Eccoci dunque a cercare di distinguere quali sono gli atteggiamenti che ci tengono intrappolate tra passato e futuro.
Significa che ci stiamo aggrappando al passato
Invece...
Significa che ci stiamo proiettando verso il futuro immaginandolo catastrofico.
Ma cosa sono questi impedimenti che ci bloccano nella sofferenza? Sono reali?
NO! Sono solo pensieri. Sono solo nella nostra mente e ci parlano chiaramente della nostra paura.
Diciamo subito che i pensieri e le emozioni sopra descritte sono del tutto spontanee e anche molto diffuse. E tutto ciò non è colpa tua.
È un meccanismo automatico della nostra mente. Automatico perché si attiva da solo senza che noi ce ne accorgiamo.
I pensieri che affollano normalmente la nostra mente possono provenire dal passato attraverso la memoria di eventi, episodi, ricordi, esperienze oppure posso orientarsi verso il futuro sotto forma di previsioni, anticipazioni, aspettative.
Comincia ad ascoltare e a prestare attenzione ai tuoi pensieri.
Questa attenzione ti farà accorgere di come la nostra mente faccia molta fatica a focalizzarsi sul presente ma preferisce spostarsi nel passato o nel futuro.
Comincia a farci caso!
I pensieri sul passato e sul futuro sono la causa di tutte le nostre emozioni negative, quelle che di norma ci fanno soffrire,
La frustrazione, la tristezza, il senso di colpa, sono tutte emozioni che si possono collegare al passato cioè alla non accettazione di ciò che è successo.
La paura, l'ansia , la preoccupazione sono emozioni che si possono collegare al futuro cioè allo spostamento verso un tempo che ancora non c'è ed è quindi totalmente fuori dal nostro controllo.
Se vogliamo stare bene dobbiamo conoscere il meccanismo della mente dei nostri pensieri perchè altrimenti guideranno la nostra vita senza che noi ce ne accorgiamo.
Ma da dove si comincia? Qual'è il primo semplice passo che possiamo fare per iniziare?
Prima di tutto è importante saperlo! Sapere che esiste un meccanismo ci permette di renderci conto delle dinamiche che ci tengono bloccate nella sofferenza. Quindi prima di tutto sapere come funziona.
Poi possiamo cominciare ad osservare i nostri pensieri, a guardarli come se fossero proiettati su uno schermo. Lo so, sembra strano. Ma ti assicuro che invece è strano non farlo! Ancora meglio sarebbe scriverli. Li osservi come se fossero proiettati su uno schermo, ascolti cosa dicono e come parlano e li scrivi.
Vederli scritti ti aiuta moltissimo a comprenderli e a classificarli nella casella "passato" o nella casella "futuro". Mi spiego meglio.
Se sono pensieri che parlano il linguaggio della tristezza, della frustrazione, dei sensi di colpa, della critica, dell'accusa si tratta certamente di un attaccamento al passato che non si riesce a lasciare andare via.
Se sono pensieri che parlano il linguaggio dell'ansia, della preoccupazione, della aspettativa allora si tratta certamente di una proiezione futura che mette paura in quanto totalmente fuori da qualsiasi controllo.
In definitiva sono sempre e solo pensieri. In entrambi i casi però ci sfugge un dettaglio non da poso e cioè... la realtà. La mancata visione di ciò che è reale rispetto a ciò che non c'è più (il passato) o non c'è ancora (il futuro) ci allontana dalla soluzione e ci blocca in un tempo passato o futuro che di fatto non c'è perché non esiste più o non è ancora.
E allora cosa fare? La risposta è allenarci a restare connessi al presente.
E come si fa? La risposta è riuscire ad osservare senza giudizio o aspettative quello che ci accade per poi accettare la situazione per ciò che è e non per ciò che noi vorremmo che fosse! Questo non si traduce nel dire "tanto me ne frego " oppure "tanto non me ne importa nulla". Già in queste frasi c'è un giudizio e una delusione.
Significa che dobbiamo osservare solo ciò che accade nella nostra realtà senza fare intervenire la nostra mente che sempre giudica, valuta, paragona, biasima, classifica e confronta. Significa osservare e basta. Accorgersi dei nostri pensieri. Ascoltarli in modo distaccato come se non ci appartenessero.
Per aiutarsi ad accorgersi dei propri pensieri e ad osservarli possiamo farci qualche semplice domanda.
Cosa sta accadendo?
Cos'è che mi sta facendo soffrire, mi rende nervosa, mi produce fastidio?
Di che cosa ho paura?
Rispondendo a queste domande cominciamo a renderci conto che le nostre emozioni, aspettative scaturiscono sempre dai nostri pensieri che si riferiscono sempre all'attaccamento passato o alla previsione del futuro.
L'osservazione significa che guardiamo le situazioni e le persone senza tentare di capire o interpretare fare supposizioni... come se guardassimo la scena di un film in modo distaccato cioè senza farci coinvolgere emotivamente.
Ma che cosa accade quando osserviamo?
Accade che ci rendiamo conto che la realtà è quella che è.
Non bella o brutta, non giusta o sbagliata...questi sono i giudizi della mente! È così. Tutto ciò che la appesantisce e la rende ancora più insopportabile sono i pensieri prodotti dal meccanismo incessante della nostra mente che giudica, biasima, accusa, lamenta, distrugge.
Se restiamo intrappolate nei meccanismi automatici della nostra mente che ci sposta sempre lontane dal presente allora resteremo bloccate, ferme nei nostri pensieri che causeranno sempre le stesse emozioni, che determineranno sempre le stesse azioni e ci faranno vivere sempre le stesse situazioni.
Continueremo a sentirci sfortunate e a soffrire ogni giorno pensando alla nostra cattiva ed ingiusta sorte e quel che è peggio è che rischiamo di ritrovarci a vivere sempre le stesse situazioni.
Liberarci dei meccanismi automatici della nostra mente diventa quindi una tappa ineliminabile per potere avanzare nella nostra vita per potere ritrovare benessere e costruire un nuovo equilibrio con noi stesse che possa condurci verso relazioni più felici e davvero appaganti...che ogni donna merita di vivere.
Un passo dopo l'altro...