importanti di Raffaello Sanzio...

La geometria segreta

L'arte di comporre un quadro è una scienza matematica molto sottile e molto segreta che si nasconde sotto l'apparente disinvoltura dei grandi Maestri e, come vedremo, sotto la “divina grazia” di Raffaello. Essa è discreta e si fa dimenticare, ma non sbaglia mai, donando alle opere le Iignes principales come scriveva Eugéne Delacroix. La costruzione interna di un'opera d'arte è la sua poesia più segreta ed anche la più profonda.
Bisogna anche tener presente che un dipinto o un affresco si dispiega entro una forma ben definita che esercita un'azione imperativa sul suo contenuto, azione che è determinante per l'organizzazione della superficie da dipingere generando, essa stessa, figure geometriche con il risultato di offrire un utile suggerimento oppure esercitare una forte disciplina.
Per secoli gli artisti, riuniti in corporazioni, si sono basati unicamente sulla sezione aurea, disponendo gli elementi, inscritti in figure simboliche, come la vesica piscis e la stella a cinque punte, all’interno di una maglia modulare a moduli quadrati tutti uguali. Ma a Firenze, nel Quattrocento, complici i nuovi studi sul- l’antichità classica, gli artisti sentono troppo rigide e ripetitive queste regole e cercano nuove teorie per esprimere nelle loro opere naturalezza e varietà. Per essere pittori riconosciuti nel Rinascimento, come nel Medioevo, è indispensabile non solo saper disegnare, ma saper disegnare secondo le regole.
Leon Battista Alberti (1404-1472), grande teorico, scrive intorno al 1450, “De re aedificatoria” in cui propone di applicare alle arti plastiche i rapporti musicali armoniosi per l'orecchio di cui già Platone nel Timeo aveva esaltato la bellezza, Piero della Francesca (1415-1472), pone le basi teoriche e pratiche della prospettiva che nell'antichità e nel Medioevo veniva risolta con tecniche empiriche. Nel suo trattato “Perspettiva Pingendi”, scritto prima del 1482, utilizza la matematica per costruire la teoria della prospettiva fornendo anche regole pratiche ai pittori in modo che possano ricreare nel piano l'illusione spaziale.
Questa struttura matematica ha un enorme successo e si diffonde rapidamente in Europa, costituendo l’ossatura interna delle opere d’arte dei grandi Maestri europei fino al XIX secolo (ed è anche la poesia nascosta del famoso “Bacio” di Hayez).
Raffaello, entrato in contatto con tutte queste teorie fin dall'infanzia, le amplia ulteriormente nel suo soggiorno fiorentino. Ed è proprio questa costruzione geometrica interna, rigorosa ed attentamente studiata, che, unita ad una oculata scelta del colore, dà alle sue opere equilibrio e grazia e le rende fonte di pace e serenità.


La costruzione geometrica di alcune sue opere.
Sposalizio della Vergine
Nel 1504 Raffaello termina la pala d'altare “Lo sposalizio della Vergine”, oggi alla Pinacoteca di Brera (Milano), ma destinata inizialmente ad una chiesa di Città di Castello.
Per espresso desiderio dei committenti il pittore riprende lo schema dell'analoga pala del Perugino dando, però, al soggetto una leggerezza e una naturalezza che l'opera del Perugino non possiede.
Qui Raffaello sfrutta la forma rotonda della parte superiore della pala completando la circonferenza e ponendo l'anello nuziale nel punto più basso di questa, lì, dove interseca la mediana verticale, evidenziata questa, dal portale aperto del tempio e dalla cintura del rabbino. Sul bordo inferiore di questa circonferenza colloca, a sinistra, il profilo della donna in primo piano e il braccio di Maria, e a destra, il braccio di Giuseppe fino alla spalla coperta dal mantello giallo. Dà naturalezza alla scena collocando i piedi di tutti questi personaggi in primo piano su un altro arco di circonferenza. Una prospettiva centrale, poi, porta al tempio, una costruzione di sedici lati, perfettamente inserita sotto la centina dell'arco, più leggera e armoniosa di quella del Perugino. Allontanando il tempio e scalando le figure in profondità Raffaello dà ariosità alla scena e contemporaneamente indirizza lo sguardo focalizzandolo sul momento clou della cerimonia.
Madonna del Cardellino
Raffaello ha dipinto numerose madonne con bambino, tutte caratterizzate da particolare equilibrio, grazia e dolcezza. Una delle più note è la “Madonna del cardellino” eseguita tra il 1505 e il 1506 per le nozze del fiorentino Lorenzo Nasi e ora nella Galleria degli Uffizi (Firenze).
La struttura piramidale del gruppo è data da un triangolo isoscele centrale con il vertice ad 1/8 dall’alto e la base ad 1/8 dal bordo inferiore. I visi delle tre figure sono disposti in un triangolo equilatero, interno al primo, con il vertice coincidente nel vertice di questo e con la base tra le mani di Maria; al centro di questa base sono collocate le manine di San Giovannino e il cardellino. Sulla mediana verticale Raffaello pone il naso di Maria, la sua cintura scura e il suo ginocchio destro, che punta verso l’osservatore; questo ginocchio è il centro di una circon- ferenza sulla quale sono adagiati i contorni dei morbidi corpi dei due Bambini.
L’intera scena è poi racchiusa tra due verticali, evidenziate in alto da due esili alberi, quella di sinistra termina nel piedino destro di San Giovannino e quella di destra nel piede sinistro di Maria


Fonte:https://www.accainarte.it/rivista/la-geometria-segreta-di-raffaello-sanzio-il-divin-pittore.html