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Una dote di sangue: l'amore tossico e immortale
"Una dote di Sangue" (titolo originale: A Dowry of Blood) di S.T. Gibson è un dark retelling narrato in forma di confessione dalla prospettiva di Constanta, la prima sposa immortale di un misterioso e potente vampiro, che nel libro viene chiaramente identificato come una rivisitazione di Dracula.
Salva da morte certa da questo affascinante "re immortale", Constanta viene trasformata da contadina medievale nella sua compagna eterna. Insieme, attraversano i secoli e le capitali europee, da Vienna a Parigi, in un turbinio di lusso, passioni sfrenate e, soprattutto, controllo. Il loro legame, inizialmente visto come amore e salvezza, si rivela lentamente una relazione tossica e abusiva.
La dinamica si complica con l'ingresso di altri "consorti di sangue": l'aristocratica e bellissima Magdalena e il brillante attore Alexi. Constanta trova conforto e solidarietà in questi nuovi legami, che la portano a svelare gli oscuri segreti del loro marito. La trama si sviluppa attorno alla lenta presa di coscienza e all'alleanza dei tre "sposi" che, imprigionati in un ciclo di dipendenza emotiva e manipolazione, devono decidere se i legami forgiati con il sangue possano essere spezzati solo con la morte.
Curiosità e dettagli: dietro le quinte del libro
- Punto di vista Unico: Il romanzo non si concentra sui cacciatori di vampiri o sugli eroi classici, ma dà voce alle mogli di Dracula, figure storicamente silenziose, esplorando temi come l'abuso, la sopravvivenza e la liberazione in un contesto gotico.
- Successo su BookTok: Il libro ha raggiunto una notevole popolarità grazie alla piattaforma TikTok (spesso menzionato come BookTok sensation), grazie al suo stile lirico e ai temi di dark romance e dinamiche di potere.
- Prosa e Stile: La narrazione in prima persona di Constanta è volutamente poetica e lirica, quasi una lunga lettera d'amore e, al contempo, un atto d'accusa. Questo conferisce al testo un tono intimo e sensuale, tipico del gothic romance.
Pro e contro
La critica concorda che l'inizio di "Una dote di Sangue" sia il suo asso nella manica. La prima parte è assolutamente avvincente e affascina grazie a una prosa lirica e ipnotica, capace di catapultare il lettore in un'atmosfera gotica ricca di sensualità e di oscure promesse. L'autrice è abilissima nel costruire il complesso e stratificato rapporto d'amore tossico, trasformando il mito del vampiro in una lucida e agghiacciante metafora dell'abuso narcisistico. La forza del romanzo risiede nell'esplorazione delle dinamiche familiari disfunzionali in un contesto immortale, rendendo i personaggi (Magdalena e Alexi in particolare) estremamente ricchi e complessi.
Tuttavia, bisogna ammettere che l'andamento del libro soffre di una certa prevedibilità nella sua seconda metà. Una volta che la dinamica del potere è stata stabilita e le intenzioni del "marito" sono chiare, la trama segue un percorso che, sebbene soddisfacente a livello di risoluzione emotiva, non presenta grandi sorprese o plot twist inaspettati. Il ritmo, che inizialmente era incalzante e quasi febbrile, rallenta per concentrarsi maggiormente sulle riflessioni interiori di Constanta e sui legami tra i consorti, sacrificando l'azione in favore dell'introspezione, il che potrebbe risultare eccessivamente didascalico per chi cercava un horror più puro. Nonostante ciò, la poesia viscerale della scrittura di S.T. Gibson non viene mai meno.