Ma cos’è che determina la suspense, il senso di sospeso, in un’opera narrativa? È la capacità di creare fatti, o situazioni, non risolte, sospese appunto, per le quali il lettore si sentirà appagato soltanto continuando la lettura (o la visione di un film o di una serie). Nell’articolo precedente abbiamo parlato di Il pozzo e il pendolo di Edgar Allan Poe. Quel racconto, come tutti gli altri di questo scrittore, è fortemente giocato sulla possibilità di tenere in sospeso il lettore, perché in sospeso è la narrazione. In sostanza, potremmo dire che la suspense è un effetto narrativo creato consapevolmente dall’Autore, per guadagnarsi l’attenzione del lettore. Nessuno scrittore può considerarsi indifferente alla problematiche della suspense, tanto è necessaria un’opera narrativa. Perfino Manzoni, nello scrivere il primo romanzo italiano, vale a dire i Promessi Sposi, ci tiene in sospeso dall’inizio alla fine: dobbiamo leggere tutto il romanzo per sapere come andrà a finire, quale sarà la fine riservata a Don Rodrigo e per sapere se i promessi sposi potranno divenire tali.
Rispetto al racconto breve o brevissimo – che secondo Luis Sepulveda deve vincere sempre per k.o., cioè realizzare una chiusa particolarmente efficace e potente – il Romanzo, dispiegandosi su tempi di lettura maggiori, ha bisogno di adattamenti particolari dal punto di vista della suspense. In Mansfield Park di Jane Austen, lo scrittore russo e critico letterario Nabokov sottolinea la capacità del romanzo di svolgersi su più temi, ognuno dei quali è in grado di generare un particolare effetto di suspense . È un po’ come seguire una partitura musicale, dove a un tema ne subentra un altro, e poi un altro, e ciascun tema viene poi a essere ripreso, sommato o sottratto agli altri, aggiungendo i propri effetti di sospensione, per creare un effetto più variegato e complesso, meno focalizzato ma altrettanto efficace rispetto a quello di una narrazione breve.
Quando si inizia a scrivere, soprattutto se si ha ancora poca esperienza con le opere letterarie, bisognerebbe pensare alla suspense come a una vera e propria questione di metodo da affinare; con la convinzione che qualsiasi scrittore i propri lettori se li debba guadagnare.