Lisa Fusco

Famiglia & Genitorialità

Lisa Fusco

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PROGETTO MAI PIÙ FARMACO. (2)

2019-04-12 07:04:15

Cosa c'è di strano in questa foto? Nulla, mi dirà chi sa che la direzione della luce , quando si scrive, è quella giusta.

Chi però mi conosce bene, sa che non sono comoda negli spazi ristretti,  infatti il 'mio' posto è quello dove non c'è mobilia  alle spalle. 

Ero tranquilla a scrivere con la finestra che mi stava di fronte,  con la persiana alzata a metà  e la luce accesa. Poi è  venuto mio marito e,  ovviamente,  ha spento la luce e aperto tutta la persiana : "Fuori c'è  più luce di dentro" , mi ha risposto quando gli ho chiesto il motivo di tale azione.  

Non potendo controbattere, e avendo la luce negli occhi che mi faceva letteralmente vedere le stelline  ( a quanto pare questo tipo di allucinazioni visive è  frutto dell' eccessiva attività del cervello in determinati momenti) , ho dovuto cambiare di posto. 

Cos'è la foto sensibilità. 

In generale significa sensibilità alla luce,  e detta così non è  nulla di che : tutti, bene o male, abbiamo una data reazione quando ci esponiamo alla luce , fa parte delle leggi naturali di questo pianeta.  

Secondo un dizionario,  "fotosensibile " è detto in particolare di un materiale che, esposto alla luce, si altera : lastra, pellicola,  carta fotosensibile " (e gli occhi con il sistema nervoso e neurale annesso è  materia , seppur organica). 

Occhio ai particolari. 

Questo è un selfy di un anno fa. Riuscite a scorgere la sensibilità eccessiva alla luce?  

Essendo un selfy,  avrei dovuto fare un minimo di sorriso,  o almeno era il mio intento, ma ciò non è stato : il sole ha interferito tra gli impulsi celebrali e quindi il comando non è  arrivato ai muscoli facciali in originale, ma alterato.

 Così,  invece di "sorridi " , i muscoli si sono messi in posizione di difesa,  si sono irrigiditi dando forma ad un viso quasi arrabbiato.  

Nella normalità sono più coinvolti gli occhi, che di istinto si andranno a strizzare o chiudere,  ma quelli di chi è troppo sensibile alla luce come me , sono abituati a 'combattere ' contro tale luce per poter vedere e quindi il cervello coinvolge allo stesso modo anche altri muscoli, se non di più .

 E nei momenti di maggior sensibilità si hanno le crisi epilettiche. 


Allora perché togliersi un aiuto così importante come i farmaci?

Vi sembrerà strano,  ma è stato frutto delle ultime risposte alle mie domande che mi diede la neurologa la quale mi teneva in cura.

Si, in particolare furono un aggettivo composto da due parole  : 'farmaco-dipendente'. Ma cosa significa?  E cosa mi ha spinta ad azzardare di rischiare una crisi per astinenza?  

Se tu che leggi sei medico,  allora saprai che non è un controsenso diminuire fino al punto di eliminare un farmaco se allo stesso si è esclusivamente dipendenti : ovvero,  in parole comprensibili anche per i bambini,  se il farmaco è diventato una vera e propria droga.  In che senso ? 

Questo aspetto merita un articolo tutto a sé,  ma non vi preoccupate , lo scriverò 😉

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