Libri & Scrittura
Ecco come si crea la suspense in un Romanzo
Anche se non sembra, la suspense è un procedimento retorico antico. Così antico, che lo possedevano già i romani. Il retore latino Quintiliano, nel I° secolo d.C. sosteneva l’importanza di «tenere animos suspensos».
Successivamente, nel XIX secolo ritroviamo questo vocabolo nella lingua francese, diventato suspens, siamo nel periodo del poliziesco e del noir. La parola acquisirà la sua forma definitiva trasferendosi alla lingua inglese come suspense, e questo è il neologismo che utilizziamo anche noi.
Non c’è dubbio che sia stato il cinema a consacrare la suspense. La capacità di saper trattenere lo spettatore su una vicenda è diventata sinonimo della capacità stessa di raccontare. E non c’è dubbio che dalla nascita del cinema a oggi, il concetto di suspense sia cambiato, ma gli ingredienti base siano ancora gli stessi. Il romanzo a feuilleton detto anche romanzo d’appendice dell’Ottocento, era chiamato in questo modo perché usciva su una rivista o un giornale; il meccanismo della sospensione si applicava quindi anche attraverso la modalità con la quale i lettori lo potevano leggere. Non va diversamente oggi, con le serie tv; è stare in sospeso guardare gli “n” episodi di una certa serie tv, così come aspettare la nuova stagione della propria serie tv preferita.
Ma cos’è che determina la suspense, il senso di sospeso, in un’opera narrativa? È la capacità di creare fatti, o situazioni, non risolte, sospese appunto, per le quali il lettore si sentirà appagato soltanto continuando la lettura (o la visione di un film o di una serie). Nell’articolo precedente abbiamo parlato di Il pozzo e il pendolo di Edgar Allan Poe. Quel racconto, come tutti gli altri di questo scrittore, è fortemente giocato sulla possibilità di tenere in sospeso il lettore, perché in sospeso è la narrazione. In sostanza, potremmo dire che la suspense è un effetto narrativo creato consapevolmente dall’Autore, per guadagnarsi l’attenzione del lettore. Nessuno scrittore può considerarsi indifferente alla problematiche della suspense, tanto è necessaria un’opera narrativa. Perfino Manzoni, nello scrivere il primo romanzo italiano, vale a dire i Promessi Sposi, ci tiene in sospeso dall’inizio alla fine: dobbiamo leggere tutto il romanzo per sapere come andrà a finire, quale sarà la fine riservata a Don Rodrigo e per sapere se i promessi sposi potranno divenire tali.
Rispetto al racconto breve o brevissimo – che secondo Luis Sepulveda deve vincere sempre per k.o., cioè realizzare una chiusa particolarmente efficace e potente – il Romanzo, dispiegandosi su tempi di lettura maggiori, ha bisogno di adattamenti particolari dal punto di vista della suspense. In Mansfield Park di Jane Austen, lo scrittore russo e critico letterario Nabokov sottolinea la capacità del romanzo di svolgersi su più temi, ognuno dei quali è in grado di generare un particolare effetto di suspense . È un po’ come seguire una partitura musicale, dove a un tema ne subentra un altro, e poi un altro, e ciascun tema viene poi a essere ripreso, sommato o sottratto agli altri, aggiungendo i propri effetti di sospensione, per creare un effetto più variegato e complesso, meno focalizzato ma altrettanto efficace rispetto a quello di una narrazione breve.
Quando si inizia a scrivere, soprattutto se si ha ancora poca esperienza con le opere letterarie, bisognerebbe pensare alla suspense come a una vera e propria questione di metodo da affinare; con la convinzione che qualsiasi scrittore i propri lettori se li debba guadagnare.