Loredana Grosso

Credi in te stesso perché tu vali

Loredana Grosso

Credi in te stesso perché tu vali

Come ho vinto la timidezza grazie al teatro

2019-11-22 11:23:03

La timidezza è uno stato emotivo spesso limitante tanto da rendere difficile od ostacolare la comunicazione e la relazione con gli altri. L’introversione è una parte di essa e ricordo quando da ragazzina mi bloccavo davanti a tante cose sentendomi fuori posto.

Cosa non andava?

In una parola posso rispondere che forse mi vergognavo di fare qualsiasi cosa, anche di dare la mia opinione.

Non era tutto così. In ciò che per me era noto sprizzavo allegria e mi sentivo tanto amata dalla mia famiglia, ero coccolata e la loro presenza era essenziale per me. La mia grande certezza. 

Sapevo, inoltre, ascoltare e talvolta consigliare piuttosto bene, mi piaceva perché mi sentivo a mio agio. Ricordo che per i piccoli problemi di cuore mi chiamavano “Agenzia Matrimoniale”. Negli anni ’90 esisteva un programma televisivo chiamato così, condotto inizialmente da Marta Flavi. Ancora rido al solo pensiero.

La timidezza, però, batteva sicuramente la volontà di espormi, metterci la faccia, il nome. Era un mio limite (forse un po’ ancora oggi), un tratto caratteriale che assolutamente non condannavo poiché mi faceva stare bene, nel calduccio della mia famiglia.

Il mio primo approccio con il teatro

Arrivata alla scuola superiore i miei battiti cardiaci facevano vibrare tutto il corpo dall’ansia che avevo in corpo. Nuovo ambiente, nuovi compagni, nuovi insegnanti. Il mio volto sembrava un pomodoro!

Piano piano mi adattai egregiamente, era una classe ben fornita a livello caratteriale e legare con molti di loro fu semplice, ma continuava quel senso di vergogna.

Un giorno, durante un’assemblea d’istituto, vennero presentate alcune attività extra scolastiche promosse dalla scuola. Tra queste vi era il teatro.

WOW! Che emozione! Quei ragazzi erano bravissimi!

Io fino a quel momento mi sfogavo scrivendo poesie o racconti brevi, ma caspita, si era acceso un fuoco immenso dentro di me.

Arrivata a casa chiesi ai miei genitori se potevo partecipare al laboratorio teatrale della scuola!


Silenzio tombale.

Occhi sgranati.

“Chi, tu? Ne sei sicura?”


La mia risposta affermativa convinta e secca li sbalordì e acconsentirono immediatamente.

Da quell’istante cambiarono molte cose: immedesimarsi in personaggi con una vita diversa dalla mia mi fece fare riflessioni molto importanti per poterne interpretare le emozioni. Letture come Schopenhauer e Freud mi fecero entrare nei meandri della mente e dell’inconscio.

Quando interpretavo un personaggio tutto intorno a me spariva!

Certo, non fu facile vincere la timidezza iniziale, ma la volontà di mostrare le mie emozioni attraverso qualcuno che non ero io mi stimolava tanto da vincere la paura del palcoscenico alla prima.

Mi limitavo a fissare dei punti specifici per non farmi distrarre dai volti delle prime file. Oppure se vi era più illuminazione in sala cercavo qualcuno tra il pubblico che avesse un’espressione rassicurante, anche se forse si sarebbe sentito un “osservato speciale”.

Praticare teatro per vincere la timidezza

Vincere la timidezza non significa eliminarla, ma semplicemente controllarla ed equilibrarla.

Il teatro è un’ottima tecnica terapeutica in grado di accompagnare l’individuo alla scoperta di sé stesso in quanto facilita l’espressione di parti interiori a noi sconosciute, attraverso l’interpretazione di ruoli diversi dalla nostra realtà.

Nel teatro si mette in gioco la libera espressione anche del proprio corpo con atti e gestualità creativi e improvvisati.

La persona timida viene spesso definita come “artista” delle occasioni mancate. Questo perché ansia e insicurezza la portano a sentirsi inadeguata rispetto alle circostanze sociali che vive.

Attraverso le varie tecniche e attività che i maestri teatrali propongono, la persona deve imparare a sostenere lo sguardo degli altri, a sorridere, ad arrabbiarsi, a parlare a denti stretti, a saper mantenere viva una conversazione, a parlare con voce alta e lenta ma senza urlare scandendo ogni singola parola, a improvvisare costruendo così una maggiore fiducia in sé stessa.

Leggere con espressione

Con il tempo ci si accorge che gli atteggiamenti cambiano e anche la lettura di un libro diventerà più interessante soprattutto se qualcuno ci ascolta. Ti renderai conto che la tua sarà una lettura espressiva e a volte animata con grande gioia per i docenti e per i bambini. Lo stupore e il coinvolgimento che si creerà sarà inevitabilmente un toccasana per chi legge e ascolta.

Far conoscere il mondo teatrale ai bambini li renderà più forti e, anche se non migliorerà subito questo tratto caratteriale, lascerà loro un baglio pronto per il futuro.

Si aprirà un mondo nuovo, più consapevole e giocoso facendo risaltare ogni tua qualità interiore.


Immagini: Pixabay

by Loredana Grosso