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Guerra
Voglio che il mio nemico abbia una casa,/ pane e gli affetti di cui ha bisogno./ Non sia, per lui, l’amore solo un sogno,/ di gioia abbia l’anima pervasa./ Non siano i suoi pensieri vili o avari,/ non l’atterriscan bellicose grida./ Raccolga fiducioso la mia sfida,/ (...)
Voglio che il mio nemico abbia una casa,
pane e gli affetti di cui ha bisogno.
Non sia, per lui, l’amore solo un sogno,
di gioia abbia l’anima pervasa.
Non siano i suoi pensieri vili o avari,
non l’atterriscan bellicose grida.
Raccolga fiducioso la mia sfida,
m’affronti con coraggio e ad armi pari.
L’erba non soffrirà dei nostri passi,
non recheremo offese alla Natura.
Con spade rotte e senza affilatura,
morbidi lanceremo anche i sassi.
Ognuno se ne andrà per la sua strada,
mani agitando ancora minacciose,
ché, sulle spine, sempre ci son rose,
e lascian qualche petalo che cada.
Lorenza Franco
Nota: questa poesia è la mia risposta diplomatica e cortese al parroco di Ponte in Valtellina che inveii nei miei confronti per le mie due poesie sulle campane disturbanti con frasi poco eleganti e definendomi una "verseggiatrice". Fatto sta che, grazie alle mie poesie, la protesta dei residenti fu corale e costrinse la chiesa a ridimensionare tempi e suoni delle campane.
Fonte: http://www.divinidiversi.it/poesie/filosofia-ed-etica-laica/guerra