Libri, che passione!

Libri & Scrittura

La felicità

2019-07-05 16:45:48

Un testo filosofico di Tommaso D'Aquino.

Comprai questo libro per un concorso che poi non feci (non ricordo il motivo ma poco importa). L'ho lasciato da parte per iniziarlo a leggere con calma (di solito nei mesi estivi che ho più tempo libero e meno sonno).

Descrizione del libro

San Tommaso, nella Summa theologica, sottolinea come la vera felicità si realizzi solo nell'aldilà, assumendo la forma della contemplazione di Dio.

Il pensiero tomistico, com’è noto, s’impone come uno dei vertici assoluti della speculazione occidentale. Nel passo che riportiamo dalla “Somma teologica”, l’Aquinate s’interroga sulla felicità umana, disegnandone un profilo ambiguo: da un lato, infatti, la finitezza umana non ci permette di esaudire il nostro struggente desiderio di perfetta felicità, dall’altro questa insopprimibile esigenza esistenziale trova il proprio metafisico compimento nella “contemplazione della divina Essenza”.

È interessante notare come San Tommaso, con il suo consueto realismo, descriva l’uomo come un essere perennemente desiderante, un inquieto esploratore delle terre abitate dalla felicità e, nello stesso tempo, come un essere insoddisfatto, nella misura
in cui si scontra con “il male”, la contingenza, la strutturale limitatezza cui la sua vita soggiace.
Ecco le precise parole del Nostro: “Ma nella vita presente non è possibile essere esenti totalmente dal male, dato che la nostra esistenza soggiace a molti mali inevitabili: siano, questi, le lacune intellettuali o le disordinate affezioni appetitive o le
molteplici penalità che scontiamo nel corpo. D’altronde, neppure può in questa vita essere pienamente appagato il nostro anelito al bene; infatti, per natura, l’uomo desidera la stabile permanenza del bene che gode, e invece i beni della vita sono labili e caduchi, mentre fugge la stessa vita, a cui pur siamo naturalmente attaccati e che vorremmo durasse sempre…”.

L’uomo cerca, dunque, la stabilità dei suoi beni, che, tuttavia, sono continuamente insidiati dalla presenza ineludibile della morte, e finiscono, così, per essere solo momentanei, frammentati, acquisiti e smarriti in un ciclo esistenziale da riconoscere con un vivo senso della vulnerabilità, della fragilità con cui abitiamo il mondo. Di conseguenza, conclude San Tommaso, la suprema beatitudine, incorruttibile e inattaccabile, risiede solamente nella contemplazione ultraterrena di Dio.

Fabio Gabrielli


Se desideri acquistare il testo, clicca qui.

1