
Famiglia & Genitorialità
C'È VERAMENTE ARIA DI FESTA?
In giorni come questi si è attenti ai dettagli : esenti da lavoro e da scuola si vedono le festività come un obbligo sia per quanto riguarda lo scambio di regali, il tipo di pietanza da mettere in tavola e addirittura lo stare insieme come famiglia.

È in questa atmosfera che purtroppo sempre più spesso succede ciò che non ci si aspetta.
Proprio così.
Si , è per poter passare più tempo con i parenti lontani che si percorre un' autostrada di fretta, non importa se c'è traffico, ma "Ho solo questi pochi giorni per rivedere la mia nipotina" (se non addirittura i propri figli e moglie) è il pensiero più comune di chi lavora tutti i giorni .
Questo è uno screenshot di una notizia di ieri .
Ma si muore anche a livello personale : per fare un esempio, qualche giorno fa sentii una ragazzina sui 10-11 anni dire al proprio padre con prepotenza "Mi devi comprare l'uovo di Pasqua " e pretendeva che ne comprasse due di prezzo inferiore ma della stessa grandezza anziché uno di prezzo superiore. Non oso immaginare il cuore di quell' uomo quanto sangue avesse perso all'udire tale cosa con tanta asprezza : la bambina non trapelava né rispetto né affetto filiale verso il malcapitato.
Ed è così che fioccano le esclamazioni del tipo "Non vedo l'ora che finiscano le feste" .
Assurdo, vero? Pochi giorni prima eravamo elettrizzati all' idea di non lavorare o di non andare a scuola, e invece durante i giorni tanto attesi si desidera tornare al tram tram quotidiano.
Che fine ha fatto la famiglia?
La famiglia quella vera, quella genuina, dove si passa il tempo libero insieme , a fare cose insieme, non importa dove ma tutti con coinvolgimento e complicità.
Mi ricordo giornate intere passate da piccola in montagna con i miei genitori, mio fratello e mia sorella , zii e cugini tutti lì a giocare a picchiare con una mazza un pezzo di legno a terra : lo si doveva far saltare e poi colpire per farlo andare il più lontano possibile. Niente spirito di competizione , solo far vedere allo zio che anche noi lo sappiamo fare , e ovviamente i nostri volti sbigottiti nel vedere quello stesso pezzo di legno che a fatica noi piccoli sapevamo far rimbalzare da terra, che si librava in alto come un razzo e poi , una volta colpito di nuovo dalla stessa mazza che passava di mano in mano, sparire nel fitto bosco. C'era il trucco, eravamo straconvinti che c'era un trucco.
Ore e ore quindi a supplicare lo zio di svelarci il mistero , non importava quante volte ci dicesse che dovevamo colpire con quanta più forza potevamo e quanto precisi dovevamo essere nel prendere la mira ; noi pensavamo si trattasse di qualcos'altro.
E invece qualcosa di speciale c'era.
Si chiama natura.
Era la natura incontaminata che ci faceva sentire entusiasti : grazie a quell'ambiente senza dipendenze come poteva essere la TV ( i grandi miracolosamente dimenticavano di fumarsi le sigarette per tutto un giorno intero ) davamo sfogo alla nostra fantasia come mai avremmo pensato fosse possibile : lo stesso bastone che usavamo tutti diventava " il bastone di" ogni volta che ce lo passavamo, e sentivi frasi del tipo "perché il bastone di zio è più grande?" quando invece era lo stesso che poco prima era stato di qualcun altro.
Fa ridere detto così, ma il contatto con la natura fa di questi effetti : si dimenticava il tram tram quotidiano, la scuola era un ricordo lontano così come il lavoro e, soprattutto, si voleva che quel giorno non finisse mai.