Lisa Fusco

Famiglia & Genitorialità

Lisa Fusco

Famiglia & Genitorialità

Un po' di noi

2019-05-20 06:53:09

Sono più di 10 anni che ci conosciamo, eppure chi non sa che siamo sposati ci dice di vederci come fratello e sorella. Forse vedono la nostra familiarità, come ci rapportiamo cioè l'uno nei confronti dell' altra, quasi ci conoscessimo da sempre.

Mai dire mai

Ero in un momento della mia vita in cui tutti i princìpi insegnatomi dai miei genitori sembravano scoppiati come una bolla di sapone: nessun ragazzo voleva avere una vita matrimoniale con me, mi facevano credere chissà cosa ma intanto per la maggior parte delle volte volevano quello che non ottenevano dalle fidanzate. Erano bravi a nascondere la loro vita di coppia, i telefonini sempre silenziosi, gli anelli di fidanzamento accuratamente occultati chissà dove , insomma io per loro ero un'amante , mentre dal mio canto ero convinta di essere la loro scelta per la vita.

È per questo che in quel periodo il paesello non aveva buone parole nei miei confronti: figlia di separati cambiavo sempre ragazzo, e alla gente non importava che li lasciavo perché scoprivo la verità, no , per la mentalità del posto la donna deve sposarsi con un buon partito, fare la casalinga ed essere una buona madre , poco importa se il marito non è fedele.

Così avevo cominciato a non prendere nessuno seriamente: quando mi chiedevano di uscire accettavo senza scrupoli, e succedeva quindi che dicevo di si a più di un ragazzo nella stessa settimana proprio perché secondo me nessuno di loro mi avrebbe chiesto di uscire una seconda volta o comunque aveva intenzioni serie.

Uno di questi ragazzi era lui, e sinceramente non mi piaceva o meglio l'unica cosa che mi attirava di lui era la sua voce al telefono; proprio per telefono un giorno mi disse "non uscire più con gli altri", e me lo disse con voce triste, con un tono di voce di quelli che si hanno quando si dice "sta piovendo" mentre invece si vorrebbe ci fosse il sole. Non aveva bisogno di altre parole per far capire che mi amava e che mi aveva scelta, ma comunque mi disse che si stava affezionando a me. Mi sentii tremendamente spaesata, avevo ormai perso le speranze, ma subito decisi che gli avrei dato ascolto.

Tutti contro

Ai matrimoni si sa che bisogna fare bella figura, bisogna invitare le persone giuste e non ci si può permettere di non invitare un parente stretto solo perché non si è d'accordo con una scelta di vita che infanga il buon nome della famiglia: si darebbe alla gente altra legna da accendere. 

E allora io e mio marito a quel matrimonio ci siamo andati col sorriso sulle labbra... La sposa era comunque sangue del mio sangue, e neanche io ero d'accordo con la sua scelta, ma abbiamo imparato a nostre spese che non fa bene portare rancore. Così mio marito ne ha approfittato per chiedere in prestito cappello e bastone dello sposo per una foto particolarmente buffa, ben sapendo che la richiesta non poteva essere respinta.

Nessuno infatti dei parenti era favorevole alla nostra unione, ed è per questo che scappammo di casa e, dopo neanche un anno di convivenza, andammo in comune con vestiti di tutti i giorni a firmare il contratto di matrimonio con presenti solo due vicini di casa scelti la settimana prima: nessuna festa, nessun pranzo, niente di niente. E cosa festeggiare con i parenti in quel caso? La nostra vittoria contro di loro? No, non doveva essere un momento di sguardi ed espressioni piene di rabbia, non ce n 'era posto. E voi pensate che dopo 10 anni ormai si siano rassegnati all' idea? Pura illusione: non si fanno scappare un occasione per frasi del tipo "Però se avessi sposato un buon partito..." e qui vi lascio immaginare.

Cosa ci fa andare avanti

Dopo un anno dalla 'fuitina' decidemmo di festeggiare in casa il nostro primo anno di matrimonio. Invitammo genitori e fratelli e sorelle, ma si presentarono solo i parenti di lui. Certo, perché non era una festa in pompa magna di cui avrebbero parlato nel paesino, quindi non partecipare non avrebbe causato malelingue: si era quindi liberi di esprimere il proprio disprezzo. Al contrario, per i miei suoceri e figli era un'obbligo da buoni napoletani partecipare alle feste in famiglia.

Ma come si fa a vivere un matrimonio? 

Noi abbiamo sempre puntato sulla comunicazione (come dice anche Xiomara) e sul dialogo, sul cercare di capirci per poter cambiare a favore della coppia.Abbiamo così imparato che non dobbiamo insistere a chiedere un determinato favore se l'altro non vuole; soprattutto, non ci guardiamo in giro cercando un partner migliore: tutti abbiamo come minimo un difetto, quindi no alla ricerca della perfezione. 

Si invece al sopportarsi a vicenda e fare di tutto per accontentare l'altro se lo possiamo fare e non è deleterio né  per il singolo né per il rapporto di coppia: ad esempio, se lui mi chiede di cucinare un determinato piatto perché ne è goloso, però in quel momento gli farebbe male,lì direi di no.

Antico? Superato? Bigotto? Intanto funziona, certo può non funzionare allo stesso modo per tutti ("ogni testa è un tribunale" si dice) , ma ad ognuno il suo modo di fare. E soprattutto viviamo con serenità nonostante i problemi di ogni coppia, non preoccupandoci più del necessario sennò ci "avveleniamo solamente", detta alla maniera di mia suocera. 

Continuiamo così soprattutto perché vediamo che il nostro sentimento d'amore si rafforza sempre di più e nel tempo è diventato maturo, difficile da scalfire come invece lo è solitamente l' inizio di una relazione.