Le Vie della Dea

Da Donna a Dea, lascia emergere la parte più autentica di te

Le Vie della Dea

Da Donna a Dea, lascia emergere la parte più autentica di te

Quando è nato il matriarcato?

2018-11-11 15:16:30

Condivido con voi questo interessante post, tratto da:http://www.riccardobrunetti.it/grandmadr.htm

QUANDO E COM'E' NATO IL MATRIARCATO? (prima parte)

LA GRANDE MADRE: testimonianza della fecondità.

Negli uomini primitivi, era sostanzialmente reale la consapevolezza, di 
considerare la FEMMINA UNA DIVINITA' che generava nuove creature,
per questo le dee femmine per millenni, nei pantheon religiosi, furono 
e indiscusse signore.
Come testimoniano i ritrovamenti di statuine dagli attributi femminili 
esageratamente evidenziati, e moltissimi disegni e graffiti che 
riproducono vulve, vagine e seni gonfi di dee in gravidanza, durante il parto o in allattamento. 
Anche quando fecero l’apparizioni le divinità maschili, il massimo della potenza per questa divinità era il generare la vita da se stessa, poiché non si conoscevano i meccanismi biologici della fecondazione come oggi noi li conosciamo. 

La FEMMINA-DEA era riconosciuta come fonte di vita e assunse una miriade di forme e di nomi, disseminando il suo culto ai quattro angoli della terra. 
Alla dea era associato il CICLO LUNARE e, per analogia con i cicli rigenerativi delle fasi lunari, la morte era vista come momento necessario alla rigenerazione della vita. 
Il seppellire i morti nella terra, stava ad indicare, venir messi nel ventre della Grande Madre, dalla quale rinascevano, come avveniva per il ciclo vegetale. 

Al tempo della Grande Madre essa era venerata sotto la 
FORMA TRINITARIA di 
FANCIULLA, di DONNA GRAVIDA e di ANZIANA, tre figure femminili che venivano identificate con le tre fasi lunari mensili.

La Grande Madre fu la prima autentica trinità nella storia religiosa dell'uomo, perché l'unica che riunisce in una sola persona divina tre diverse manifestazioni divine: la femmina impubere (Luna crescente), la femmina fertile (Luna piena), la femmina infeconda (Luna calante). 

Ai tempi del culto della Grande Madre la donna, immagine vivente della dea, simile alla Luna, cresceva e decresceva, dall'adolescenza alla senilità, senza soluzione di continuità e la sua perpetuità non era in discussione perché la fanciulla-luna-crescente diveniva madre-luna-piena, e infine vecchia-luna-calante, per sparire dal cielo per qualche giorno e ritornare sotto forma di nuova fanciulla. 

L'idea di un DIO MASCHILE che impersona la vegetazione , che nasce e muore annualmente, sembra essersi formata attorno al quinto millennio a.C., epoca nella quale si cominciò a celebrare con veri e propri riti la nascita e la morte umana e vegetale. 
Il rito, nel quale i due personaggi principali erano la donna (la Grande Dea) e l'uomo (la vegetazione) doveva ripetere il più fedelmente possibile ciò che accadeva in natura e per questo la rappresentazione della nascita e della morte vegetativa avveniva con drammatico realismo attraverso un sacrificio, quasi sempre umano. Dato che la dea, per la sua natura generatrice, doveva per forza essere eterna e non poteva quindi soccombere nel sacrificio, era logico ed appropriato che a morire fosse la divinità maschile/vegetale, che sarebbe rinata l'anno seguente e che era decisamente minore rispetto all'onnipotente divinità femminile/generatrice. 

Nacque così la prima forma di IEROGAMIA, il MATRIMONIO SACRO tra la dea e un giovane dio delle stagioni. 
Questi, dopo essersi accoppiato a lei con l'unico scopo di arrecarle piacere, doveva morire per lasciare posto, l'anno seguente, ad un nuovo giovane dio.

La dea era immutabile, mentre il suo sposo cambiava ogni anno, e dal 
momento che, nel frattempo, era inevitabile che ella rimanesse incinta
e che partorisse, poteva accadere che qualcuno dei suoi giovani 
sposiannuali fosse anche un suo figlio. 

La supremazia femminile durò molto tempo dopo la preistoria e la
donna non perse il suo potere divino nemmeno quando gli uomini
compresero che, in qualche modo, le nuove nascite avvenivano 
anche con il loro contributo.

Fonte: http://www.riccardobrunetti.it/grandmadr.htm

 

by Selena Chiappori