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Libri & Scrittura

Le possibilità di un testo narrativo

2020-10-14 16:52:20

Un testo letterario può essere più o meno in grado di alterare la realtà. Talvolta, il Romanzo o il racconto, ci mettono in collegamento con parti di noi veritiere, giustificabili anche dal punto di vista biografico.

Un Romanzo che racconti un pezzo di vita, o che risalga la storia familiare sono avventure di questo tipo.

Non è raro, però, che si scriva perché si ha voglia di inventare una storia. E’ allora che il testo narrativo  esplica il massimo delle sue possibilità. In questi casi, si dice che fra Narratore e Lettore si instaura un patto finzionale, in cui  l’Autore fa finta di fare un’affermazione  vera (Sei passeggiate nei boschi della narrativa, Umberto Eco).

L’aspetto interessante del patto finzionale sta, secondo Eco, nella possibilità di gestire le caratteristiche del mondo della storia e del mondo reale, per creare il mondo narrativo, in cui diventa fondamentale la disponibilità del lettore a credere allo scrittore – o, se volete, è decisiva la nostra bravura nell’ottenere questo risultato.

Questo non accade solo nei Romanzi storici, che utilizzano eventi realmente accaduti per inserirvi storie personali, e di fantasia. Anche il mondo fantastico delle fiabe o di una qualsiasi storia funziona allo stesso modo.

La metamorfosi di Kafka inizia:

Destandosi un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto, in un enorme insetto".  

La storia continua:

"Se ne stava disteso sulla schiena, dura come una corazza, e per poco che alzasse la testa poteva vedersi il ventre abbrunito e convesso, solcato da nervature arcuate, sul quale si reggeva a stento la coperta, ormai prossima a scivolare completamente a terra. Sotto i suoi occhi annaspavano impotenti le sue molte zampette,  di una sottigliezza desolante se raffrontate alla sua corporatura abituale".

Tutto sommato, osserva Eco, l’inizio inverosimile de La metamorfosi riduce in fretta a dimensioni accettabili l’incredulità del lettore, il quale deve soltanto sforzarsi di credere a un mondo nel quale sia possibile essere trasformati in insetti giganti. Quello che ci interessa osservare, è che lo scrittore determina le caratteristiche del mondo narrativo della sua storia, fondendo e deformando caratteristiche prese a prestito dal mondo reale.

Le possibilità di un testo narrativo di dire attraverso il “non vero” spesso possono essere ottenute utilizzando magistralmente alcuni effetti di stile – allo scopo, in ogni caso, di catturare e divertire il lettore. Un esempio molto interessante, novecentesco, di questo approccio si ha in J. L. Borges.

A livello letterario Borges ha l’aria del nonno che si mette a raccontare storie che hanno un tono semplice e popolaresco, ma ben presto ci accorgiamo che le sue finzioni narrative spiccano in fretta il volo per diventare capolavori. Nel caso di Storia Universale dell’infamia – opera definita dall’autore l’irresponsabile gioco di un timido, mi divertivo a prendere delle biografie reali e a deformarle a piacimento – abbiamo un esempio di questo tipo di letteratura.

Questi racconti sono biografie tenebrose di personaggi criminali o mediocri, che sono raccontati da Borges con impassibilità e riducendo la loro vita a tre o quattro episodi significativi; che racchiudono il motivo per il quale li si sta citando nel libro. Siamo portati a leggere queste storie come se fossero vere, e facilmente veniamo presi dal gioco sottilissimo dell’Autore; tuttavia la pretesa documentaristica è solo un gioco ironico molto letterario, perché siamo trascinati dentro un mondo che è pura invenzione.

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