Famiglia & Genitorialità
PROGETTO MAI PIÙ FARMACO. (2)
Cosa c'è di strano in questa foto? Nulla, mi dirà chi sa che la direzione della luce , quando si scrive, è quella giusta.
Chi però mi conosce bene, sa che non sono comoda negli spazi ristretti, infatti il 'mio' posto è quello dove non c'è mobilia alle spalle.
Ero tranquilla a scrivere con la finestra che mi stava di fronte, con la persiana alzata a metà e la luce accesa. Poi è venuto mio marito e, ovviamente, ha spento la luce e aperto tutta la persiana : "Fuori c'è più luce di dentro" , mi ha risposto quando gli ho chiesto il motivo di tale azione.
Non potendo controbattere, e avendo la luce negli occhi che mi faceva letteralmente vedere le stelline ( a quanto pare questo tipo di allucinazioni visive è frutto dell' eccessiva attività del cervello in determinati momenti) , ho dovuto cambiare di posto.
Cos'è la foto sensibilità.
In generale significa sensibilità alla luce, e detta così non è nulla di che : tutti, bene o male, abbiamo una data reazione quando ci esponiamo alla luce , fa parte delle leggi naturali di questo pianeta.
Secondo un dizionario, "fotosensibile " è detto in particolare di un materiale che, esposto alla luce, si altera : lastra, pellicola, carta fotosensibile " (e gli occhi con il sistema nervoso e neurale annesso è materia , seppur organica).
Occhio ai particolari.
Questo è un selfy di un anno fa. Riuscite a scorgere la sensibilità eccessiva alla luce?
Essendo un selfy, avrei dovuto fare un minimo di sorriso, o almeno era il mio intento, ma ciò non è stato : il sole ha interferito tra gli impulsi celebrali e quindi il comando non è arrivato ai muscoli facciali in originale, ma alterato.
Così, invece di "sorridi " , i muscoli si sono messi in posizione di difesa, si sono irrigiditi dando forma ad un viso quasi arrabbiato.
Nella normalità sono più coinvolti gli occhi, che di istinto si andranno a strizzare o chiudere, ma quelli di chi è troppo sensibile alla luce come me , sono abituati a 'combattere ' contro tale luce per poter vedere e quindi il cervello coinvolge allo stesso modo anche altri muscoli, se non di più .
E nei momenti di maggior sensibilità si hanno le crisi epilettiche.
Allora perché togliersi un aiuto così importante come i farmaci?
Vi sembrerà strano, ma è stato frutto delle ultime risposte alle mie domande che mi diede la neurologa la quale mi teneva in cura.
Si, in particolare furono un aggettivo composto da due parole : 'farmaco-dipendente'. Ma cosa significa? E cosa mi ha spinta ad azzardare di rischiare una crisi per astinenza?
Se tu che leggi sei medico, allora saprai che non è un controsenso diminuire fino al punto di eliminare un farmaco se allo stesso si è esclusivamente dipendenti : ovvero, in parole comprensibili anche per i bambini, se il farmaco è diventato una vera e propria droga. In che senso ?
Questo aspetto merita un articolo tutto a sé, ma non vi preoccupate , lo scriverò 😉